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Asset Allocation Update di giugno: Le borse superano nuovi ostacoli

 
Asset Allocation Update di giugno: Le borse superano nuovi ostacoli
L'approccio discontinuo degli Stati Uniti non ha finora causato grandi danni alle aziende. Le imprese si concentrano sulle proprie attività, ma ora l’attenzione si sposta sull'elevato deficit di bilancio degli Stati Uniti che potrebbe turbare i mercati. Ci aspettiamo che i "Bond Vigilantes" e la Federal Reserve contrastino questa minaccia.

Stefano Zoffoli (nella foto), Responsabile strategia d'investimento e gestione mandati bilanciati, Swisscanto AM.

Economia più debole, ma nessuna recessione 

La politica continua a dominare i titoli dei giornali, con gli annunci quotidiani che pongono ostacoli ai mercati finanziari. Notiamo però che finora gli utili aziendali non sono stati significativamente influenzati (primo trimestre 2025 rispetto all'anno precedente: Usa +12%, Europa +4%). Ma per quanto tempo le aziende resisteranno? Sondaggi tra consumatori e aziende, i cosiddetti soft data, indicano già un peggioramento. Contrariamente a ciò, i dati economici concreti, specialmente negli Stati Uniti, mostrano un'attività ancora solida, in parte grazie a spese anticipate o accumulo di scorte. In sintesi, prevediamo una crescita più lenta negli Stati Uniti, ma famiglie e aziende sono troppo poco indebitate per una recessione. Fino a quando questo scenario non si concretizzerà, è probabile che si verifichino maggiori fluttuazioni dei prezzi dopo il ritorno ai massimi azionari. Manteniamo pertanto una quota azionaria bilanciata nella nostra strategia.

Mercati finanziari vs. Governo Usa: chi avrà la meglio?

A breve termine c'è però un altro pericolo da considerare: il nuovo elevato deficit di bilancio degli Stati Uniti farà vacillare i mercati? Il primo confronto tra mercati azionari e amministrazione Trump, dopo gli annunci sui dazi dello scorso aprile, è stato favorevole agli investitori. Bond vigilantes e agenzie di rating hanno espresso il proprio disagio verso la politica fiscale degli Stati Uniti con un aumento dei rendimenti dei Treasury decennali al 4,5% e un declassamento a Aa. Il secondo confronto sembra nuovamente favorevole ai mercati finanziari. Vediamo opportunità a questo livello di rendimento, che in passato è stato raramente superiore all'inflazione (vedi grafico sotto). Preferiamo in particolare i titoli di stato britannici e australiani, che sono stati influenzati dagli Stati Uniti, ma presentano vantaggi in termini di inflazione e finanze pubbliche. Prevediamo infine un'inflazione moderata e tassi di interesse in calo. Questo vale anche per le obbligazioni emergenti, che continuiamo a preferire. Riteniamo comunque che il potenziale di rialzo delle obbligazioni corporate sia molto limitato dopo il ritorno dei premi di credito a circa 100 punti base.

Tecnologici Usa con margini robusti

Valutiamo positivamente le azioni dei mercati emergenti. Però, considerando la situazione geopolitica, la sovrarappresentazione dell'Asia ci sembra problematica. A livello di paesi, però, Cina-India, Taiwan-Corea del Sud si completano a vicenda per quanto riguarda la propria posizione economica e politica. Un vantaggio indiscutibile è il grande mercato interno asiatico, che riduce la dipendenza dagli Stati Uniti. A livello settoriale, la posizione nei titoli farmaceutici ha sofferto notevolmente lo scorso maggio. Riteniamo che la pressione politica sui prezzi per il settore si attenuerà temporaneamente e che l'alta redditività tornerà in primo piano. Come contrappeso, i grandi titoli tecnologici statunitensi mostrano margini robusti più che crescita. Non ci aspettiamo quindi una nuova sovraperformance come nel 2024.

Aspettare il punto di ingresso per l'oro

Nonostante gli elevati tassi di interesse, il corso geopolitico ed economico degli Stati Uniti mette sotto pressione il dollaro. Consideriamo solo temporaneo il rafforzamento del “biglietto verde” dopo il crollo di circa l'11% lo scorso aprile. A trarne vantaggio sarebbe tipicamente l'oro. Dopo il notevole aumento nei primi quattro mesi dell'anno, il prezzo del metallo prezioso si è consolidato da maggio. Potrebbe pertanto emergere un nuovo punto di ingresso per l’oro. In generale, le materie prime non sono in difficoltà nonostante il calo dei prezzi dell'energia. Evidentemente, vi è scarsità in altri settori, quindi riduciamo il sottopeso nonostante il rallentamento economico.
 
Adeguamenti nei portafogli

Acquisto di titoli di Stato, sovrappeso

Il rendimento dei titoli di Stato globali è tornato sopra il 3%. Dal 2022 oscilla tra il 2,7% e il 3,5%. L'inflazione è tuttavia scesa dal 7,5% al 2,5%. I rendimenti reali ci sembrano quindi interessanti.

Riorganizzazione dei semiconduttori nei titoli Nasdaq

Puntiamo a una maggiore diversificazione nel settore IT, dopo che i titoli dei semiconduttori, con il loro beta elevato, hanno guadagnato circa il 30% dal minimo toccato all'inizio di aprile. Le azioni delle big tech statunitensi attraggono con utili convincenti e consistenti riacquisti di azioni proprie.

Acquisti di materie prime, ma permane il sottopeso

Le nostre previsioni si sono realizzate solo in parte, poiché nonostante la debolezza del petrolio, altri settori non energetici sostengono i prezzi delle materie prime. Riduciamo il sottopeso.

Riduzione su USD, sottopeso significativo

Il rafforzamento del dollaro statunitense dopo il crollo di circa l'11% registrato ad aprile dovrebbe essere solo temporaneo. Nonostante gli elevati tassi d'interesse, la situazione geopolitica ed economica degli Stati Uniti continua a pesare.

 
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