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Analisi Moneyfarm: in tempi di crisi il PAC trasforma la volatilità in un vantaggio
di Davide Cominardi, Investment Consultant Manager di Moneyfarm

Dall’inizio dell’anno, l’indice Nasdaq ha perso circa l’11%, come, del resto, è accaduto alle principali aziende americane. L’indice Vix, che misura la volatilità implicita delle opzioni sull'indice S&P 500 nei 30 giorni successivi alla rilevazione, sulla base dei prezzi delle opzioni call e put out-of-the-money, ha recentemente superato la soglia dei 27 punti, come non accadeva da più di due anni. Mentre l’indice Fear & Greed, che valuta il sentiment degli investitori analizzando sette indicatori tra cui volatilità, momentum del prezzo, domanda di asset rifugio e ampiezza del mercato, è calato fino ad un minimo di 16 punti su 100, segnalando l’“estrema paura” del mercato. Durante un momento di mercato negativo, un’opzione interessante è senz’altro il Piano di Accumulo del Capitale, che prevede il versamento periodico di una somma prefissata in un veicolo di investimento, quale ad esempio un fondo o una gestione patrimoniale, consentendo di comprare a prezzi sempre diversi, mediando nel tempo il prezzo di carico e, ovviamente, portando a comprare a cifre tendenzialmente più vantaggiose in uno scenario ribassista.
Il PAC è lo strumento di investimento ideale per chi desidera costruire il proprio futuro finanziario un passo alla volta, attraverso una sana disciplina di risparmio; per le sue caratteristiche rappresenta uno strumento adatto agli investitori prudenti, che vogliono entrare in confidenza con i mercati in modo graduale, investendo la liquidità che progressivamente si accumula sul conto corrente. È un’opzione consigliata a chi ha la possibilità di risparmiare regolarmente una quota del proprio stipendio, anche minima. Mettere da parte ogni mese anche solo una piccola somma consente di tutelarsi in vista del futuro, resistendo alla tentazione del panic selling, per raggiungere traguardi anche impegnativi, come l’acquisto o la ristrutturazione di un immobile, o la creazione di una rendita pensionistica che permetta di affrontare con serenità il ritiro dal mondo del lavoro. I vantaggi del Pac durante una fase di crisi, rispetto all’investimento in un’unica soluzione, sono evidenti soprattutto in termini di tempi di recupero.
Analizzando il comportamento di un PAC rispetto a un investimento in un’unica soluzione durante le principali crisi di mercato del nuovo millennio (il crollo del 2000, la crisi finanziaria del 2008, la pandemia del 2020 e la correzione del 2022) emerge come la scelta di attivare un piano di accumulo in un momento di forte stress sui mercati finanziari porti un beneficio tangibile e aiuti a vivere diversamente una fase complicata per il proprio investimento.
Nello specifico, se si confronta un investimento di 10.000 euro in un’unica soluzione con un investimento iniziale di 10.000 euro combinato con un contributo mensile di 100 euro, la disciplina del versamento ricorrente avrebbe consentito di tornare in pareggio ben 339 giorni prima durante la crisi degli anni 2000 e 419 giorni prima durante la crisi finanziaria del 2008, scaturita dallo scoppio della bolla sui mutui subprime e dal fallimento di Lehman Brothers. Stessa dinamica anche per l’ultimo ribasso dei mercati azionari collegato all’impennata dell’inflazione e allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. La crisi del Covid-19 è stata caratterizzata, invece, da un crollo vertiginoso ma da una risalita altrettanto rapida, che non ha creato le premesse per un miglioramento dei tempi di recupero tramite l’utilizzo del Piano di Accumulo.
Escludendo il Covid-19 e considerando le altre tre crisi, se si provasse a calcolare il versamento ricorrente minimo per tornare in positivo almeno il 10% più rapidamente rispetto all’investimento in un’unica soluzione, si osserverebbe come un contributo mensile compreso tra lo 0,4% e lo 0,8% del capitale investito totale sarebbe stato sufficiente.
Questo testimonia le potenzialità del contributo ricorrente, che è in grado di mediare i prezzi di carico in scenari negativi prolungati, anche laddove si fosse investita una somma importante. Prendendo, ad esempio, un capitale investito pari a 100 mila euro e un piano di accumulo compreso tra i 400 e gli 800 euro al mese, questo avrebbe consentito di ridurre in maniera sensibile i tempi di recupero.
In conclusione, investire tramite un versamento ricorrente mensile non significa inseguire rendimenti più alti, ma sviluppare disciplina, ridurre l’emotività e trasformare la volatilità del mercato in un vantaggio: il PAC consente agli investitori di partecipare con fiducia al gioco dei mercati, indipendentemente dal contesto economico.