Nel 2024 il patrimonio finanziario delle imprese italiane ha registrato una crescita significativa, salendo a 2.612,9 miliardi di euro, con un incremento di quasi 40 miliardi rispetto all’anno precedente (+1,5%). È quanto emerge dal report del Centro studi di Unimpresa, elaborato su dati della Banca d’Italia, che evidenzia come circa il 27,7% di queste attività, pari a 724 miliardi, sia detenuto oltreconfine, una quota stabile rispetto al 2023, a conferma della crescente internazionalizzazione delle strategie finanziarie aziendali.
Imprese italiane più forti ma ancora sotto pressione: patrimonio finanziario a 2.612 miliardi
A trainare l’aumento complessivo del patrimonio sono stati in particolare i depositi (+14,8 miliardi), i titoli (+14,9 miliardi, spinti anche dal maggiore investimento in titoli pubblici italiani) e le partecipazioni azionarie (+12,7 miliardi), che si confermano la componente patrimoniale principale, con un peso del 35,7% sul totale delle attività.
La dinamica positiva delle attività si accompagna a una sostanziale stabilità sul fronte delle passività, che ammontano complessivamente a 5.012,6 miliardi di euro, in lieve aumento (+3,1 miliardi, +0,06%) rispetto ai 5.009,5 miliardi del 2023. Tuttavia, all’interno di questo dato aggregato si osservano movimenti rilevanti nella composizione: i prestiti bancari, voce centrale per la finanza d’impresa, calano in modo marcato passando da 615,2 a 598,9 miliardi di euro (-16,3 miliardi, -2,6%), confermando un trend che riflette le difficoltà di accesso al credito bancario, in particolare per le piccole e medie imprese.
Anche gli altri prestiti risultano in contrazione (-7,5 miliardi), mentre cresce il ricorso al mercato: i titoli emessi salgono a 200,5 miliardi (+16,7 miliardi, +9,1%), segnalando una graduale ma costante disintermediazione finanziaria.
In aumento anche le passività estere, che raggiungono quota 942,7 miliardi (+2,8%), pari al 18,8% del totale, a fronte di una progressiva apertura delle aziende italiane ai mercati internazionali. Le partecipazioni passive aumentano di 25,8 miliardi, portandosi a 2.820,6 miliardi, mentre i debiti commerciali restano pressoché invariati (+0,1%) e calano le altre passività (-6,3 miliardi). Il saldo netto tra attività e passività, pur restando ampiamente negativo, migliora in modo sensibile, passando da –2.436,2 miliardi a –2.399,8 miliardi, con un recupero di circa 36,4 miliardi, grazie al rafforzamento patrimoniale registrato sul fronte attivo.
Secondo il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, “la fotografia dei conti finanziari delle imprese italiane nel 2024 conferma una tendenza di rafforzamento patrimoniale che va valorizzata e sostenuta. L’incremento delle attività, trainato dalla maggiore liquidità e dalla ripresa degli investimenti in titoli e partecipazioni, è un segnale di fiducia. Tuttavia, il quadro resta condizionato da un livello di passività ancora molto elevato, con una forte esposizione nelle componenti più onerose come i prestiti bancari e l’indebitamento obbligazionario”.
La riduzione dei finanziamenti bancari, evidenzia ancora Spadafora, “conferma le difficoltà di accesso al credito, soprattutto per le PMI. In questo contesto, il maggiore ricorso al mercato dei capitali e la crescita delle attività all’estero indicano la ricerca di nuovi equilibri e strumenti alternativi. Tuttavia, la politica economica non può restare a guardare: servono misure strutturali per incentivare la patrimonializzazione, ridurre il costo del credito e introdurre una fiscalità più favorevole per chi reinveste gli utili. Le imprese italiane stanno dimostrando resilienza e capacità di adattamento, ma è indispensabile un contesto normativo e finanziario più favorevole per poter davvero crescere”.
Nel dettaglio, la voce “biglietti e depositi” è passata da 518,3 a 533,1 miliardi (+2,9%), indicando una strategia di maggiore prudenza e liquidità da parte delle aziende. I titoli, in particolare quelli pubblici, sono cresciuti da 88,4 a 103,3 miliardi (+16,9%), mentre le azioni e partecipazioni hanno toccato quota 960,7 miliardi (+1,3%). Più contenuta la crescita delle altre attività finanziarie (+0,3%), mentre il credito commerciale si è contratto da 732,5 a 728,8 miliardi (-0,5%).
Nel complesso, il quadro tracciato da Unimpresa mostra una lenta ma strutturale evoluzione del sistema finanziario delle imprese italiane, con una maggiore diversificazione delle fonti di finanziamento, un incremento delle attività patrimoniali estere e un uso più mirato della liquidità disponibile. Tuttavia, restano rilevanti criticità legate alla dipendenza da debiti onerosi e a una ancora insufficiente patrimonializzazione diffusa, che rendono necessario un intervento pubblico organico per favorire una crescita più solida e sostenibile del tessuto produttivo nazionale.