Salute

Sanità, Italia fanalino di coda in Europa: nel 2024 spesa pubblica al 6,3% del PIL

Redazione
 
Sanità, Italia fanalino di coda in Europa: nel 2024 spesa pubblica al 6,3% del PIL
Nel 2024 la spesa sanitaria pubblica italiana si è attestata al 6,3% del PIL, ben al di sotto della media OCSE del 7,1% e della media europea del 6,9%. Lo rivela la Fondazione GIMBE, che in un’analisi aggiornata ai dati OCSE sottolinea come l’Italia occupi solo il 14° posto tra i 27 Paesi europei e l’ultimo tra quelli del G7 per spesa pro-capite, pari a 3.835 dollari contro i 4.689 della media europea. Il divario complessivo ammonta a circa 43 miliardi di euro.

Sanità, Italia fanalino di coda in Europa: nel 2024 spesa pubblica al 6,3% del PIL

Il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta (in foto), parla di “sottofinanziamento strutturale” che grava sulle Regioni, costrette a fronteggiare liste d’attesa interminabili, pronto soccorso al collasso, carenza di medici di base e crescenti disuguaglianze territoriali. Una situazione che spinge milioni di cittadini a pagare visite e prestazioni di tasca propria o addirittura a rinunciare alle cure: nel 2024, secondo GIMBE, è accaduto a 5,8 milioni di persone.

Il confronto con gli altri Paesi europei e del G7 fotografa un arretramento progressivo iniziato dopo il 2011. Se in passato la spesa italiana era in linea con la media europea, oggi il divario è abissale: la Germania spende oltre 8.000 dollari pro-capite, più del doppio rispetto all’Italia, mentre persino la Spagna ha superato il nostro Paese. Anche il Regno Unito, che condivide il modello universalistico, ha aumentato gli investimenti dopo la pandemia, scalando posizioni fino a superare Canada e Giappone.

Per Cartabellotta, non basta più il consueto braccio di ferro annuale sulla Legge di Bilancio. Serve un patto politico trasversale che preveda un rifinanziamento progressivo e stabile del Servizio Sanitario Nazionale, accompagnato da riforme strutturali e sostenuto da una chiara volontà politica.

“La salute – ha sottolineato – non è solo un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, ma anche una leva di sviluppo e di coesione sociale. Se non investiamo oggi, pagheremo domani con disuguaglianze, malattie e perdita di futuro”.

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