Salute

Ocse: spesa sanitaria al 9,3% del Pil, aspettativa di vita 81,1 anni

Redazione
 
Ocse: spesa sanitaria al 9,3% del Pil, aspettativa di vita 81,1 anni

Cure più efficaci, ospedali meno sovraccarichi, ma costi in aumento: è quanto emerge dal Rapporto “Health at a Glance 2025”, pubblicato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che mette in evidenza un miglioramento dell’efficacia delle cure, un aumento della sopravvivenza e ospedali meno sovraccarichi grazie al rafforzamento dell’assistenza territoriale. Allo stesso tempo, tuttavia, la sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari appare sempre più sotto pressione.

 

Ocse: spesa sanitaria al 9,3% del Pil, aspettativa di vita 81,1 anni

 

Secondo il Rapporto, nel 2024 la spesa sanitaria nei Paesi Ocse ha raggiunto il 9,3% del Pil, con una crescita prevista di 1,5 punti percentuali entro il 2045. Questa dinamica è alimentata dall’innovazione tecnologica, dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle aspettative sui servizi offerti dai sistemi sanitari.

 

Nel 2023, l’aspettativa di vita media si è attestata a 81,1 anni, mentre persistono circa 3 milioni di decessi prematuri tra gli under 75, evitabili con interventi di prevenzione più efficaci e tempestivi. Le malattie cardiovascolari e i tumori rimangono le principali cause di morte, rappresentando quasi la metà dei decessi complessivi. Il Rapporto evidenzia inoltre le disuguaglianze nell’accesso alle cure. Nonostante la presenza di sistemi universalistici, le persone appartenenti al quintile di reddito più basso hanno una probabilità 2,5 volte maggiore di essere insoddisfatte dei servizi sanitari rispetto al quintile più alto.

 

In diversi Paesi, i tempi di attesa continuano a rappresentare un ostacolo significativo. Sul fronte dei fattori di rischio, il Rapporto segnala un peggioramento diffuso tra la popolazione adulta: tra il 2013 e il 2023, il 54% degli adulti risulta sovrappeso o obeso, il 27% dichiara episodi mensili di binge drinking e il 15% fuma quotidianamente, sebbene il consumo di tabacco stia progressivamente diminuendo. L’uso di sigarette elettroniche è invece in crescita. La situazione tra gli adolescenti è altrettanto preoccupante: tra i quindicenni, il 20% è in sovrappeso o obeso, il 15% fuma e il 20% svapa almeno una volta al mese.

 

Nonostante queste criticità, i dati confermano progressi significativi nella cura delle emergenze: la mortalità a 30 giorni dopo un infarto è scesa dall’8,2% del 2013 al 6,5% nel 2023, mentre per l’ictus ischemico si passa dal 9,3% al 7,7% nello stesso periodo, grazie a protocolli clinici più efficaci, migliore organizzazione dell’emergenza e presa in carico precoce. Tuttavia, solo il 44% del personale sanitario ritiene adeguati i livelli di organico e i ritmi di lavoro, confermando la pressione organizzativa ancora elevata.

 

Il Rapporto dedica particolare attenzione alla prevenzione, definita dall’Ocse «sottoutilizzata», pur avendo un forte potenziale di riduzione dei costi futuri e di miglioramento della salute. Attualmente, solo il 3% della spesa sanitaria dei Paesi Ocse è destinato alla prevenzione e il 14% alle cure primarie. I risultati mostrano però l’efficacia della medicina territoriale: negli ultimi dieci anni, i ricoveri evitabili sono diminuiti in 28 Paesi su 30 e l’87% dei pazienti over 45 con patologie croniche valuta positivamente le cure ricevute.

 

Il Rapporto sottolinea la necessità di investire in prevenzione, cure primarie e personale sanitario per garantire sistemi più sostenibili. Una transizione che richiederà scelte politiche complesse, risorse aggiuntive e sistemi di monitoraggio più rigorosi, ma che rappresenta una delle principali sfide della salute pubblica dei prossimi decenni.

 

Per quanto riguarda l’Italia, il Paese presenta performance sanitarie generalmente superiori alla media Ocse. L’aspettativa di vita è di 83,5 anni, 2,4 anni sopra la media, mentre la spesa sanitaria rimane inferiore alla media Ocse, sebbene l’Italia investa più risorse nella prevenzione. Tra i fattori di rischio, il 19,5% degli adulti fuma, il 45% svolge scarsa attività fisica, mentre obesità (12%) e consumo di alcol risultano sotto controllo. La copertura sanitaria è universale e i bisogni di cura insoddisfatti sono tra i più bassi (1,8%), pur con solo il 44% della popolazione soddisfatta della qualità dei servizi. La qualità delle cure acute è buona, con mortalità post-infarto e post-ictus inferiore alla media, ma persistono squilibri nel personale: molti medici, pochi infermieri e limitata disponibilità di operatori nella long-term care. L’Italia detiene la più alta speranza di vita alla nascita nell’Unione europea, pari a 84,1 anni, insieme alla Svezia, con un trend in piena ripresa dopo la pandemia.

Tuttavia, la carenza di personale e le barriere all’accesso mettono sotto pressione il Servizio sanitario nazionale, che deve affrontare l’invecchiamento della popolazione, gli squilibri nella forza lavoro e le disparità regionali. La spesa sanitaria pro capite risulta inferiore del 19% alla media Ue e, sebbene l’assistenza ospedaliera soddisfi la domanda, la copertura pubblica per cure ambulatoriali e dentistiche è limitata, con conseguente incidenza della spesa privata sul totale pari al 24%, rispetto alla media Ue del 15,5%. Gli adulti a rischio povertà sono 2,5 volte più propensi a segnalare bisogni medici insoddisfatti. Le lunghe liste d’attesa rappresentano ancora l’ostacolo più rilevante, motivo per cui è stato elaborato un nuovo piano nazionale per la gestione delle liste d’attesa 2025-2027.

Sul fronte delle risorse umane, il Report evidenzia un grave squilibrio nella composizione delle competenze. Pur avendo l’Italia una densità di medici superiore alla media Ue (5,4 ogni 1.000 abitanti), la carenza di infermieri è significativa (6,9 ogni 1.000 abitanti, oltre il 20% sotto la media), con un numero di laureati in infermieristica dimezzato rispetto alla media europea dal 2020. Inoltre, oltre la metà dei medici di base supera il numero massimo di pazienti, soprattutto al Nord, aggravando le criticità del sistema.

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