FOTO: Sergio Marullo di Condojanni, CEO di Angelini Industries e Orazio Schillaci, ministro della Salute
I problemi legati alla salute mentale spesso vengono solo limitati alla sfera medica, perché se ne rileva solo quest'aspetto, forse perché è quello di maggiore evidenza nel giudizio della gente.
Ma salute mentale è un concetto in cui ricadono delle problematiche come ansia e depressione, che sono fenomeni vasti, ma non per questo percepiti per la loro gravità e, quindi, per le ricadute che essi hanno in ambito economico.
Salute mentale: un'indagine di Angelini Pharma e Ambrosetti ne svela l'impatto economico
A fare luce completa sulle dinamiche su e intorno a questa problematica è una indagine, ''La salute mentale come motore della crescita socio-economica dell'Italia'', realizzata Angelini Pharma, in partnership con The European House – Ambrosetti, che è stata presentata questa mattina, a Roma, in occasione di "Headway® – A New Roadmap in Brain Health" che si è tenuta al Ministero della Salute.
I numeri, a chi non è un esperto della materia, sono drammatici nella loro evidenza.
In Italia, dice l'indagine, i disturbi mentali colpiscono una persona su sei, con l'evidenza di ansia e depressione con, rispettivamente, che colpiscono, rispettivamente, 6.950 e 5.365 casi ogni 100 mila abitanti.
E questa situazione ha un ''costo'' economico, ancorché sociale.
Angelini Pharma e The European House - Ambrosetti hanno delineato l'ampiezza delle ricadute economiche di queste problematiche che costano all’Italia 20 miliardi di euro l’anno, circa il 3,3% del PIL.
Ma ci sono costi indiretti per oltre 63 miliardi di euro, perché la salute mentale, quando è intaccata, si traduce in perdita di produttività, in assenteismo, in disoccupazione di lunga durata.
Oggi, in Italia, dice l'indagine, si investe il 3,4% della spesa sanitaria nazionale in salute mentale. Che è una percentuale importante, ma se il Paese aumentasse tali risorse fino a raggiungere il 5%, si registrerebbero benefici diretti e indiretti per 10,4 miliardi di euro. Insomma, per ogni euro investito in salute mentale, il Sistema-Paese ne guadagna 4,7.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, aprendo la presentazione del rapporto ha dichiarato: “La salute mentale è un tema cruciale per il presente e il futuro dell’Italia, un tema che va oltre il diritto fondamentale di ogni individuo, trattandosi di un investimento strategico per il benessere collettivo e la crescita del nostro sistema socio-economico. Le evidenze sono chiare. Come emerge anche dal rapporto che si presenta oggi, in Italia i disturbi psichiatrici colpiscono una persona su sei, la pandemia e le crisi geopolitiche hanno aggravato in maniera significativa questa situazione. I grandi cambiamenti e le sfide degli ultimi anni hanno generato un aumento significativo dei disagi psicologici soprattutto tra i giovani, le donne e le persone più vulnerabili. Sappiamo bene che la salute mentale incide profondamente su ogni aspetto della nostra società. A livello globale- ha detto ancora Schillaci- l’Oms stima 12 miliardi di giornate lavorative perse ogni anno a causa di ansia, stress e depressione. Tradotto in valore economico parliamo di poco meno di mille miliardi di euro di perdite. Guardando all’Italia, secondo i dati Ocse i costi legati ai disturbi mentali impattano sul Pil nazionale per il 3,3%. Una perdita complessiva che – come emerge dal Report – supera i 60 miliardi di euro l’anno andando a incidere sul Servizio sanitario, sui sistemi assistenziali e sociali e sul mercato del lavoro. Di fronte a tutto questo, non possiamo considerare la salute mentale come una questione secondaria. Creare i presupposti per riconoscere a tutti i cittadini il diritto al benessere psichico è alla base di qualsiasi società che ambisca a definirsi inclusiva. Ed è una priorità non solo del ministero, ma di tutto il governo”. "Sono state finanziate campagne di prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione del Ministero della salute (500.000 euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027), fenomeni purtroppo in crescita tra i più giovani”. “Sempre in questo ambito, il ministero della Salute da anni porta avanti progetti e ha firmato ‘Protocolli di intesa’ con altre istituzioni, Istituto Superiore di Sanità, ministero dell’Istruzione, Garante per l’infanzia e l’adolescenza diretti a promuovere la salute mentale o a mettere in atto fattori protettivi per il benessere psichico e per ridurre il rischio che il disagio possa evolvere verso un disturbo mentale conclamato. Prevenzione dunque anche in questo campo come negli altri ambiti di salute”. “Ma non possiamo farcela da soli- ha concluso Schillaci- Serve il coinvolgimento di tutte le istituzioni, delle imprese, delle scuole, delle comunità locali e del terzo settore. Serve un approccio integrato che metta insieme sanità, lavoro, istruzione, welfare. Unendo le forze possiamo rafforzare la salute mentale contribuendo al benessere e allo sviluppo socioeconomico. Questa è una responsabilità collettiva e un’opportunità unica per costruire un’Italia più forte, più coesa e soprattutto più giusta”.
"La salute mentale è una priorità che va oltre l'individuo, influenzando famiglie, aziende e coesione sociale, con un impatto sull’intero Sistema-Paese - ha commentato Sergio Marullo di Condojanni, CEO di Angelini Industries -. L'impegno dell’industria farmaceutica è cruciale, come dimostrano gli importanti investimenti in innovazione e le numerose partnership strategiche sviluppati a livello globale e mirati a rispondere a bisogni clinici non ancora soddisfatti nel settore dei disturbi neurologici e mentali, una delle priorità globali, subito dopo l'oncologia''.
''Da oltre 50 anni - ha ricordato Marullo di Condojanni - , Angelini si dedica al miglioramento della Brain Health, combinando innovazione scientifica e impatto sociale. Grazie al nostro Venture Capital abbiamo affiancato alla ricerca interna un approccio di open innovation, investendo in soluzioni di cura estremamente avanzate mentre, per quanto riguarda il sociale, siamo impegnati con numerose iniziative nella lotta allo stigma purtroppo associato ai disturbi di questa natura. L'iniziativa "Headway® – A New Roadmap in Brain Health" è un esempio concreto del nostro impegno: fornisce un quadro dei bisogni di salute mentale in Europa per diffondere best practice e aiutare i policymaker ad agire dove c'è più necessità".
Da parte sua, Gabriele Ghirlanda, Executive Director Global Value, Access & Public Affairs Angelini Pharma, ha detto che ''guardando ai dati sulla prevalenza dei disturbi mentali in Italia, notiamo come questa si concentra in modo predominante nella popolazione in età lavorativa, con il 64,8% dei casi complessivi registrati nella fascia di età 20-64 anni. Tuttavia, solo il 57,9% dei casi viene trattato. Questo quadro si traduce in costi elevati in termini di ridotta produttività, spesa assistenziale e sociale e spesa sanitaria diretta, per una cifra complessiva di circa 63,3 miliardi di euro. Questi dati evidenziano l'urgenza di migliorare l'efficienza e l'efficacia delle risorse attuali, dando priorità ai servizi territoriali e alle strategie di intervento precoce. È imprescindibile adottare un approccio integrato che consideri la salute mentale come parte integrante della salute pubblica e includa anche la prevenzione. Solo con azioni coordinate possiamo affrontare efficacemente l'aumento dei casi di disturbi mentali e ridurre l'impatto socio-economico".
Dallo studio emerge che questi numeri sono anche sottostimati, come suggerisce l’ampio divario tra le regioni italiane in termini di accertamenti, dal momento che si passa dai 266,1 casi per 10.000 abitanti a Bolzano agli 84,8 della Sardegna.
Il tasso di occupazione per le persone che manifestano problemi di salute mentale, infine, è pari a 42,7%, una percentuale che scende ulteriormente al 40,2% per gli individui con disturbi complessi. Si tratta di numeri inferiori anche di venti punti rispetto al dato della popolazione generale, elemento che evidenzia gravi disuguaglianze nell’accesso al mondo del lavoro.
"Il Rapporto Headway® - ha detto Daniela Bianco, Partner di The European House – Ambrosetti e Responsabile della Practice Healthcare, TEHA Group - consente di avere accesso da alcuni anni a numerosi dati e indicatori sullo stato di salute e le politiche in ambito di salute mentale nei Paesi europei, dati che sono fondamentali che possono guidare il monitoraggio e la pianificazione delle strategie per la salute mentale in Italia. I risultati sono particolarmente rilevanti per il nostro Paese e dimostrano chiaramente che investire un euro nella salute mentale e nei servizi sociali genera un significativo ritorno, stimato in 4,7 euro, sia in termini economici, sia in termini di miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, con l’Italia ancora al di sotto dei livelli raccomandati di investimento nei servizi di salute mentale, è fondamentale agire subito per colmare questo divario e garantire risultati migliori per le persone e la società nel suo complesso''.
Alla presentazione dell'indagine ha partecipato anche il prof.Albero Siracusano, ordinario dell'Università Tor Vergata di Roma, direttore della Scuola di psichiatria e coordinatore del Tavolo tecnico sulla salute mentale. "Il 12% della popolazione italiana - ha detto il prof.Siracusano - vive con problemi di salute mentale, che oltre ad essere debilitanti nella prevalenza dei casi mettono a serio rischio la possibilità di lavorare non solo dei pazienti ma anche dei loro familiari, che vivono su di loro la malattia del loro caro.La risposta a questa sfida dipende dall’impegno collettivo: è fondamentale promuovere un approccio "One Mental Health" per una cultura della salute mentale che risponda ai bisogni della popolazione in tutte le fasi della vita, con particolare attenzione alle donne, agli anziani e al tema drammatico della solitudine".