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Kairos Partners SGR: Market Flash di mercoledì 8 gennaio 2025
di Alberto Tocchio, head of Global equity and Thematics
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Siamo pronti a inaugurare un nuovo anno che si preannuncia stimolante e, al contempo, potenzialmente più complesso rispetto agli ultimi 12 mesi. Proprio per questo motivo, i nostri studi e le analisi di mercato saranno ancora più cruciali per navigare il panorama degli investimenti.
Abbiamo chiuso il 2024 con qualche giorno di debolezza, negando il consueto rally di fine e inizio anno. Tuttavia, il posizionamento del mercato era già elevato, e nel complesso non si sono registrati danni tecnici significativi. I mercati hanno assorbito diverse pressioni, come le vendite dei fondi pensione per il ribilanciamento di fine anno.
Il 2024 sarà ricordato come il secondo anno consecutivo con performance superiori al 20% per l’S&P 500, che ha registrato quasi un +60% in due anni, con una delle più basse correzioni annuali degli ultimi decenni. Tuttavia, la leadership è rimasta estremamente concentrata, con solo il 27% delle azioni statunitensi che hanno sovraperformato l’indice. Inoltre, l’S&P 500 ha superato significativamente la versione equal-weight, segnando una disparità senza precedenti.
L’elemento più interessante non è solo la performance complessiva, ma anche la sua composizione. Negli ultimi due anni, il mercato statunitense ha visto la maggiore sovraperformance dei titoli growth della storia, superando persino il periodo della bolla tecnologica. Al contrario, le small cap hanno registrato il peggior anno degli ultimi 26.
In Europa, invece, i mercati sono rimasti bloccati in una fase laterale da marzo, con l’EuroStoxx 50 in calo di quasi il 4% rispetto a quel periodo. In Francia, il CAC 40 ha chiuso l’anno a -2%, con una perdita superiore all’11% dai massimi di maggio.
Gli ETF hanno giocato un ruolo fondamentale, alimentando l’interesse per il mercato azionario statunitense. Nel 2024 è stato superato il record precedente di flussi verso gli ETF, che hanno sostenuto società a mega capitalizzazione nei settori tecnologici e tematiche centrali come intelligenza artificiale, transizione energetica, cure per l’obesità e cambiamento demografico.
Questi trend hanno portato le prime 10 società dell’S&P 500 a rappresentare quasi il 40% dell’indice, una concentrazione mai vista prima. Parallelamente, il dollaro ha guadagnato il 6% contro l’euro, toccando i massimi degli ultimi due anni, mentre le criptovalute hanno beneficiato dei flussi verso gli ETF, con il Bitcoin che ha visto volumi pari a oltre la metà di quelli dell’oro.
Le tematiche dominanti, come l’intelligenza artificiale, continueranno a guidare il mercato. Si prevede un aumento degli investimenti in data center, potenza di calcolo e software. L’AI generativa, sebbene ancora poco utilizzata rispetto al potenziale, potrebbe diventare centrale nelle nostre vite grazie a nuove applicazioni e funzionalità.
Un esempio interessante è la nomina di Krishnan, imprenditore di origine indiana, come consigliere per l’intelligenza artificiale nel governo Trump. Questa scelta ha sollevato problematiche legate ai visti per lavoratori stranieri altamente qualificati, tema cruciale per il settore AI negli Stati Uniti.
Il 2025 potrebbe segnare un ritorno a un approccio di investimento più globale, premiando aree rimaste indietro. Tuttavia, la volatilità potrebbe aumentare, considerando che il VIX e gli spread sul credito hanno toccato i minimi degli ultimi 17 anni. Questo scenario richiederà un approccio più dinamico e attivo agli investimenti.
In questi giorni siamo sommersi da previsioni per il 2025, accompagnate da analisi delle opportunità e dei rischi. È interessante notare come, negli ultimi due anni, nessuno avesse previsto mercati azionari così forti. Anche quest’anno la tradizione sembra rispettata: il target medio per l’S&P 500 si attesta su un aumento di poco più del 5% rispetto ai livelli di fine 2024. La vera sorpresa, però, è che nessuno prevede una performance negativa, un dettaglio che merita attenzione.
Passiamo ora a esaminare le principali incognite, opportunità e rischi per il nuovo anno.
Tra due settimane, Donald Trump sarà ufficialmente alla Casa Bianca. Questo rappresenta un elemento chiave, poiché, sebbene alcune delle sue politiche siano già note, altre restano da scoprire. Per l’Europa, come dimostra il recente articolo del Washington Post (poi smentito), il tema dei dazi sarà cruciale.
Rispetto al suo primo mandato nel 2016, Trump sembra avere acquisito maggiore esperienza, e ci si aspetta che le sue iniziative pro-business possano stimolare investimenti, innovazione e crescita. Ciò potrebbe avvenire attraverso tagli fiscali, deregolamentazione e incentivi all’energia domestica. Tuttavia, politiche protezionistiche, restrizioni sull’immigrazione e potenziali aumenti del debito pubblico potrebbero alimentare l’inflazione e rallentare la crescita, portandolo in contrasto con la Federal Reserve di Jerome Powell, che ha già espresso cautela riguardo a ulteriori tagli ai tassi.
Il punto più critico per il mercato rimane l’inflazione e il suo impatto sulla crescita. Gli ultimi dati sull’inflazione core non mostrano segnali di diminuzione, e Powell, nella conferenza di dicembre, ha espresso preoccupazione per le dinamiche del mercato del lavoro e dei salari, profondamente mutate. Il target di inflazione del 2% per il 2027 appare sempre più irrealistico, e potrebbe essere necessario rivederlo al 3% per evitare una continua disattesa.
Trump si troverà quindi al centro di un puzzle complesso, fatto di tassi, inflazione, crescita e geopolitica. I rischi includono potenziali conflitti commerciali con la Cina, che potrebbero frammentare ulteriormente l’economia globale. Tuttavia, elementi come la disciplina di mercato, l’indipendenza della Fed e un Congresso diviso potrebbero limitare gli effetti delle politiche più radicali.
Guardando al 2025, si prevede una crescita moderata, ma più lenta rispetto al 2024, salvo eventi imprevisti.
Sta tornando l’interesse per l’Europa, come ipotizzato. Tuttavia, restano molte questioni da risolvere prima che possa diventare un’opzione di investimento convincente. La prossima data cruciale sarà il 23 febbraio, con le elezioni in Germania, che potrebbero portare alla formazione di una coalizione stabile. Questo sarebbe fondamentale per evitare le difficoltà viste lo scorso anno in Francia, dove la crisi politica e sociale ha avuto ripercussioni significative sull’intera regione.
La fragilità politica in Francia e Germania rappresenta un ostacolo per l’Europa, proprio in un momento in cui sarebbe necessaria una maggiore coesione per affrontare le sfide geopolitiche globali.
Siamo in un contesto in evoluzione, dove opportunità e rischi si intrecciano per creare nuove possibilità di investimento. Gli Stati Uniti continueranno a guidare nella fase iniziale del 2025, ma ci si aspetta una maggiore convergenza con altri mercati azionari e rendimenti più normali
I principali rischi derivano dall’incertezza sull’attuazione delle politiche di Trumponomics e sulla capacità della Fed di mantenere i rendimenti dei titoli di Stato sotto il 5%. Inoltre, valutazioni elevate e posizionamenti concentrati in alcuni settori lasciano poco margine per errori.
D’altra parte, fattori positivi come valutazioni depresse fuori dagli USA, un euro più debole, possibili riforme in Germania, un accordo sulla crisi ucraina e ulteriori stimoli economici in Cina potrebbero migliorare il rapporto rischio.