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Usa: sessant'anni fa con Malcolm X morì il sogno di un rinascimento della gente nera

Redazione
 

Sessant'anni fa Malcolm X, leader della gente nera d'America che si opponeva all'idea di una integrazione pacifica, fu assassinato mentre stava parlando in un teatro. Era il 21 febbraio del 1965 e, appena una settimana prima, il predicatore nero era sfuggito ad un attentato dinamitardo contro la sua abitazione.

Usa: sessant'anni fa con Malcolm X morì il sogno di un rinascimento della gente nera

Quando fu trafitto al torace da alcune pallottole di pistola, che lo portarono alla morte nel giro di pochissimo tempo, Malcolm X aveva 39 anni e di vite ne aveva vissute parecchie. Da quando, appena ragazzo, aveva battuto le strade della piccola criminalità, e quindi, in carcere, dove era approdato all'Islam, che declinò in modo diverso da quello degli altri che, predicatori come lui, cercavano una risposta pacifica a quella vedeva come la sopraffazione di un genere su un altro.

La sua storia, finita tragicamente, è stata mirabilmente raccontata da Alex Haley, in una biografia che non è solo la testimonianza di una vita, ma anche il racconto di un percorso di presa di coscienza e della scelta di aiutare i neri d'America ad affrancarsi non piegandosi a compromessi, con i ''bianchi'', ma anche con la gente di colore che si era ormai abituata ad una condizione di subordinazione irrisolvibile. Una vita raccontata anche da Spike Lee, che scelse Denzel Washington, che seppe cogliere ogni sfumatura del predicatore, i sui tormenti, le sue certezze.

Personaggio controverso come pochi, dilaniato dal conflitto interiore tra la riconoscenza verso chi l'aveva salvato dal buco nero del crimine e la consapevolezza che la strada verso la rivoluzione morale, ancor prima che sociale, non poteva non essere costellate di cadaveri virtuali.

Se la sua visione di un intransigente separatismo nero faceva proseliti, soprattutto nelle periferie nere delle metropoli americane, allo stesso tempo lo rendeva inviso a coloro che, di colore, vivevano l'integrazione apparente come una vittoria, gestendola quasi a volere narcotizzare chi vi si opponeva.

Il seguito di Malcolm X fu testimoniato dalle decine di migliaia di persone che, come quasi un pellegrinaggio, si misero in strada, in una gelida giornata di febbraio, per testimoniare la loro devozione a chi li aveva rappresentati, anche assumendo posizioni estremistiche (ieri molto più di quanto appaiano oggi) e stracciando il tacito patto di convivenza tra le due maggioranze di quel tempo, quando ancora l'onda latina doveva manifestarsi.

Tra le tanti frasi che furono scritte per descrivere quelle giornate in cui il dolore si mischiava all'odio e alla rabbia, una delle più significative fu quella di un giornalista della BBC che - davanti alla gente che testimoniava il suo amore per il leader assassinato e che gli agenti perquisiva nel timore di attentati - disse che il predicatore aveva "lanciato un messaggio vendicativo, schietto e gelido come la mattina d'inverno in cui lo avevano seppellito".

Malcolm X - nato Malcolm Little, per poi assumere il nome islamico di El-Hajj Malik el-Shabbaz, e quindi riferendosi a sé stesso come X, a sottolineare il processo di allontanamento dal suo passato -, per la sua retorica incendiaria, ma anche per la sapienza dell'eloquio, prima di essere assassinato aveva cominciato a delineare un percorso diverso, non forse moderato, come qualcuno pensa ancora oggi, ma frutto della consapevolezza che ogni lotta non può negarsi al dialogo, se vuole affermarsi.

Pur sapendo che gli assassini erano di colore, come la loro vittima, la gente che si era messa in fila per rendergli omaggio era divisa sull'accaduto, su chi ci fosse dietro, su quale fosse il fine ultimo dell'omicidio.
Malcolm X fu ucciso a colpi di arma da fuoco sul palco di una sala da ballo di New York mentre si preparava a tenere un discorso alla sua Organization of Afro-American Unity, con la moglie e i figli seduti in platea.

Nell'immediatezza dell'assassinio, la polizia arrestò tre persone, una delle quali, l'uomo che aveva commesso materialmente l'agguato, faceva parte della Nation of Islam, l'organismo politico e religioso che, un anno prima, Malcolm X aveva lasciato in totale dissenso con la guida di Elijad Muhammad, controverso leader del gruppo.

Due degli arrestati - non l'assassino -, anch'essi legati alla Nation of Islam, condannati in un primo processo, si dissero vittime di un errore giudiziario. Tesa accettata, ma solo nel 2021, da un giudice dello Stato di New York, quando il procuratore generale scoprì che i pubblici ministeri avevano nascosto prove che, con ogni probabilità, li avrebbero scagionati dalla colpa per l'omicidio.

Malcolm X, nato nel 1925, in Nebraska, era figlio di un predicatore battista, morto in un incidente stradale, una ricostruzione che il figlio non accettò mai pensando che si fosse trattato di un omicidio per mano di un gruppo suprematista bianco.

Arrestato 1946 per un furto, in carcere si avvicinò alle idee della Nation of Islam, di cui, una volta liberò e cambiato il suo nome in Malcolm X, scalò la gerarchia.
La sua oratoria aggressiva, sulfurea, spregiudicata lo portò a predicare in giro per gli Stati Uniti, dicendo che i bianchi erano il ''diavolo''. Dopo avere lasciato la Nation of Islam, a Washington incontrò Martin Luther King, che predicava la protesta non violenta, l'esatto opposto di quel che Malcolm X perseguiva.

Nonostante le minacce provenienti da più parti, continuò a fare le sue sferzanti apparizioni pubbliche. Nel giugno del 1964, lanciò ufficialmente la sua Organization of Afro-American Unity, dicendo al pubblico riunito : "Vogliamo la libertà con ogni mezzo necessario. Vogliamo la giustizia con ogni mezzo necessario. Vogliamo l'uguaglianza con ogni mezzo necessario". Otto mesi dopo quel discorso e nello stesso teatro, l' Audubon Ballroom nel quartiere Washington Heights di New York, Malcolm X fu assassinato.

L'attivista nero James Farmer , direttore del Congress of Racial Equality, disse che, sebbene Malcolm X non facesse parte del movimento per i diritti civili, la sua "posizione più estrema" ne aveva rafforzato la posizione.
"Il pubblico - disse Farmer - ha visto molto chiaramente che se non avessero fatto ciò che il movimento per i diritti civili chiedeva, avrebbero potuto ottenere Malcolm X. Infatti, Malcolm mi ha detto proprio questo una volta dopo un dibattito che abbiamo avuto. Ha detto, 'Sai che dovresti smetterla di spingerci in giro in questo modo.' Ho chiesto perché. Ha detto, 'Perché ti aiutiamo. Facciamo un sacco di rumore, la gente ci guarda e urla all'omicidio, e poi si gira verso di te'". Per Farmer, Malcolm X era riuscito a dare ai giovani neri un senso di identità. "È stato molto importante perché una persona non può avere un senso del destino per il futuro se non crede di essere qualcuno per primo."

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