L’intelligenza artificiale non è soltanto un motore di efficienza, ma una leva concreta di crescita per il sistema finanziario italiano. Secondo una ricerca di Excellence Consulting, basata sui dati Assoreti (media 2019-2024) e su una survey condotta su circa 200 consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, le reti italiane di consulenza - da Fideuram ISPB a Banca Mediolanum, da Fineco Bank a Banca Generali, Allianz Bank, Azimut, Zurich Bank, Credem, Mediobanca Premier e Widiba -potrebbero generare fino a 100 miliardi di euro di nuova raccolta nei prossimi cinque anni grazie all’adozione dell’AI.
L’IA spinge la consulenza finanziaria, fino a 100 miliardi di raccolta aggiuntiva in 5 anni
Il dato si inserisce in un trend strutturale. L’ABI Lab ha individuato l’intelligenza artificiale come la prima area di investimento tecnologico delle banche italiane nel 2025, davanti a resilienza operativa e cybersecurity. E la Banca d’Italia, nella propria FinTech Survey pubblicata a luglio 2025, ha certificato che gli investimenti in AI degli intermediari vigilati si sono quadruplicati in due anni, passando da meno dello 0,5% a quasi l’1,5% dei costi operativi.
La ricerca di Excellence distingue due effetti principali. Il primo riguarda l’impatto sull’efficienza operativa, i consulenti finanziari stimano che l’intelligenza artificiale consenta di ridurre del 24% il tempo dedicato a compiti amministrativi e di back office, liberando risorse da reimpiegare nella relazione con i clienti. Le ore risparmiate, grazie a una riduzione del 31% nelle attività di pianificazione e gestione, del 26% nell’analisi documentale e del 19% nella ricerca di informazioni, si traducono in un aumento del tempo destinato ai clienti del 18%, con un potenziale di acquisizione media di otto nuovi clienti l’anno per consulente. Su cinque anni, questo equivale a circa 40 nuove relazioni per ciascun professionista.
Il secondo effetto è legato alla crescita dei portafogli già gestiti. Solo il 15% dei consulenti ritiene che l’AI non avrà un impatto significativo, mentre la maggioranza prevede risultati tangibili, il 39% stima un aumento annuo della raccolta tra il 16% e il 30%, e un ulteriore 25% ipotizza un impatto superiore al 30%. In media, l’attesa di incremento della raccolta sul portafoglio esistente si colloca intorno al +30%.
Combinando i due effetti, ampliamento della base clienti e sviluppo dei portafogli già in gestione, l’analisi di Excellence Consulting stima che le reti italiane, se sapranno integrare pienamente le potenzialità dell’intelligenza artificiale nei propri modelli di servizio, potranno raggiungere fino a 100 miliardi di raccolta aggiuntiva in cinque anni rispetto ai livelli attuali.
«Questa ricerca dimostra che l’intelligenza artificiale non è solo un fattore di efficienza, ma un vero driver di crescita per le reti di consulenza finanziaria», ha dichiarato Maurizio Primanni, ceo del Gruppo Excellence (in foto). «Il tempo liberato dall’AI consente di rafforzare la relazione con i clienti e ampliare la base di consulenza. Tutti i principali operatori italiani stanno già sviluppando nuovi strumenti basati su AI, ma la differenza la farà la capacità dei consulenti di integrare questi tool nel proprio modo di lavorare. Investire oggi nell’intelligenza artificiale significa costruire la competitività del settore di domani».