Innovation
Brevettazione in frenata nel 2024, l’Italia perde slancio, ma Bologna e Modena guidano la ripresa territoriale
Redazione
L’innovazione italiana rallenta, ma non ovunque. È quanto emerge dalle elaborazioni di Unioncamere e Dintec sulle domande di brevetto italiano pubblicate dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) nel 2024: 4.612 invenzioni, 168 in meno rispetto al 2023 (-3,5%). Un segnale di cautela che riflette le incertezze del contesto internazionale, ma che non cancella una tendenza di lungo periodo comunque positiva, il numero di brevetti italiani risulta ancora superiore del 25% rispetto a dieci anni fa.
Brevettazione in frenata nel 2024, l’Italia perde slancio
Tra le province, spiccano due eccezioni virtuose, Bologna e Modena. Il capoluogo emiliano cresce di 43 domande, raggiungendo quota 383, Modena segue con +40, attestandosi a 233 brevetti. Un risultato che conferma la vitalità dell’Emilia-Romagna nei settori ad alta competitività manifatturiera e tecnologica. Dietro di loro si collocano Firenze, Bergamo e Pavia, seguite da Pisa, Trento e Cremona.
Il rallentamento colpisce invece alcuni territori storicamente forti nell’innovazione. Milano, pur restando la capitale dei brevetti italiani con 670 invenzioni pubblicate, registra un arretramento di 28 domande. In calo anche Monza e Brianza e Chieti. La geografia del Paese risulta così a macchia di leopardo, se il Nord Ovest resta l’area più innovativa con il 41% dei brevetti (1.885 domande), è anche quella che cede più terreno (-157). Tengono il Nord Est (+11, pari al 38% del totale) e il Centro (+31), mentre il Mezzogiorno arretra con 263 domande (-52).
A livello regionale, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Toscana concentrano da sole quasi l’80% delle domande. Nel confronto annuo, è l’Emilia-Romagna a segnare il miglior saldo positivo (+62), seguita dalla Toscana (+39), dalla Sardegna (+11), dal Lazio (+8) e dalla Basilicata (+7). I dati confermano la centralità dei poli produttivi del Nord e di alcuni distretti emergenti del Centro.
Per settori, la dinamica è disomogenea. La produzione e i trasporti restano il motore principale con 1.485 domande, in lieve crescita. Bene anche chimica e metallurgia (+5) e il comparto tessile-carta (+9). Male, invece, le aree ad alta intensità tecnologica: crollano fisica (-69) ed elettricità (-46), mentre la capacità innovativa di meccanica e illuminazione scende di 36 unità. In difficoltà anche le costruzioni fisse (-19).
Segnali incoraggianti arrivano invece da alcune Key Enabling Technologies (KET). Le Advanced Manufacturing Technologies si confermano prime con 710 brevetti, mentre avanzano fotonica e Advanced Materials. Brusco, però, il passo indietro della Industrial Biotechnology (-16) e soprattutto della micro e nanoelettronica, che precipita da 53 a 17 domande.
Sul fronte delle tecnologie verdi, il 2024 mostra una stabilità nelle energie alternative (84 domande), una lieve flessione nel comparto trasporti e un arretramento nell’immagazzinamento dell’energia (-16). In calo anche i brevetti sulla gestione dei rifiuti, mentre restano marginali, ma in lieve crescita, le invenzioni legate all’agricoltura e al nucleare.
Per Unioncamere, questi dati rappresentano un campanello d’allarme. Il segretario generale Giuseppe Tripoli (in foto) osserva che il calo della capacità brevettuale è probabilmente legato all’instabilità internazionale e che l’Italia resta indietro rispetto ai principali Paesi europei negli investimenti in ricerca industriale. Tripoli ha suggerito che una delle leve decisive potrebbe essere un più efficace incontro tra imprese e ricerca, sottolineando l’urgenza di modalità che favoriscano un trasferimento tecnologico più rapido e capillare.