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Discriminazione in affitto

Redazione
 
Discriminazione in affitto

Ci risiamo. Nel cuore di Roma, in via Luigi Capuana, un annuncio d’affitto ha risvegliato il peggio dell’ipocrisia sociale: “Ampia stanza, uso esclusivo, 500 euro mensili, solo referenziati, solo uomini, non omosessuali, non stranieri, non cani (sì gatti)”.

Discriminazione in affitto

Una lista della spesa discriminatoria, che nemmeno al peggior rigattiere del pregiudizio sarebbe venuta in mente di scrivere così, nero su giallo. Dietro questa demenziale barriera all’ingresso del “club esclusivo” c’è Claudio, un massaggiatore quarantenne, che ha scoperto solo a trattativa praticamente conclusa di essere “troppo gay” per quell’appartamento.

Perché sì: nel 2025 c’è ancora chi affitta casa solo se sei uomo, bianco, eterosessuale e senza cani fastidiosi. I gatti, in questo caso, sono benvenuti. Chissà, forse per il loro fascino aristocratico. Oltre al danno, la beffa Perché Claudio, ignaro del cartello all’entrata, aveva abbandonato il suo precedente domicilio fidandosi del buon senso del proprietario. Inesistente, visto che una volta rivelata la sua omosessualità, l’offerta è stata seccamente respinta. Uno schiaffo in pieno volto, condito da un silenzio imbarazzante che, però, l’avvocatura Giustitalia non è disposta a tollerare.

Gli avvocati che tutelano i diritti delle categorie discriminate sono infatti già pronti a far tremare il padrone di casa con azioni legali e richieste di risarcimento per danni pre-contrattuali. La vicenda ha scatenato un’ondata di indignazione sui social, tra commenti che vanno dal sarcasmo più spietato all’orrore morale più genuino. Naturalmente, non poteva mancare il solito filosofiastro da quattro soldi che pontifica: “Casa mia, regole mie”.

Peccato che, qui, non si parli di regole – quelle vere, tipo non fare buchi nei muri, non trasformare la casa in un cantiere, o non subaffittare a destra e a manca – ma di discriminazione pura e semplice, quell’ombra vecchia quanto il mondo che invece di sparire si ripresenta, fresca come una cicca buttata per terra, sotto forma di un cartello sciatto e rancido. La morale? Nel 2025 non è cambiato nulla o, peggio, la civiltà ha deciso di prendersi una pausa caffè per lasciare spazio alla più becera ignoranza. Nel frattempo i gatti, maestri di eleganza e indifferenza, continuano a farsi gli affari propri, perché evidentemente hanno capito molto prima di noi come si sopravvive senza rompere le palle a nessuno.

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