Il morbo di Parkinson potrebbe presto essere individuato grazie all'olfatto affinato di cani appositamente addestrati. A dirlo è una nuova ricerca pubblicata il 15 luglio su The Journal of Parkinson’s Disease, realizzata in collaborazione tra Medical Detection Dogs e le Università di Bristol e Manchester. Lo studio ha dimostrato che le persone affette dalla malattia emanano un odore cutaneo specifico, rilevabile con precisione attraverso semplici tamponi. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce, aprendo la strada a metodi non invasivi, più rapidi e accessibili.
I cani rilevano il Parkinson dall'odore: uno studio apre nuove frontiere diagnostiche
Per giungere a questi risultati, due cani, un Golden Retriever di nome Bumper e un Labrador nero di nome Peanut, sono stati addestrati per diverse settimane. Il loro compito consisteva nel distinguere i tamponi sebacei prelevati da individui con diagnosi positiva di Parkinson da quelli di persone sane. La fase di addestramento ha coinvolto oltre 200 campioni di odore, presentati ai cani su un sistema a treppiede, con ricompense per le risposte corrette e nessuna reazione per quelle errate. I test successivi, condotti in doppio cieco – ovvero senza che né i ricercatori né gli addestratori sapessero quali fossero i campioni positivi –, hanno rivelato un'efficacia straordinaria: i cani hanno dimostrato una sensibilità fino all'80% e una specificità fino al 98%. Sorprendentemente, sono riusciti a rilevare l'odore caratteristico del Parkinson anche in campioni prelevati da pazienti con altre condizioni mediche, suggerendo la specificità del biomarcatore olfattivo.
L'assenza di un test diagnostico definitivo per il morbo di Parkinson rende questa scoperta particolarmente significativa. L'identificazione di potenziali biomarcatori, come la "firma olfattiva" rilevata dai cani, potrebbe agevolare enormemente la diagnosi e un intervento terapeutico tempestivo. Claire Guest, CEO e Direttore scientifico di Medical Detection Dogs, ha espresso grande entusiasmo: "Siamo estremamente orgogliosi di affermare che, ancora una volta, i cani sono in grado di rilevare le malattie con grande accuratezza. Attualmente non esiste un test precoce per la malattia di Parkinson e i sintomi possono manifestarsi anche 20 anni prima di diventare visibili e persistenti, consentendo una diagnosi confermata. Una diagnosi tempestiva è fondamentale poiché un trattamento successivo potrebbe rallentare la progressione della malattia e ridurre l'intensità dei sintomi."
Nicola Rooney, Professoressa Associata presso la Bristol Veterinary School dell'Università di Bristol e autrice principale dello studio, ha ribadito l'importanza dei risultati: "L'identificazione di biomarcatori diagnostici del Parkinson, in particolare quelli che possono predire lo sviluppo o aiutare a diagnosticare la malattia in fase precoce, è oggetto di numerose ricerche in corso. I cani in questo studio hanno raggiunto un'elevata sensibilità e specificità e hanno dimostrato l'esistenza di una firma olfattiva distintiva per i pazienti affetti dalla malattia. Livelli di sensibilità del 70% e dell'80% sono ben superiori a quelli casuali e credo che i cani potrebbero aiutarci a sviluppare un metodo rapido, non invasivo ed economico per identificare i pazienti con il morbo di Parkinson."
Anche Perdita Barran, Professoressa di Spettrometria di Massa presso l'Università di Manchester, ha espresso soddisfazione: "È meraviglioso partecipare a questa ricerca ispirata da Joy Milne e dal nostro programma Nose2Diagnose. Questo studio si aggiunge alla crescente quantità di prove che dimostrano come tamponi cutanei semplici e non invasivi possano essere utilizzati per diagnosticare il morbo di Parkinson, offrendo un metodo più rapido e accessibile per la diagnosi precoce."