Il periodo difficile che le principali case automobilistiche della Germania stanno attraversando ha un nodo comune a tutte: il mercato cinese che, da gallina delle uova d'oro, per i marchi tedesche che si posizionano tradizionalmente in una produzione di alta fascia, sta diventando un pesante fardello per le casse di Volkswagen, Bmw e Mercedes, come raccontano i recenti dati relativi agli ultimi mesi.
Una situazione che, se forse non era difficile intuire, vista la volubilità degli acquirenti, ma anche i prezzi delle vetture ''Made in Germany'', ora si sta manifestando in tutta la sua gravità imponendo alle case tedesche di valutare con attenzione le prossime scelte, alcune delle quali dovranno segnare un cambiamento radicale rispetto alle strategie del passato. Come è il caso di Volkswagen che potrebbe, di qui a breve, alleggerirsi del perso delle fabbriche realizzate in Cina, quando il mercato locale garantiva un elevato numero di vendite e, quindi, profitti alti.
La crisi delle case tedesche automobilistiche vista dalla Cina come un'occasione
Da qui, come riferisce Reuters, deriva l'interesse che le autorità cinesi e i produttori locali starebbero mostrando per gli stabilimenti di cui Volkswagen, stretta dalla necessità di limitare i costi, anche per affrontare il sempre difficile confronto con il sindacato, dovrebbe liberarsi.
Se - il condizionale è necessario, vista a complessità anche politica della materia - la Cina, attraverso i suoi terminali economico-industriali, acquisisse un impianto ex Volkswagen la cosa avrebbe un impatto molto rilevante perché, in qualche modo, potrebbe esercitare una certa influenza nell'ambito dell'industria automobilistica tedesca, patria di alcuni dei marchi automobilistici più antichi e prestigiosi.
Le aziende cinesi sono già molto rappresentate in Germania, in settori molto importanti, quali le telecomunicazioni alla robotica, ma non ancora nella produzione di auto. Anche se, come azionisti, sono presenti, ad esempio, in Mercedes.
Si tratterebbe, quindi, di una mossa di forte impatto mediatico, ma con risvolti pratici evidenti. Perché, acquisire uno stabilimento in Germania e metterlo in linea, consentirebbe ai produttori cinesi di veicoli elettrici di evitare di pagare i dazi dell'UE sulle auto importate dalla Cina e quindi rappresentare un'ulteriore minaccia per la competitività dei produttori europei.
Se questo è l'aspetto pratico, c'è quello politico da considerare perché, dopo gli stretti legami economici tra Germania e Cina, quando Angela Merkel era cancelliera, ora la Germania va al voto, con il possibile cambio di prospettive legato alla futura coalizione di governo, considerato che quello dimissionario ha avuto l'obiettivo di ridurre la dipendenza dalla Cina. Il ministro degli Esteri Annalena Baerbock ha descritto il presidente Xi Jinping come un " dittatore " e la Cina come un rivale.
Sul ''piatto'' al momento c'è il futuro di due stabilimenti di Volkdwagen, quelli di Dresda (340 lavoratori) e Osnabrueck (2.300 dipendenti).