Un accordo è stato raggiunto la scorsa notte, in sede europea, tra Parlamento e Stati membri, per sviluppare piante prodotte utilizzando nuove tecniche genomiche (NGT) in agricoltura all'interno dell'Unione.
Descritte dai loro detrattori come "nuovi OGM", queste nuove tecniche consentono di modificare il genoma di una pianta, ma senza introdurre DNA estraneo, a differenza degli organismi geneticamente modificati (OGM) di prima generazione.
Agricoltura: accordo in Europa per sviluppare piante con nuove tecniche genomiche
Sebbene i semi ottenuti tramite NGT siano effettivamente OGM, i loro sostenitori sostengono che non siano "transgenici". Grandi sindacati agricoli sostengono queste tecniche per sviluppare varietà più resistenti ai cambiamenti climatici e che richiedono meno fertilizzanti, mentre le organizzazioni ambientaliste vi si oppongono.
La relatrice del testo, l'eurodeputata svedese Jessica Polfjärd, ha definito la decisione come un "importante passo avanti. Questa tecnologia consentirà di coltivare piante resistenti ai cambiamenti climatici e di ottenere rese maggiori su superfici più piccole''.
Il compromesso allenta le attuali regole per alcune varietà di genoma non genetico (NGT), note come varietà di categoria 1, che, a fronte di un numero limitato di mutazioni, saranno considerate equivalenti alle varietà convenzionali. Tuttavia, la questione del numero di mutazioni da considerare non è una questione di consenso tra gli esperti, con alcuni scienziati che propugnano un approccio caso per caso.
Il dibattito su queste biotecnologie è acceso in Europa, dove questa modifica del genoma è ormai classificata nella categoria degli OGM, la cui coltivazione è vietata, ad eccezione del mais Monsanto 810, coltivato su piccole aree in Spagna e Portogallo.
La semplificazione normativa è stata richiesta dalle organizzazioni agricole in nome della competitività europea nei confronti di Stati Uniti e Cina, che consentono l'uso di nuove risorse genetiche (NGR). Le NGR resistenti agli erbicidi o quelle che producono insetticidi non saranno autorizzate sul mercato, in nome della sostenibilità. Nessuna NGR sarà consentita nell'agricoltura biologica.
Le organizzazioni ambientaliste e il settore dell'agricoltura biologica, da parte loro, denunciano una pericolosa tendenza che potrebbe "porre gravi rischi alla nostra agricoltura e al nostro cibo", secondo l'ONG Pollinis. Una delle sue rappresentanti, Charlotte Labauge, sottolinea specificamente la mancanza di etichettatura sui prodotti finali, che considera "una grave violazione dei diritti fondamentali dei consumatori". Secondo l'accordo, la presenza di NGT (Tecnologie Genetiche Naturali) di Categoria 1 deve essere indicata sui sacchi di semi acquistati dagli agricoltori, ma non sull'etichettatura del prodotto finale.
Anche le ONG mettono in guardia contro la concentrazione di costosi brevetti nelle mani delle multinazionali, a scapito dei piccoli agricoltori.
Per entrare in vigore, l'accordo necessita ora dell'approvazione definitiva degli Stati membri e del Parlamento europeo. Questo compromesso è stato fortemente sostenuto dalla Danimarca, che detiene la presidenza di turno dell'Unione europea fino alla fine di dicembre.