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Opinioni in vista della riunione della Fed di dicembre

Erik Weisman, Chief Economist di MFS Investment Management
 
Il mercato è convinto che la Fed taglierà i tassi di 25 punti base questa settimana. E a questo proposito, il mercato non resterà deluso. Molto più interessante sarà capire qauli saranno i nuovi “punti” della Fed sulle aspettative di politica monetaria per il 2025, il 2026 e in prospettiva nel lungo periodo.

 

Dall'ultima volta che la Fed ha aggiornato il suo nota sulle proiezioni economiche, l'inflazione al consumo si è rivelata più sostenuta del previsto e anche il mercato del lavoro, nonostante la temporanea debolezza di ottobre dovuta agli scioperi dei lavoratori e agli uragani, si è dimostrato piuttosto resistente.  Pertanto, negli ultimi tre mesi, il mercato ha valutato il tasso di riferimento dei Fed funds quasi 100 punti base in più rispetto a settembre. In effetti, già a settembre il mercato prevedeva che la Fed avrebbe tagliato ad ogni riunione dei mesi successivi, con un paio di tagli di 50 punti base nella fase iniziale. Arrivando alla riunione di dicembre, il mercato non solo prevede un tasso terminale molto più alto, ma anche che i tagli si verifichino in misura minore rispetto alle altre riunioni. Quindi, Powell suggerirà che il mercato si è spinto troppo in là nell'aspettarsi un percorso relativamente restrittivo da parte della Fed, o la Fed confermerà l’aspettativa del mercato? Cioè, il “punto” mediano della Fed mostrerà 4 tagli nel 2025 come abbiamo visto a settembre, o i “punti” saranno ridotti a soli 3 tagli l'anno prossimo?  E quanti tagli successivi prevederanno i “punti” per il 2026?  Inoltre, nel corso delle ultime tre riunioni trimestrali, il punto mediano a lungo termine, che è una proiezione della visione della Fed sul tasso nominale neutrale, è salito dal 2,50% al 2,875%.  Quanto si spingerà in alto questa visione di lungo periodo?  

 

Il mercato cercherà anche di capire se la Fed sta considerando le potenziali politiche di Trump 2.0. in arrivo. L'aumento dei dazi e le maggiori restrizioni all'immigrazione sarebbero considerate un fattore inflazionistico, almeno nel breve periodo. In uno scenario del genere, la Fed sarebbe più propensa a guardare al di là dell'aumento transitorio dei prezzi o a inasprire la politica monetaria per evitare un rimbalzo dell'inflazione e delle aspettative inflazionistiche, rischiando un forte calo dell'attività economica?  È improbabile che Powell ci fornisca molte indicazioni in merito, poiché la Fed non è incline ad anticipare l'effettiva attuazione delle politiche.

 

 
Infine, ricordiamo che alla vigilia della riunione del FOMC di settembre, il rendimento del treasury statunitense a 10 anni ha segnato il suo punto più basso dell'anno, a circa il 3,60%. Con un rialzo di 80 bps in vista della riunione di dicembre, la Fed vorrà mostrarsi come capace di attuare un taglio aggressivo che faccia salire ancora di più i rendimenti Per saperlo restate sintonizzati.
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