Innovation

Nvidia prepara un nuovo chip AI per la Cina: prestazioni ridotte per aggirare i divieti USA, ma il prezzo è competitivo

di WGR
 
Nvidia prepara un nuovo chip AI per la Cina: prestazioni ridotte per aggirare i divieti USA, ma il prezzo è competitivo
Tra esigenze geopolitiche e strategie di mercato, il colosso dei semiconduttori lancia un processore “adattato” al mercato cinese: si preannuncia il 6000D (o B40), con architettura Blackwell ma specifiche ridotte per non violare le restrizioni USA.

Secondo quanto riportato da Reuters, Nvidia si prepara a lanciare a giugno un nuovo chip per l’intelligenza artificiale destinato specificamente al mercato cinese, con un prezzo compreso tra i 6.500 e gli 8.000 dollari: sensibilmente inferiore rispetto ai 10.000-12.000 dollari del modello H20, ora colpito dal blocco dell’export imposto da Washington.

Il nuovo chip, il cui nome commerciale potrebbe essere 6000D o B40 secondo l’intermediazione di GF Securities, rappresenta una risposta industriale e tecnologica alle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, che si riflettono in modo sempre più evidente sul mercato globale dei semiconduttori, e in particolare nel comparto strategico dei processori AI.

Il processore sarà basato sull’architettura Blackwell, la più avanzata messa a punto da Nvidia, ma sarà deliberatamente “ridimensionato” sotto il profilo delle performance, per rientrare nei limiti fissati dalle restrizioni statunitensi all’export tecnologico verso la Cina.

In particolare, il nuovo chip non supererà la soglia di 1,7-1,8 terabyte al secondo di larghezza di banda della memoria, parametro chiave che, in base alle nuove regole statunitensi, determina l’ammissibilità alla vendita nel mercato cinese. La scelta consente a Nvidia di mantenere una presenza commerciale in un mercato altamente redditizio senza incorrere in violazioni delle normative USA.

Il blocco del chip H20, così come di altri modelli ad alte prestazioni (A100, H100), ha spinto Nvidia a sviluppare versioni “castrate” ma ancora utili per applicazioni AI meno complesse, cercando così di mantenere la leadership anche in contesti geopoliticamente sensibili. La Cina resta infatti un mercato strategico per la crescita del settore AI e data center, ma l’export di tecnologie avanzate resta soggetto a un fitto reticolo di controlli da parte dell’amministrazione USA, guidata dalla volontà di contenere lo sviluppo tecnologico cinese nei settori dual use (civile-militare).

Questa nuova strategia commerciale — che potremmo definire “del compromesso regolamentato” — potrebbe essere replicata anche da altri player del settore, con l’obiettivo di non perdere terreno commerciale in Asia senza scavalcare le linee rosse tracciate da Washington.

L’interesse per il nuovo chip è già alto. Aziende cinesi operanti nel cloud, nella robotica, nell’analisi predittiva e nella sicurezza informatica potrebbero trovare nel nuovo prodotto un compromesso accettabile tra costo e prestazioni, specie in un contesto in cui l’accesso ai chip di ultima generazione è stato progressivamente ridotto dalle tensioni internazionali.

Secondo le prime indiscrezioni, il prezzo — compreso tra 6.500 e 8.000 dollari — rappresenta una soglia competitiva, che consente di ampliare la platea dei potenziali clienti senza sacrificare del tutto i margini di profitto.

Il lancio del nuovo chip da parte di Nvidia conferma come la competizione tecnologica globale sia ormai saldamente intrecciata con le logiche geopolitiche. L’architettura Blackwell ridimensionata per rientrare nei limiti normativi USA rappresenta un esempio paradigmatico di come l’innovazione debba oggi fare i conti con il diritto internazionale, le sanzioni e la diplomazia commerciale.

Nvidia, con questa mossa, dimostra flessibilità strategica e capacità di adattamento a un contesto in continua evoluzione. Ma resta aperto l’interrogativo su quanto a lungo le aziende americane potranno muoversi in questa zona grigia, senza che arrivino nuove e più severe strette da parte delle autorità di Washington.

 
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