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La Camera approva il disegno di legge sulla separazione delle carriere
di Agenzia Nova
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L’Aula della Camera, nella prima delle quattro letture parlamentari previste, ha approvato con 174 sì, 92 no e cinque astenuti, il disegno di legge costituzionale, di iniziativa governativa, recante norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare, che introduce la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. Il provvedimento, che ora passa all’esame del Senato, è formato da otto articoli e prevede, oltre alla separazione delle carriere dei magistrati requirenti e giudicanti, due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante ed il Consiglio superiore della magistratura requirente. La presidenza di entrambi gli organi è attribuita al presidente della Repubblica, mentre sono membri di diritto del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, rispettivamente, il primo presidente della Corte di cassazione ed il Procuratore generale della Corte di cassazione. Gli altri componenti di ciascuno dei Consigli superiori sono estratti a sorte, per un terzo da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati con almeno 15 anni di esercizio, compilato dal Parlamento in seduta comune, e per i restanti due terzi rispettivamente tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti. Il testo dispone che i vicepresidenti di ciascuno degli organi siano eletti fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. I membri non di diritto resteranno in carica per quattro anni, e non potranno inoltre partecipare alla procedura di sorteggio successiva. Altra misura contenuta nel disegno di legge, che rappresenta una novità, è quella relativa alla istituzione dell’Alta corte disciplinare, un organo collegiale cui è attribuito la giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati ordinari, sia giudicanti che requirenti. L’Alta corte è composta da 15 giudici, di cui tre giudici nominati dal presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati con almeno 20 anni di esercizio; tre giudici vengono estratti a sorte da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno 20 anni di esercizio, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione; sei giudici sono estratti a sorte tra i magistrati giudicanti con almeno 20 anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgono o hanno svolto funzioni di legittimità; tre giudici sono estratti a sorte tra i magistrati requirenti con almeno 20 anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgono o hanno svolto funzioni di legittimità. Nella composizione dell’organo è così contemplata la prevalenza della componente togata.
I componenti dell’Alta corte disciplinare rimarranno in carica per quattro anni, ed il loro incarico non potrà essere rinnovato. Ed ancora, si prevede la possibilità di impugnare le sentenze dell’Alta corte dinanzi all’Alta corte medesima, che giudica in composizione differente rispetto al giudizio di prima istanza. Finché sono in carica, i componenti sia del Consiglio superiore della magistratura giudicante che del Consiglio superiore della magistratura requirente non potranno essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale, analogamente a quanto stabilito dalla disposizione costituzionale in vigore. Il testo del governo segnala, poi, che la designazione a consigliere di Cassazione avverrà su designazione del Consiglio superiore della magistratura giudicante. Anche i magistrati appartenenti alla magistratura requirente, con almeno 15 anni di esercizio delle funzioni, potranno essere designati all’ufficio di consigliere di Cassazione per meriti insigni. Il provvedimento prevede, infine, che entro un anno dall’entrata in vigore della legge costituzionale saranno conseguentemente adeguate le leggi sul Consiglio superiore della magistratura, sull’ordinamento giudiziario e sulla giurisdizione disciplinare.