La fiducia del settore manifatturiero e delle costruzioni si conferma debole, ma migliora nei servizi. Il calo della fiducia dei consumatori ci ricorda che la spinta dei consumi che prevediamo per il 2025 non è immune da rischi al ribasso. Il quadro dei dati sulla fiducia in Italia è rimasto misto anche a dicembre, confermando la mancanza di una chiara direzione. La fiducia si è nuovamente indebolita tra i consumatori e, sul fronte delle imprese, nel settore manifatturiero e delle costruzioni, ma è migliorata nei servizi.
Consumatori sempre più preoccupati dagli sviluppi economici e dalla disoccupazione futura
La fiducia dei consumatori è diminuita per il quarto mese consecutivo, a causa delle crescenti preoccupazioni sulla situazione economica futura e sulla disoccupazione futura. L'indice relativo alla disoccupazione futura ha raggiunto il livello più alto dal novembre 2022. Sebbene i consumatori non stiano ancora indicando un impatto negativo significativo sulle finanze familiari, stanno diventando meno disposti ad acquistare beni durevoli. Questa tendenza è un segnale di allarme per la prospettiva dei consumi nel 2025. Noi manteniamo l'ipotesi che i consumi privati saranno un motore fondamentale per la crescita del PIL l'anno prossimo, sulla base della continua tenuta del mercato del lavoro, di una dinamica salariale ancora positiva e di un’inflazione sotto controllo. Tuttavia, se l'occupazione dovesse indebolirsi, aumenterebbe il rischio di una sorpresa negativa dal lato dei consumi.
Le aziende manifatturiere segnalano un rallentamento degli ordini e un aumento delle scorte
Sul fronte delle imprese, il nuovo indebolimento della fiducia del settore manifatturiero non sorprende, visti i recenti sviluppi del contesto esterno. A dicembre, la fiducia è stata trascinata al ribasso da un ulteriore calo degli ordini, sia interni che esteri, e da un indebolimento delle aspettative sulle prospettive della crescita economica. Le imprese segnalano inoltre un netto aumento delle scorte e una crescente intenzione di ridurre la forza lavoro. L'interpretazione complessiva di questi segnali suggerisce che le condizioni non sono ancora favorevoli per la fine della recessione manifatturiera che dura da due anni. Il settore manifatturiero ha probabilmente continuato a frenare la crescita nel quarto trimestre e si prevede che rimarrà debole nel primo trimestre del 2025.
Il settore delle costruzioni conferma la divergenza tra edilizia abitativa e non abitativa
Come prevedibile, nel settore delle costruzioni la fiducia è scesa in dicembre, raggiungendo il livello più basso dal novembre 2022. Certo, il calo rimane molto graduale, nonostante la fine del generoso incentivo del Superbonus. È probabile che siano in gioco due forze: un effetto residuo dell'incentivo, dato dal completamento dei cantieri esistenti, e un certo slancio della componente non abitativa, che dovrebbe riflettere la messa a terra degli investimenti previsti dal PNRR. La buona notizia è che le imprese del sotto-settore delle abitazioni non segnalano alcuna intenzione di ridurre la propria forza lavoro.
I servizi sono il punto di forza, ed un potenziale motore di crescita
L'ovvio punto di forza dei dati odierni sulla fiducia è il settore dei servizi. Dopo il calo di novembre, la fiducia dei servizi ha registrato una solida ripresa a dicembre, sostenuta dai solidi guadagni nei settori dell'informazione e della comunicazione e dei servizi alle imprese, nonché da ulteriori miglioramenti nel turismo. La fiducia nel settore del commercio al dettaglio ha confermato i recenti guadagni, con valutazioni sulle vendite attuali e aspettative sulle vendite future che riflettono questa tendenza positiva. Il settore dei servizi sembra quindi destinato a rimanere il motore della crescita dell'economia italiana, almeno nel breve periodo.
L'economia italiana è ancora in una fase di debolezza alla fine dell'anno
I dati di oggi confermano che l'economia italiana ha chiuso l'anno ancora debole. Se riuscirà a registrare una piccola crescita trimestrale positiva del PIL, che rimane il nostro scenario di base, dipenderà da quanto i servizi riusciranno a compensare la debolezza del settore manifatturiero. È probabile che questo rimanga il tema principale nella prima parte del prossimo anno. Per l'intero 2025, dato il probabile contesto di debolezza della domanda internazionale di esportazioni, la performance di crescita dell'Italia dipenderà in particolare da due fattori: i consumi privati e l'effettiva spesa dei fondi del PNRR, dove i progressi sono stati lenti. Attualmente ci aspettiamo una crescita del PIL italiano dello 0,7% nel 2025 (dallo 0,5% del 2024), con spazi molto limitati per sorprese al rialzo.