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Fixed income – L'aumento dei tassi sta limitando i potenziali rendimenti

di Bob Homan, Chief Investment Officer di ING
 
Fixed income – L'aumento dei tassi sta limitando i potenziali rendimenti
I premi di rischio più bassi hanno portato a un incremento dei rendimenti nel 2025

Un portafoglio obbligazionario diversificato ha generato quest'anno un rendimento di poco superiore al 3% (in euro), trainato principalmente dalla riduzione dei premi di rischio (gli “spread”, ovvero il compenso aggiuntivo per le obbligazioni societarie rispetto ai titoli di Stato) sulle obbligazioni societarie e dei mercati emergenti e, in misura minore, dal calo dei tassi di interesse. Negli Stati Uniti, sia i tassi a breve termine (fino a due anni) che quelli a lungo termine (dieci anni e oltre) sono diminuiti. Nell'Eurozona, i tassi a breve termine sono scesi in seguito ai tagli dei tassi da parte della BCE, mentre quelli a lungo termine sono aumentati. I timori sulla sostenibilità del debito pubblico europeo hanno spinto al rialzo i rendimenti a lungo termine, pesando sui rendimenti delle obbligazioni governative denominate in euro.

L’aumento dei rendimenti limiterà i ritorni dei titoli di Stato

Con una crescita globale stabile e un lieve rallentamento dell’inflazione, prevediamo ulteriori tagli dei tassi, seppur contenuti, da parte delle banche centrali. La BCE dovrebbe mantenere i tassi invariati, mentre la Federal Reserve dovrebbe ridurre il tasso di riferimento tre volte nel 2026, di 0,25% ciascuna, portandolo in un intervallo compreso tra il 3,0% e il 3,25%. Nel nostro scenario base, i rendimenti a lungo termine dell'eurozona registreranno un leggero aumento, trainati dai deficit di bilancio persistentemente elevati e dall'aumento del debito pubblico. Il rendimento decennale tedesco, benchmark dell'eurozona, dovrebbe salire dal 2,7% a circa il 3,0%. I rendimenti obbligazionari nei paesi con deficit elevati e debito in rapida crescita (come la Francia) potrebbero aumentare ulteriormente. Prevediamo che i rendimenti dei titoli di Stato dell'eurozona (Bloomberg Euro Aggregate Treasury Total Return Index) aumenteranno in media di 40 punti base (0,4%). Il calo dei prezzi sarà compensato da un aumento dei proventi delle cedole, lasciando i rendimenti attesi dei titoli di Stato denominati in euro appena positivi, intorno al +0,1% nel 2026.

I titoli di Stato mantengono il loro ruolo di bene rifugio

Perché detenere titoli di Stato nonostante le basse aspettative di rendimento? Ebbene, il debito sovrano di alta qualità garantisce stabilità in un portafoglio diversificato durante i periodi di incertezza e di elevata volatilità dei mercati. Detto questo, resteremo selettivi nelle nostre scelte all’interno di questa categoria. Prevediamo che il rendimento dei titoli decennali statunitensi aumenterà dal 4,1% al 4,5% nella prima metà del 2026, spinto da un'inflazione persistente, in parte dovuta ai dazi. Nella seconda metà dell'anno, i rendimenti dovrebbero scendere intorno al 4,25% con l'attenuarsi delle pressioni inflazionistiche, offrendo un certo sostegno ai prezzi dei titoli di Stato globali.

Corporate bonds: spread leggermente più elevati all'orizzonte

Non essendo prevista alcuna recessione negli Stati Uniti o nell'Eurozona, prevediamo che gli spread delle obbligazioni societarie rimarranno sostanzialmente stabili. Dopo il forte restringimento nel 2025, è improbabile un'ulteriore compressione. Per le obbligazioni societarie investment grade dell'Eurozona (Bloomberg Euro Aggregate Corporate Total Return Index), prevediamo un leggero aumento degli spread. In combinazione con rendimenti a lungo termine leggermente più elevati, ciò indica un rendimento totale atteso di circa lo 0,5%. Per le obbligazioni globali ad alto rendimento (Bloomberg Global High Yield Total Return Index), prevediamo rendimenti di poco superiori al 3,5%. Le obbligazioni dei mercati emergenti potrebbero offrire poco meno del 3% (JPMorgan EMBI Global Diversified Composite Index, in dollari USA), riflettendo una combinazione di un dollaro leggermente più debole e rendimenti americani più elevati.

Poiché nel 2025 i rendimenti delle obbligazioni non governative sono ulteriormente diminuiti, le aspettative di rendimento per gli investitori obbligazionari nel 2026 risultano inferiori rispetto allo scorso anno. Per un portafoglio obbligazionario diversificato, prevediamo un rendimento intorno all’1% nel nostro scenario di base. Queste stime si riferiscono ai rendimenti a livello di indice. Attraverso una gestione attiva, basata su sovraponderazioni e sottoponderazioni tattiche, puntiamo a conseguire rendimenti più elevati mantenendo il rischio sotto controllo.

Scenari alternativi

Come sempre, insieme al nostro scenario di base, illustriamo anche sia gli scenari positivi che quelli negativi. Nello scenario positivo, la crescita economica e l'inflazione accelerano più del previsto. I rendimenti dei titoli di Stato aumenterebbero ulteriormente, mentre i premi di rischio sulle obbligazioni societarie (high yield) e sui mercati emergenti si ridurrebbero leggermente. In questo caso, i rendimenti obbligazionari rimarrebbero positivi ma inferiori rispetto allo scenario di base.

Nello scenario negativo si verifica il contrario: i rendimenti dei titoli di Stato diminuiscono a causa della “fuga verso la sicurezza”, mentre i premi di rischio aumentano. In questo caso, i rendimenti obbligazionari attesi sarebbero superiori a quelli dello scenario di base.

Ripartizione neutra per azioni e obbligazioni

Sulla base delle nostre attuali previsioni, manteniamo una ripartizione neutra per azioni e obbligazioni nell'allocazione tattica degli asset delle strategie di investimento ING. I titoli immobiliari quotati sono sovrappesati, mentre le materie prime e gli investimenti alternativi hanno una ponderazione neutra nell'allocazione degli asset investibili.
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