Con questo contributo, Ofi Invest AM presenta il suo outlook sui metalli chiave per la transizione energetica mercato per mercato e su come cambierà la composizione del fondo Ofi Invest Energy Strategic Metals, che al momento in cui si scrive raccoglie asset per un valore di 32,8 miliardi di euro.
Rame
Nel corso del 2025, il mercato del rame è stato influenzato da molteplici fattori. È il metallo perno per la transizione energetica, passando per la digitalizzazione, e sta iniziando a generare una domanda significativa, oltre ad essere al centro di questioni geopolitiche. Il settore delle attività estrattive sta affrontando un numero crescente di problematiche legate alla produzione, che hanno impattato considerevolmente sull’offerta globale dell’oro rosso nel 2025 e continuerà ad averne anche per i prossimi due anni almeno. Tutte queste difficoltà rendono ancora più arduo soddisfare una domanda crescente, la quale ha portato il mercato in una condizione di deficit prolungata, che con ogni possibilità si ripresenterà anche nel 2026.
Alla luce di ciò, le prospettive di Ofi Invest AM verso questa commodity restano solide, con la scarsità che dovrebbe continuare a fare da volano del prezzo. Per questo motivo l’intenzione è mantenere l’esposizione del fondo al 30%, ma con possibilità di alzarla anche al 35%.
Alluminio
Anche la disponibilità di alluminio sta venendo messa alla prova a causa di un aumento della domanda dovuto all’impiego non più solo nella transizione energetica, ma anche nei data center. Tuttavia, anche sul lato dell’offerta vi sono fattori che contribuiscono alle tensioni su questo mercato. La prima è che le raffinerie continuano a chiudere, in particolare in Europa, a causa degli elevati prezzi dell’energia; la seconda, invece, è che per accelerare il passaggio all’indipendenza energetica ed efficientare i consumi, la Cina ha annunciato un tetto sulla produzione dell’alluminio di 45 milioni di tonnellate l’anno. Con l’output che ha ormai quasi raggiunto il cap per quest’anno, Pechino non ha ormai quasi più margine per incrementarlo e si sta parlando di una nazione che da sola estrae la metà dell’alluminio mondiale.
Tuttavia, c’è anche un fattore che può mitigare l’outlook positivo per i prezzi di questo metallo ed è il ruolo sempre più centrale che l’Indonesia sta assumendo nella sua produzione. Le proiezioni su dove possa arrivare questo player sono ancora molto discordanti in quanto numerosi progetti per il momento sono solo sulla carta. Pertanto, c’è ancora molta incertezza sul surplus che potremmo vedere nella seconda metà del 2026.
A causa di questa concomitanza di fattori, Ofi Invest AM manterrà inalterata la sua esposizione all’alluminio, pari al 16% del fondo, in quanto la sintesi di tutto restituisce comunque uno scenario positivo.
Argento
Nonostante sia il metallo che, secondo i dati diffuso da Bloomberg, avrebbe meglio performato quest’anno, anche nel 2026 l’argento dovrebbe mantenere il suo trend di crescita. Con il 2025, il mercato di questa commodity chiuderà in deficit per il 5° anno consecutivo, a causa di una domanda sempre sostenuta dalle sue proprietà di ottimo conduttore e da un’offerta particolarmente limitata. Inoltre, la situazione attuale sta pesantemente coinvolgendo anche le giacenze di magazzino, che fino a oggi hanno contribuito in maniera significativa a soddisfare la domanda, ma che ora si stanno assottigliando velocemente.
Questo deficit dovrebbe affermarsi anche nei prossimi 12 mesi, aggiungendo ulteriori pressioni sulle riserve e spingendo ancora di più i prezzi al rialzo.
Tuttavia, anche la crescita della domanda potrebbe frenare a causa di un rallentamento nel settore dei pannelli fotovoltaici della Cina e di un processo di sostituzione dell’argento nella produzione di questi ultimi con altri metalli. Per questo, non ci sarebbe da sorprendersi se il già citato deficit fosse meno ampio nel 2026. In ogni caso, questo non dovrebbe andare ad alterare sensibilmente lo scenario.
In conclusione, l’outlook per l’argento resta solido, con significativi potenziali di crescita. L’allocazione nel fondo è del 16%.
Platino
Dopo l’argento, è il turno del secondo metallo per performance registrata in questo 2025. I prezzi vertiginosi che l’oro ha raggiunto hanno fatto sì che il gioielliero avviasse un marcato processo di sostituzione con il platino, tanto che la domanda in questo singolo settore è cresciuta del 32% negli ultimi 12 mesi. Ma è noto che il platino riveste un ruolo importante anche sul fronte industriale e anche qui ci sono numerosi fattori in gioco: la domanda legata alla produzione delle marmitte di nuove auto (circa il 40% del totale) dovrebbe contrarsi leggermente nel 2026 per via delle difficoltà riscontrate dal mercato dei veicoli a combustione interna. Tuttavia, la domanda di veicoli ibridi, che sono grandi consumatori di platino e di platinoidi in generale, resta solida e potrebbe superare le previsioni degli analisti.
Riteniamo che il prezzo del platino resterà sostenuto anche per i problemi che si riscontrano sul fronte produttivo, in particolare in Sud Africa, a causa del progressivo deterioramento delle attività estrattive.
Nonostante la crescita registrata e i livelli di prezzo raggiunti nel 2025, come Ofi Invest AM siamo convinti che questa commodity abbia ancora ampio margine di crescita. Per questo, l’esposizione è aumentata, arrivando al 16% del fondo.
Nichel
Il mercato del nichel è in surplus nel 2025, una situazione che si prevede persisterà anche nel 2026. Tuttavia, il rischio di una significativa pressione al ribasso sui prezzi potrebbe essere limitato nei prossimi mesi. Infatti, gli attuali livelli sono relativamente vicini al costo marginale di conversione del nichel di qualità inferiore in nichel ad alta purezza, adatto all'uso da parte dell'industria automobilistica nella produzione di batterie. Un calo più netto dei prezzi dei metalli spingerebbe quindi l'industria a ridurre questa produzione a causa dell'insufficiente redditività.
Inoltre, l’Indonesia (il maggiore produttore mondiale) ha annunciato di voler restringere l’accesso alle riserve; una politica che, a differenza di quelle messe in atto fino a oggi dalle autorità del Paese, potrebbero generare una spinta al rialzo per questo mercato.
Sul fronte della domanda, questa continua a crescere e le dimensioni del mercato ad espandersi, nonostante lo share di mercato delle batterie contenete nichel stia perdendo quote a vantaggio di quelle al litio. Uno dei motivi è che questo metallo è una componente essenziale per la realizzazione di centrali nucleari e lo sviluppo di questo settore, in particolare in Cina, dovrebbe continuare a supportare la domanda nei mesi a venire.
Pertanto, il rischio di un crollo significativo del prezzo dai livelli attuali è abbastanza basso e troviamo opportuno mantenere la nostra esposizione al 10% dell’Aum del fondo.
Zinco
Le prospettive di mercato dello zinco dicono che dovremmo passare da una situazione di leggero deficit nel 2025 a un surplus nel 2026; la domanda dovrebbe registrare una leggera crescita, ma la produzione dovrebbe espandersi molto di più e ciò dovrebbe portare a un innalzamento delle riserve anche a causa delle esportazioni cinesi verso l’Europa.
Alla luce di tutto questo, l’esposizione di Ofi Invest AM allo zinco sarà ridotta dal 10% al 4% a e le risorse che si libereranno andranno a sostenere la posizione favorevole verso il platino vista precedentemente.
Piombo
Il piombo è un mercato ancora piccolo e nel 2026 continuerà ad essere usato soprattutto in Cina e India per la produzione di piccoli motorizzati a due ruote. Tuttavia, la vendita di asset europei da parte della società di riciclaggio Ecobat, che potrebbe causare una riduzione degli stock il prossimo anno, e lo sviluppo di settori come la produzione di cavi sottomarini per il trasporto di energia elettrica, potrebbero dare una spinta al settore.
L’esposizione al piombo di Ofi Invest AM resterà dunque al 4%.
Palladio
Nonostante le prospettive parlino di un leggero deficit per il 2026, le preoccupazioni maggiori sul palladio riguardano il declino del suo impiego negli anni a venire. È vero che la "Sezione 232" prevede l'applicazione di una tariffa doganale sul metallo e anche l'indagine antidumping in corso, avviata dalle autorità statunitensi sul palladio russo, potrebbe innescare volatilità o addirittura un forte aumento dei prezzi in caso di imposizione di sanzioni, ma entrambi gli eventi rimangono ipotetici.
Sulla produzione, proprio come per il platino, continuerà a diminuire. Gli investimenti nell'esplorazione stanno riprendendo, ma il loro impatto non si farà sentire prima di altri 5-6 anni.
Tuttavia, il platino può almeno contare sull’impiego nella produzione dei gioielli, cosa che per il palladio non vale, e, visto che anche la domanda legata agli investimenti rimane molto limitata, il mercato dipende in larga misura dalla domanda dei veicoli termici. Inoltre, si parla di un metallo fortemente esposto al suo principale produttore, la Russia.
Pertanto, attualmente l’opzione migliore è quella di assumere posizioni attendiste. Per questo Ofi Invest AM manterrà la sua esposizione al 4%.