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Fed: terzo taglio e primo segnale di allarme sul lavoro

di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel
 
Fed: terzo taglio e primo segnale di allarme sul lavoro
Nel corso della riunione di ieri, il Federal Open Market Committee (FOMC), organo responsabile della politica monetaria della Federal Reserve, ha deciso di ridurre il corridoio dei Fed Funds di 25 punti base, portandolo dal precedente 3,75-4% al 3,50-3,75%, in linea con le previsioni degli analisti. Un elemento rilevante emerge già nel primo paragrafo della dichiarazione del FOMC, che riconosce un lieve aumento del tasso di disoccupazione. Rispetto al precedente comunicato, secondo cui la disoccupazione era rimasta contenuta, questa modifica rappresenta un implicito riconoscimento del recente cambio di rotta del mercato del lavoro Usa.

Merita attenzione anche il riferimento all’eventuale espansione del bilancio della Fed, indicazione che apre la porta a ulteriori interventi in tal senso. Si segnala inoltre una nota di cautela riguardo ai dot plots per il prossimo anno, fortemente dipendenti dall’evoluzione dei dati macroeconomici. Nonostante le previsioni dei policymaker, che ipotizzano un tasso di disoccupazione stabile o in leggero calo, un suo aumento potrebbe richiedere nuove riduzioni dei tassi.

Pur riconoscendo un rallentamento della crescita occupazionale, il comunicato parla di un’economia in espansione a un ritmo moderato e sottolinea l’elevata incertezza riguardo alle prospettive economiche. Il rischio principale riguarda un possibile ulteriore aumento della disoccupazione, mentre il tasso PCE core potrebbe risultare inferiore alla mediana delle proiezioni del FOMC per il prossimo anno. Se tali condizioni si concretizzassero, il tasso dei Fed Funds potrebbe collocarsi al di sotto della stima mediana attuale. Un altro elemento di interesse riguarda la dispersione delle opinioni all’interno del Comitato: comprendere l’ampiezza dei disaccordi e le motivazioni sottostanti - che si tratti di una diversa valutazione dell’inflazione o di una maggiore fiducia nel mercato del lavoro - potrà offrire indicazioni preziose sulla formazione del consenso. Una pluralità di opinioni potrebbe favorire decisioni di politica monetaria più equilibrate e, quantomeno, mantenere vivo il dibattito interno alla Fed.
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