Innovation
L’Europa tra nuvole e sovranità, la sfida del cloud per il futuro digitale
di Redazione

Il mercato cloud europeo riprende slancio e ambizione, ma al cuore della crescita si staglia una questione cruciale per il’autonomia digitale del continente: chi detiene il controllo dei dati e delle infrastrutture? I numeri più recenti, elaborati dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, restituiscono un quadro in forte espansione ma anche denso di tensioni strategiche: nel 2025 il mercato cloud europeo raggiungerà i 112 miliardi di dollari, con un balzo del +20 % rispetto all’anno precedente. Nel frattempo, in Italia, il mercato cloud tocca gli 8,13 miliardi di euro, sempre in crescita del 20 %.
A guidare la rincorsa è il Private Cloud, che cresce del +23 % fino a 1,39 miliardi, favorito dalla crescente domanda di controllo, sicurezza e sovranità sul dato. Nel contempo, nel mercato europeo si affacciano offerte dedicate di “cloud sovrano”, proposte da operatori nazionali e internazionali, come risposta alle esigenze di governance che le imprese e le istituzioni oggi avvertono come prioritarie.
Tuttavia, la tensione geopolitica si riflette nel mercato digitale: quasi il 90 % del cloud europeo è oggi nelle mani dei grandi hyperscaler statunitensi e di altri provider non europei. Questo squilibrio, avverte Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio, riapre un dibattito essenziale sulla sovranità digitale e sulla capacità dell’Europa di restare competitiva e resiliente in un contesto internazionale estremamente fluido e incerto.
In Italia, il cloud continua a essere l’asse portante dell’innovazione. La nuvola non è più vista soltanto come infrastruttura da cui trarre efficienza, bensì come piattaforma strategica che abilita nuovi modelli di business e alimenta progetti di Intelligenza Artificiale. Ma proprio in questo passaggio, emerge una difficoltà che l’Europa non può ignorare: il 54 % delle grandi organizzazioni segnala limiti nell’innovazione e nella velocità con cui i provider europei aggiornano le proprie offerte.
Analizzando le componenti del mercato, il segmento Public & Hybrid Cloud resta dominante, con una spesa in Italia pari a 5,83 miliardi (+21 %). L’IaaS registra +23 %, arrivando a 2,63 miliardi (il 45 % della spesa complessiva), sostenuto in larga misura dall’uso intensivo delle virtual machine per ambienti di sviluppo, produzione e AI. Il SaaS cresce del 19 %, con 2,2 miliardi, grazie al ruolo crescente di sicurezza, analytics e integrazione AI. Il PaaS supera per la prima volta il miliardo di euro (+21 %), spinto dalla disponibilità di API e servizi per modelli generativi. Parallelamente, la Data Center Automation segna un +12 %, arrivando a 910 milioni, confermando la transizione delle infrastrutture on-premise verso un’automazione maggiore.
Sul fronte pubblico, la spinta della migrazione verso il cloud, media dalla Strategia Cloud Italia e dal Polo Strategico Nazionale, ribadisce quanto la nuvola sia ormai parte integrante della resilienza del settore pubblico. Le PMI, pur restando con un’adozione stabile al 67 %, incrementano la spesa in Public & Hybrid Cloud (690 milioni, +18 %) e ampliano l’uso di servizi di sicurezza e infrastrutture applicative.
Il 2025 segna una svolta culturale, il cloud non è più semplice infrastruttura, ma leva strategica per innovare governando dati e applicazioni. Il 46 % delle “grandissime” organizzazioni sceglie un approccio ibrido e selettivo, distinguendo attentamente quali workload allocare nel cloud e quali mantenere on-premise. Le azioni di repatriation rimangono marginali, ma l’intento di valutarle interessa ormai il 35 % delle imprese, mentre le strategie “cloud first” arretrano dal 39 % al 32 %. In parallelo, cresce il focus su sicurezza e compliance: il 72 % delle aziende ha avviato progetti di cybersecurity, mentre il 39 % si concentra sull’adeguamento alle normative europee come NIS2, DORA e AI Act.
Nel rapporto tra cloud e intelligenza artificiale, il legame diventa inscindibile: il cloud è la piattaforma abilitante per l’AI e, tra le grandi imprese, nel 2025 il 25 % utilizza API AI-as-a-Service, il 23 % applicazioni pronte all’uso e il 16 % piattaforme per sviluppatori. Tuttavia, solo il 30 % delle aziende delega i propri progetti AI esclusivamente al Public Cloud, la maggior parte preferisce ambienti privati o on-premise, per tutelare controllo, conformità e custodia dei dati sensibili. In questo quadro, si registra un vuoto di governance preoccupante, il 59 % delle organizzazioni non ha al momento politiche efficaci per prevenire perdite o usi impropri di dati legati all’AI generativa, e il 46 % delle grandi imprese segnala ostacoli al rispetto della tracciabilità e documentabilità richieste dall’AI Act. Nonostante queste criticità, più della metà delle aziende considera l’AI la priorità di investimento per il 2026.