Mohsen Ibrahim, docente di Chirurgia Toracica presso il corso di laurea in Medicina e Chirurgia ed il corso di laurea in Infermieristica all’Università di Roma “La Sapienza”, è direttore del Programma di Chirurgia Toracica Ricostruttiva presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma e docente presso la Washington University – School of Medicine in St. Louis, negli Stati Uniti. Si è laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Chirurgia Toracica presso “La Sapienza”. Ha conseguito un Master in Chirurgia Robotica Toracica presso l’Università di Pisa.
Clinica "Villa Mafalda", intervista al professor Mohsen Ibrahim
Direttore del Corso “Thoracic 2” dell’European Association for Cardiothoracic Surgery EACTS, membro dell’Education Committee dell’European Association for Cardiothoracic Surgery EACTS e Direttore Master di II livello “Gestione avanzata delle vie aeree e broncoscopia” a “La Sapienza”, svolge la sua attività professionale presso Villa Mafalda, a Roma. È vincitore di diversi progetti di ricerca nazionali ed internazionali per lo studio del danno polmonare acuto, per lo studio della risposta immunitaria legata al danno chirurgico e del dolore postoperatorio e Presidente della Società Italiana di Endoscopia Toracica.
In che cosa consistono gli esami per la diagnosi precoce del tumore del polmone?
Iniziamo col dire che il tumore del polmone ogni anno in Italia causa la morte di circa 34.000 persone. È quindi una malattia a forte impatto sociale. L’esame più rudimentale e più semplice è la radiografia del torace, che però non rileva i noduli piccoli. Quindi, al giorno d’oggi lo strumento più efficace è la TAC ad alta risoluzione e a basse dosi, che non crea per il paziente danni legati alle radiazioni. L’esame inoltre permette di rilevare anche dei noduli di piccolissima dimensione.
Quindi, gli strumenti tecnologici a disposizione sono di altissima qualità.
Assolutamente sì e sono molto efficaci per la diagnosi. La tecnica utilizzata è la tomografia computerizzata a basso dosaggio (LDCT, acronimo del nome inglese low-dose computed tomography) del torace. La tomografia computerizzata (TC) consente di ottenere immagini di sezioni del corpo umano servendosi dei raggi X. La dose di radiazioni a cui si è esposti con la TC è superiore a quella di una radiografia. D’altra parte, la TC permette di visualizzare dettagli non apprezzabili in una immagine radiografica, inclusi noduli polmonari molto piccoli. La LDCT usata per questo tipo di esame polmonare impiega appena un quinto della dose di radiazioni adoperata per una TC del torace eseguita a scopo diagnostico. L’apparecchiatura utilizzata per la LDCT è costituita dal tomografo, un tubo che emette raggi X, e da una serie di rilevatori di radiazioni. Il complesso sorgente-rivelatori ruota attorno al paziente mentre il lettino su cui è posto si muove longitudinalmente. I raggi X descrivono così un percorso elicoidale attorno al torace e per questo si parla anche di “TC spirale”. I raggi X emessi dal tomografo attraversano il torace e vengono bloccati dai polmoni in modo diverso a seconda della densità del tessuto. I rilevatori di radiazioni misurano l’attenuazione dei raggi X e il computer, mediante complessi calcoli statistico-matematici, trasforma queste informazioni in immagini digitali. Durante l’esame, che dura 10-20 minuti ed è indolore, le persone devono stare immobili e trattenere il fiato per qualche secondo.
Quali sono le prove dell’efficacia di quest’esame?
Possono essere rilevati noduli di uno o due millimetri. Per cui oermette di diagnosticare tumori in uno stadio momto precoce, alla loro nascita.
Una volta diagnosticato il tumore, come si procede?
La diagnosi precoce permette sia di controllare nel tempo il tumore, per constatare la sua crescita o meno, sia di individuare la parte limitata di parenchima polmonare da asportare, qualora si decidesse di intervenire chirurgicamente. Così la chirurgia permette di levare il tumore, risparmiando più tessuto sano possibile, ed eventualmente il paziente può anche non necessitare della chemioterapia post-operatoria. Tutto va a vantaggio del paziente: si scopre lo stadio precoce della malattia, si ottiene un intervento radicale con risparmio di polmone sano, si riduce il rischio delle metastasi e di conseguenza si produce la guarigione. È bene sottolineare che l’esame non serve a prevenire l’insorgenza del cancro, ma ad individuare precocemente la malattia. Aumentano così le probabilità dei pazienti di essere curati con successo, di subire interventi chirurgici meno demolitivi e di sottoporsi a terapie farmacologiche meno debilitanti.
Per chi è pensato quest’esame diagnostico?
Gli screening oncologici non sono diretti a tutti indiscriminatamente, ma alle persone che fanno parte della popolazione “ad alto rischio”, coloro che hanno un’elevata probabilità di sviluppare quel tumore e che possono trarre beneficio da una diagnosi precoce. Uno dei punti fondamentali quando si mette a punto uno screening oncologico è proprio capire quali sono le caratteristiche che accomunano i pazienti a cui viene diagnosticato un certo tipo di tumore e quali e quanti benefici possono trarre da una diagnosi tempestiva. Nel caso del tumore del polmone non c’è dubbio che il fattore di rischio più importante è il fumo di tabacco e che la diagnosi avviene assai raramente prima dei 50 anni. Per questo motivo i requisiti considerati per l’esame sono di essere o essere stati forti fumatori, di entrambi i sessi, con età superiore a 55 anni.
La causa scatenante il tumore è solo il fumo?
Soprattutto il fumo. Vi sono anche altri fattori, di cui però non è dimostrata la correlazione.
Sarebbe d’accordo sul fatto che quest’esame divenisse uno screening di massa, come avviene per altri tipi di tumore?
Sì, assolutamente. In alcuni Paesi europei l’esame è pagato dal Servizio Sanitario Nazionale. In Italia, ci sono alcuni programmi – nelle IRCCS, soprattutto – che hanno dimostrato la loro utilità e la loro fondatezza.
A “Villa Mafalda” avete promosso una campagna di sensibilizzazione?
Stiamo lavorando per promuovere una campagna per i pazienti che vengono ad eseguire una visita pneumologica o di chirurgia toracica. Rendere possibile una diagnosi precoce del tumore con un esame periodico sarebbe una cosa assai ragionevole ed opportuna.