Le aziende del Regno Unito stanno esitando ad assumere o non sostituiscono i lavoratori che se ne vanno, con conseguente crollo dei posti di lavoro vacanti. Secondo l elaborazioni dell'Office for National Statistics (ONS), tra marzo e maggio il numero di posti di lavoro disponibili è diminuito di 63.000 unità, mentre il tasso di disoccupazione è aumentato.
Regno Unito, mercato del lavoro in crisi: le aziende non assumono, né coprono i posti vacanti
"Continua a verificarsi un indebolimento del mercato del lavoro", ha affermato Liz McKeown, direttrice delle statistiche economiche presso ONS, aggiungendo che si è registrato un calo evidente nel numero di persone in busta paga.
Ad aprile sono aumentati i contributi previdenziali versati dai datori di lavoro, mentre è entrato in vigore l'aumento del salario minimo. Il numero stimato di posti di lavoro disponibili è sceso a 736.000 nei tre mesi fino a maggio.
"I riscontri ottenuti dalla nostra indagine sui posti vacanti suggeriscono che alcune aziende potrebbero esitare ad assumere nuovi dipendenti o a sostituire quelli che se ne vanno", ha affermato McKeown.
I dati hanno inoltre evidenziato che il tasso di disoccupazione è salito dal 4,5% al 4,6%, il livello più alto degli ultimi quattro anni e che potrebbe aumentare ulteriormente perché, secondo gli analisti, è probabile che le aziende cercheranno di compensare parte dell'aumento dei costi del lavoro attraverso una combinazione di riduzione del personale e rallentamento delle assunzioni. Con la previsione che il tasso di disoccupazione aumenterà ulteriormente nel corso del prossimo anno.
L'aumento dei salari medi è rallentato al 5,2% tra febbraio e aprile, rallentando rispetto all'aumento del 5,6%. Tuttavia, resta al di sopra del tasso di inflazione, che è salito al 3,5% annuo fino ad aprile.
Tra marzo e maggio 2015, si stimava che ci fossero 727.000 posti vacanti. Questo numero è gradualmente salito a 864.000 alla fine del 2018, prima di scendere drasticamente a 328.000 a seguito della pandemia di Covid all'inizio del 2020. Ha poi raggiunto un massimo di 1,3 milioni a metà del 2022, prima di scendere gradualmente a 736.000 tra marzo e maggio 2025, al di sotto dei livelli pre-pandemici.