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Policlinico Universitario Campus Bio-Medico: 30 anni di eccellenza e innovazione
Redazione
Con oltre 300.000 pazienti assistiti e trattati tra il 2023 e il 2024, il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico celebra i suoi primi 30 anni di attività con numeri che raccontano un impegno straordinario: 2,5 milioni di visite e prestazioni ambulatoriali, più di 62.000 accessi in Pronto Soccorso, oltre 53.000 ricoveri in policlinico e quasi 1.500 tra ricoveri in riabilitazione e nell’hospice. Numeri resi possibili dall’impegno di oltre 1.800 professionisti, tra medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti, operatori sociosanitari e personale amministrativo.
Policlinico Universitario Campus Bio-Medico: 30 anni di eccellenza e innovazione
“Dietro ogni numero c’è una storia, un volto e una persona”, ha dichiarato Carlo Tosti, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. “Il nostro obiettivo non è mai stato solo curare, ma prenderci cura, accompagnare e supportare le persone nel loro percorso clinico. Una mission sintetizzata, fin dalle origini, nella formula ‘la Scienza per l’Uomo’, che significa garantire i più elevati livelli di cura e assistenza attraverso un modello sostenibile e attento a ogni singola persona”. Il Policlinico, voluto dal beato Álvaro del Portillo – successore di san Josemaría Escrivá alla guida dell'Opus Dei – nasce nel 1994 con una visione chiara: mettere al centro la persona. La prima impegnativa con il Servizio Sanitario Nazionale risale al 13 dicembre 1994, e solo una settimana dopo, il 20 dicembre, veniva effettuato il primo intervento chirurgico.
Un’istituzione che oggi conta cinque strutture sanitarie a Roma, un Pronto Soccorso di I livello, 348 posti letto in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, oltre 60 unità operative e due blocchi operatori con 13 sale chirurgiche. Questi numeri raccontano una crescita costante, ma il valore aggiunto rimane la centralità della persona e l’umanizzazione delle cure. “L’esperienza ci ha insegnato che il progresso dell’assistenza e della ricerca deriva dall’attenzione ai pazienti considerati nella loro dimensione fisica, sociale, psicologica e spirituale”, ha spiegato Paolo Sormani, amministratore delegato e direttore generale della Fondazione. “Tutte le tecnologie, i protocolli clinici e i programmi terapeutici hanno senso solo se mettono al centro la persona e la sua dignità”.
Nel corso della sua storia, il Policlinico ha saputo coniugare ricerca e assistenza, grazie a investimenti in tecnologie di ultima generazione e a un modello organizzativo che guarda alla salute come un ecosistema complesso, secondo la prospettiva One Health. Questo approccio integrato ha trovato piena applicazione durante l’emergenza pandemica, con l’attivazione di un Covid Center e di un centro vaccinale, nonché con il lancio di un Pronto Soccorso (DEA di I livello) nel 2021, che ha rafforzato l’offerta sanitaria del quadrante sud-ovest di Roma. Sormani ha sottolineato: “I grandi investimenti tecnologici non distolgono lo sguardo dall’umanizzazione delle cure. Il nostro futuro si basa su questa pietra miliare”.
Tra i principali traguardi futuri, il Policlinico punta al riconoscimento di IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) per l’ortopedia, con focus su ortopedia rigenerativa, terapia cellulare avanzata, tecnologie robotiche e analisi del movimento. Attualmente, la struttura vanta oltre 650 studi clinici attivi che coinvolgono più di 7.000 pazienti, spaziando dalla genetica medica alle malattie neurodegenerative, cardiovascolari e oncologiche.
“Il nostro percorso integra ricerca e assistenza in un’ottica di cura globale e personalizzata”, ha aggiunto Sormani. Il trasferimento nel campus universitario di Trigoria nel 2008, la certificazione Joint Commission International (JCI) nel 2014, il Centro di cure palliative inaugurato nel 2020 e il Poliambulatorio Porta Pinciana nel 2021 sono solo alcune delle pietre miliari della storia del Policlinico. Fiore all’occhiello rimane anche la radioterapia oncologica, con sedi a Trigoria e nel quadrante est di Roma. “Questi 30 anni rappresentano un impegno continuo per garantire non solo cure di eccellenza, ma anche una vicinanza reale ai bisogni delle persone”, ha concluso Tosti. Un percorso che, dalle sue origini a oggi, continua a evolversi, tracciando nuove strade per un futuro sempre più orientato all’innovazione e all’umanizzazione delle cure.