''La battaglia inizia'': mentre ancora risuonava l'eco della minaccia della Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, Israele ha lanciato un nuovo attacco aereo, con obiettivi i siti nucleari di Teheran, per neutralizzare quella che per Gerusalemme è una costante minaccia atomica.
Medio Oriente: mentre Khamenei annuncia che ''la battaglia inizia'', Israele lancia jet contro nuovi obiettivi nucleari
La minaccia di Khamenei rivolta ad Israele è giunta poco dopo quella che, a sua volta, è stata rivolta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha definito la Guida suprema un ''bersaglio facile'', dicendo che "pazienza americana si sta esaurendo" e chiedendo la "resa incondizionata" dell'Iran.
Le parole di Trump ribadiscono la linea che il presidente adotta, in politica e in economia, accompagnando ogni sua affermazione con delle minacce, più o meno velate.
Dire che Khamenei è un''bersaglio facile'' fa capire che gli Stati Uniti sanno benissimo dove l'ayatollah si nasconda, insieme alla sua famiglia, e di avere deciso da che parte schierarsi, dopo avere inizialmente sostenuto, genericamente, che occorreva arrivare alla pace.
Quindi gli Stati Uniti hanno ufficializzato (sebbene con le solite sortite presidenziali, affidate spesso ad estemporanee dichiarazioni ai giornalisti o a post sui social) una scelta di campo che tutti davano per scontata, ma che inizialmente era stata a favore della pace.
Appare, quindi, chiaro che, sebbene si affidi ancora alle armi della diplomazia (passando dalla moral suasion alle minacce vere e proprie, rivolgendole non al Paese, ma ad un singolo soggetto) ,Trump sta seriamente valutando il ricorso alla forza pur di cancellare la minaccia atomica di Teheran.
La diplomazia, quindi, da opzione principale per gli Stati Uniti sembra stia perdendo terreno rispetto ad una risposta militare, sino a quando Teheran non farà quel passo indietro che l'Occidente ritiene necessario.
Mentre anche oggi le sirene risuonano in Israele, soprattutto nel nord del Paese, in queste ore è partita una nuova ondata di attacchi aerei contro i siti di produzione di centrifughe e missili iraniani.
"Più di 50 jet da combattimento dell'Aeronautica militare, sotto la precisa guida dell'intelligence Branch, hanno completato una serie di attacchi contro obiettivi militari nell'area di Teheran nelle ultime ore", hanno affermato le Forze di difesa israeliane. Tra questi obiettivi c'erano anche siti utilizzati per la produzione di missili terra-terra e terra-aria, ha affermato l'esercito e un impianto di produzione di centrifughe a Teheran.
Il conflitto si sta quindi evolvendo sul piano concreto perché, insieme agli attacchi e al lanci di missili (Teheran sta enfatizzando l'utilizzo del Fattah-1, definito ipersonico, anche se, da un punto di vista squisitamente operativo, non si discosta molto dagli altri della stessa classe), ora di combatte anche una guerra informatica. Il Comando dell'Iran per la sicurezza informatica ha infatti affermato che Israele sta cercando di neutralizzare, con le armi della tecnologia, l'infrastruttura digitale del Paese.