Attualità

Maturità 2025: tra nuove regole, scommesse sulle tracce e playlist del cuore

Barbara Leone
 
Maturità 2025: tra nuove regole, scommesse sulle tracce e playlist del cuore

Il tempo dell’attesa è finito. Domani, alle 8:30 in punto, oltre mezzo milione di studenti italiani affronteranno la prima prova scritta dell’esame di Stato 2025. Un rito di passaggio che, pur attraversando le stagioni della scuola e i cambiamenti ministeriali, continua a esercitare un fascino ambivalente: timore e orgoglio, ansia e liberazione.

Maturità 2025: tra nuove regole, scommesse sulle tracce e playlist del cuore

Per 524.415 ragazze e ragazzi – di cui 511.349 interni e 13.066 esterni – è giunto così il momento di scrivere l’ultima pagina della loro carriera scolastica. Un esame che non è solo un test. Ma un racconto collettivo, un riflesso della scuola italiana e dei suoi infiniti tentativi di bilanciare valutazione, formazione e crescita.

L’ossatura è quella già sperimentata nel 2024: due prove scritte a carattere nazionale e un colloquio orale multidisciplinare. La terza prova rimane limitata a specifici indirizzi (ESABAC, sezioni internazionali, scuole con bilinguismo), e le commissioni miste – tre docenti interni, tre esterni, più il presidente – restano il presidio del rigore istituzionale. Ma ci sono novità che hanno fatto discutere. Per essere ammessi, infatti, è ora obbligatorio aver partecipato alle prove Invalsi e completato le ore minime dei PCTO, i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, noti ai più come “ex alternanza scuola-lavoro”.

C’è poi il peso inedito del voto di condotta: sotto il 6, niente esame; chi si attesta sul minimo, dovrà presentare al colloquio un elaborato critico sulla cittadinanza attiva. E ancora: il voto di comportamento entra anche nel computo dei crediti scolastici, diventando parametro per l’attribuzione del massimo punteggio nella griglia finale. Un richiamo, neanche troppo implicito, al valore formativo dell’etica e del senso civico.

Si parte con la prima prova scritta: il tema d’italiano. Durerà sei ore e metterà alla prova la padronanza linguistica, le capacità argomentative, logiche ed espressive degli studenti. Le sette tracce predisposte dal Ministero coprono ambiti che spaziano dall’arte alla filosofia, dalla scienza all’attualità sociale. Il giorno dopo, giovedì 19 giugno, sarà il turno della seconda prova, mirata sulle discipline caratterizzanti di ciascun indirizzo. Latino al Classico, Matematica allo Scientifico, Lingua straniera al Linguistico, Scienze umane o Diritto ed economia politica per il Liceo delle Scienze Umane, Teoria e composizione per il Musicale, Tecniche della danza al Coreutico, Economia aziendale per gli Istituti tecnici commerciali.

Prove complesse, che in alcuni casi possono estendersi anche per più giornate, come accade nel Liceo Artistico. Per i Professionali, la seconda prova si presenta come un’unica traccia integrata costruita dalle singole commissioni su indicazioni del Ministero, modellata sulle competenze in uscita e i nuclei tematici dell’indirizzo. A seguire, da lunedì 23 giugno, il colloquio orale. Nessuna tesina: il colloquio prende il via da un materiale iniziale fornito dalla commissione – un testo, un documento, un problema – e si snoda lungo un percorso interdisciplinare che tocca tutte le aree, compresa l’educazione civica e le esperienze svolte nei PCTO. È qui che lo studente ha modo di raccontare se stesso, ricollegare i saperi, dimostrare che non si è solo preparato, ma è cresciuto.

Intanto, impazza il toto-tracce. Le sette tracce – già sigillate nella famosa “chiavetta” conservata nel caveau del MIM – saranno svelate solo all’apertura delle buste elettroniche alle 8:30 di domani. Ma sui social, è tutto un pullulare di meme, riti scaramantici e, ovviamente, previsioni. Per la letteratura, i grandi nomi di Leopardi e D'Annunzio sembrano scalare posizioni nelle quotazioni dei “bookmaker” studenteschi. Ma attenzione a non sottovalutare i cavalli di razza che quest'anno festeggiano ricorrenze importanti: si celebra il centenario di “Ossi di Seppia” di Montale e il cinquantesimo dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini.

Certo, gli anniversari finora non sono stati proprio una bussola infallibile per le scelte ministeriali, ma mai dire mai. Tra i poeti, potrebbero trovare uno spiraglio anche Ungaretti e Pascoli. Sul fronte dell'attualità, la previsione più gettonata, quasi una scommessa sicura, è quella sull'Intelligenza Artificiale: sembra che tutti se l'aspettino, un po' come il diluvio universale dopo un lungo periodo di siccità.

Immancabile poi il delicato e purtroppo sempre attuale tema della violenza di genere. Restano salde le grandi questioni del nostro tempo, quelle che ci tengono svegli la notte: la guerra, il futuro e l'eterna ricerca della pace. C’è poi chi giura che, col Giubileo e l’elezione del nuovo Papa, anche la Chiesa potrebbe fare capolino tra le tracce. Tra gli argomenti "eventuali" per le altre tipologie di traccia, in particolare per il testo argomentativo, si fa strada un doppio anniversario che non passa inosservato: gli 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e, parallelamente, dalla morte di Hitler e Mussolini. Un'occasione ghiotta per un ragionamento di più ampio respiro sull'attuale scenario di conflittualità mondiale.

Nel frattempo, la musica si conferma un'intramontabile compagna per gli studenti sotto esame, un vero must per placare ansie e accendere le emozioni. Secondo un recente sondaggio di Skuola.net, la stragrande maggioranza dei maturandi studia con le cuffie nelle orecchie. Non per distrarsi, ma per concentrarsi meglio. Per motivarsi e, forse, anche per sopravvivere a quell'ansia che tutti, anche con i capelli bianchi, ricordiamo fin troppo bene.

E così, mentre sui libri campeggiano formule di matematica e versi di Montale, nell’aria risuonano le note di Ultimo, Blanco, Sfera Ebbasta, Taylor Swift, Imagine Dragons. Canzoni che diventano talismani, scudi invisibili, rituali personali. In cima alla playlist, naturalmente, c’è lei: “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti. Un inno generazionale che ancora oggi, a quasi 40 anni dalla sua uscita, resta la colonna sonora più autentica di quello che è, e sempre sarà, un passaggio simbolico, un confine tra ciò che si è stati e ciò che si sarà. E poco importa se il voto sarà 60 o 100 e lode, se uscirà Ungaretti o Pirandello. Ciò che conta è lo scatto in avanti che ogni ragazzo fa, con la penna in mano e un battito più veloce nel cuore. Perché la maturità, per quanto cambi, resta uguale a se stessa: un salto, un brivido, una promessa.

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