Economia

Intesa San Paolo - Confindustria: 6 miliardi alle imprese siciliane

Redazione
 
Intesa San Paolo - Confindustria: 6 miliardi alle imprese siciliane

Sei miliardi di euro destinati alle imprese siciliane entro il 2028: è questa la cifra stanziata dal nuovo accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per rilanciare il sistema produttivo dell’Isola e accompagnare la transizione digitale, energetica e tecnologica. L’iniziativa è stata al centro del terzo incontro territoriale, tenutosi ieri nella sede di Sicindustria a Palermo, alla presenza di numerosi imprenditori e rappresentanti del mondo economico.

Intesa San Paolo - Confindustria: 6 miliardi alle imprese siciliane

Il protocollo, siglato a gennaio dal Presidente di Confindustria Emanuele Orsini e dal Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, mette sul piatto un plafond complessivo di 200 miliardi di euro, 40 dei quali dedicati specificamente al Mezzogiorno. Il ciclo di incontri, partito da Napoli e proseguito oggi in Sicilia, testimonia l’attenzione verso il Sud come motore strategico per la crescita nazionale. «Il rinnovato accordo con Confindustria, che mette a disposizione delle imprese siciliane 6 miliardi di euro sui 40 complessivi del plafond relativo al Sud Italia – ha dichiarato Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo (in foto) – ci permette di rafforzare il sostegno al tessuto produttivo dell’isola. Il sistema economico regionale è caratterizzato dalla presenza di PMI molto dinamiche che rappresentano una componente essenziale delle filiere industriali dell’intero Mezzogiorno. Intesa Sanpaolo si rivolge a queste aziende per aumentarne la competitività, sfruttando la leva strategica della Zona Economica Speciale Unica e offrendo soluzioni di finanziamento dedicate per incentivare nuovi investimenti sostenibili».

Il focus dell’incontro palermitano ha riguardato proprio le potenzialità offerte dalla ZES Unica del Mezzogiorno, recentemente istituita per semplificare e potenziare l’attrattività dei territori meridionali. Le misure illustrate mirano a favorire la nascita di nuovi insediamenti produttivi, l’ammodernamento degli impianti esistenti e l’integrazione nel panorama della transizione verde e digitale. Non a caso, tra gli ambiti prioritari figurano l’aerospazio, la robotica, l’intelligenza artificiale, le scienze della vita e la sostenibilità energetica. A sottolineare la centralità dell’iniziativa per le imprese locali, anche Luigi Rizzolo, Presidente di Sicindustria, che ha parlato di «una opportunità concreta per il territorio e per le imprese siciliane, che oggi più che mai hanno bisogno di strumenti efficaci per affrontare le sfide poste dalla transizione digitale, energetica e dalla competitività globale».

Rizzolo ha poi aggiunto: «Mettere a disposizione del nostro tessuto produttivo 6 miliardi di euro significa offrire leve reali per investire, innovare e crescere. In questo scenario, Sicindustria è nelle condizioni di accompagnare le imprese non solo nell’accesso al credito, ma anche nell’utilizzo degli strumenti di finanza agevolata e nelle opportunità offerte dalla Zona Economica Speciale Unica, che rappresenta una leva strategica per attrarre investimenti produttivi, grazie alla semplificazione amministrativa e agli incentivi collegati. Affinché, però, questa leva sia realmente efficace, le imprese devono essere supportate passo dopo passo. E Sicindustria vuole essere il punto di riferimento per tutte quelle realtà che intendono insediarsi, ampliare o innovare in Sicilia, valorizzando appieno il potenziale offerto dal nuovo scenario economico».

L’incontro si è aperto con i saluti istituzionali di Rizzolo e la presentazione dei contenuti dell’accordo da parte di Eugenio Mastria, Direttore Commerciale Imprese Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo. A seguire, una tavola rotonda con gli interventi di Fabrizio Bignardelli, Direttore di Sicindustria, Giuseppe Desti, Coordinatore del Desk Energy & Utilities per la Divisione Banca dei Territori, e Serena Fumagalli del Research Department di Intesa Sanpaolo, che ha illustrato i dati sulle esportazioni siciliane e le criticità del momento. Secondo i dati forniti dal Research Department di Intesa Sanpaolo, il 2024 ha registrato per la Sicilia esportazioni per un valore di circa 13 miliardi di euro, con un calo dell’8,3% rispetto al 2023.

Un risultato peggiore rispetto alla media nazionale, che ha segnato una contrazione dello 0,4%. A pesare è stato in particolare il crollo dei prodotti petroliferi raffinati (-16%), che rappresentano quasi il 60% dell’export regionale. Tuttavia, se si esclude questo comparto, l’export siciliano avrebbe segnato un andamento positivo del 3%. Tra i settori in crescita spiccano la chimica (+20%, pari a +160 milioni di euro), l’agroalimentare (+7%, +111 milioni) e l’elettrotecnica/elettrodomestici (+18%, +103 milioni). Le esportazioni verso gli Stati Uniti – terzo Paese per destinazione dei prodotti siciliani – sono calate del 23,5% a causa soprattutto della riduzione dei flussi di petrolio raffinato. Tuttavia, sono aumentate le esportazioni di elettrotecnica (+25,7%) e agroalimentare (+20,8%). Nonostante questi segnali di resilienza, il peso dell’export verso gli USA sul valore aggiunto regionale rimane contenuto: solo l’1%, contro una media italiana del 3,3%.

L’accordo presentato ieri si innesta su una collaborazione avviata nel 2009 tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, che in quindici anni ha garantito finanziamenti per 450 miliardi di euro al sistema produttivo italiano. Grazie a tale sinergia, è stato possibile sostenere decine di migliaia di PMI anche nei momenti più difficili, tramite soluzioni creditizie rafforzate da garanzie pubbliche. Le direttrici dell’accordo rinnovato includono: il potenziamento delle imprese del Sud tramite la ZES Unica; il sostegno all’adozione di modelli produttivi innovativi in settori strategici; l’accelerazione della transizione sostenibile secondo il Piano Transizione 5.0; il supporto alla ricerca, all’innovazione e alla crescita di startup tecnologiche; il lancio del “Piano per l’Abitare Sostenibile”, per attrarre talenti e migliorare la qualità della vita nei distretti industriali.

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