Il vero nemico delle imprese oggi? L’incertezza. È questo, secondo Maria Anghileri, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, l’ostacolo principale alla crescita del sistema produttivo italiano ed europeo. Una barriera che frena investimenti, ordini e commesse, e che può essere superata solo attraverso una “sterzata decisa” su innovazione, semplificazione e investimenti, elementi chiave per affrontare le sfide della doppia transizione digitale e green.
Innovazione, semplificazione e incentivi: le richieste dei giovani imprenditori per rilanciare la crescita
Durante il 54° Convegno dei Giovani Imprenditori in corso a Rapallo, Anghileri ha lanciato un appello diretto sia al Governo italiano che alle istituzioni europee: “Servono regole più semplici, stabili e prevedibili. E servono subito”.
Un punto centrale della relazione è stato dedicato al 28° Regime Unificato, un progetto normativo che consentirebbe a PMI e startup di operare in tutti i 27 Paesi dell’Unione europea secondo un unico quadro di regole commerciali e fiscali. Una vera “rivoluzione”, come l’ha definita la presidente, che porterebbe benefici concreti in termini di tempi e costi per le imprese.
Anghileri ha sollecitato un impegno deciso del Governo italiano per sostenere questa proposta in tutte le sedi europee e ha chiesto alla Commissione UE di accelerare l’attuazione dei rapporti Draghi e Letta, fondamentali per modernizzare e integrare il mercato unico europeo.
Sul fronte interno, la presidente dei Giovani Imprenditori ha riconosciuto gli sforzi del Governo, soprattutto in materia di fusioni e acquisizioni, dove sono state introdotte importanti semplificazioni fiscali. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per l’Ires premiale, definendola una misura ancora troppo timida e limitata.
“È una misura potenzialmente molto utile, perché premia gli imprenditori virtuosi che reinvestono gli utili in azienda, ma presenta ancora troppi vincoli. Serve una revisione profonda: semplificarla, rimuovere i paletti e renderla strutturale”, ha dichiarato Anghileri.
Per rendere l’Italia un Paese più competitivo a livello europeo e globale, secondo Anghileri è necessario anche favorire la produttività delle aziende, puntando su capitale umano, formazione e strumenti innovativi.
In un contesto globale segnato da policrisi, conflitti geopolitici e transizione tecnologica, le imprese italiane hanno bisogno di un quadro normativo stabile, politiche fiscali incentivanti e di un ecosistema favorevole all’innovazione.