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Esteri

Quale eredità Joe Biden lascerà all'America?

Redazione
Avrà pure deciso di uscire di scena perché non si potevano più nascondere i problemi dell'età (anche se in fondo Trump è solo di pochi anni più giovane), ma il lascito amministrativo e normativo, ancora più che di quello politico, meriterebbe forze una riflessione, molto più della superficialità che in questi giorni si sta registrando sulla valenza del suo mandato.
Perché, mentre Trump, con l'eleganza di sempre, lo accusa ancora oggi di essere un corrotto (ma Biden non è mai finito davanti ad una giuria e condannato, a differenza del suo predecessore), il presidente non ha ricevuto i giusti riconoscimenti politici per l'ampiezza della sua azione amministrativa, che si è tradotta anche in migliaia di sovvenzioni e investimenti pubblici che hanno riguardo tutto il Paese. Compresi gli Stati che, dichiaratamente a vocazione repubblicana, pur dopo la gratificazione di progetti aeroportuali o stradali, difficilmente avrebbero dato a Biden i voti necessari per ribaltare un verdetto che sembra, elettoralmente, già scritto.

Quale eredità Joe Biden lascerà all'America?

E forse ancora più importanti potrebbero dimostrarsi in futuro le politiche che il presidente ha perseguito in materie che a lui stanno molto a cuore, come la transizione energetica post-carbonio, il rilancio della produzione tecnologica, la redistribuzione della ricchezza in città meno prospere e la ricostruzione di infrastrutture degradate.
Opere intraprese che, negli anni futuri, faranno vedere il loro peso, con una maggiore produttività, con catene di approvvigionamento più sicure e come base per contrastare il cambiamento climatico.

Guardando la produzione legislativa dell'Amministrazione Biden da un altro punto di vista (quello dei repubblicani, innanzitutto) il presidente si è anche esposto troppo su alcuni dei suoi cavalli di battaglia, come la cancellazione dei prestiti agli studenti (che, per completare i costosi corsi accademici, gravano il loro futuro di un enorme peso economico) e le leggi anti-trust. Mentre, dicono i suoi avversari, non si è reso conto che le sue politiche hanno spinto in alto la spirale dei prezzi, con un inflazione che ancora grava sugli americani.
Biden, peraltro, si è dimostrato un elemento equilibratore tra le sue politiche e le idee dell'ala più radicale dei democratici, votata a un inasprimento della leva fiscale, grazie alla quale potere attuare programmi per la redistribuzione della ricchezza e del reddito.

Non lo ha fatto, anche se ha dato la spinta necessaria a che l'Internal Renevue Service (il fisco americano) potenziasse gli strumenti di riscossione, in uno spirito equilibratore tra il sentimento popolare (che ha in odio chi froda le tasse) e la necessità di non premere eccessivamente sull'acceleratore delle tasse..
La centralità nella sua azione politica ha favorito una economia dell'offerta con un'inclinazione liberale, ponendo al cuore della sua azione argomenti ritenuti fondamentali, quali la necessità strategica di incrementare la produzione nazionale di semiconduttori, ma anche guardando alla gente, oltre che sul tema dei prestiti studenteschi, anche per l'ampliamento del numero degli asili nido.

Il programma di Biden è stato definito "grande e spettacolare", anche se parlarne come di qualcosa di visionario non sarebbe sbagliato. Ma, come tutti i grandi progetti, è stato anche molto costoso, alimentando forse l'inflazione che nel 2022 si è abbattuta sugli Stati Uniti e che Biden sta pagando ancora oggi.
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