Che grande popolo è quello italiano: ci facciamo riconoscere sempre, e non soltanto per le vittorie nel campo sportivo. Non sono passate che poche settimane dalla decisione della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittimo il tetto di 240 mila euro per i dirigenti apicali, che quelli dell'INPS hanno pensato bene di adeguare i loro, che potrebbero ora toccare il massimo consentito, che ammonta a 311 mila euro.
Tana libera tutti: una sentenza della Corte Costituzionale apre il rubinetto dei super-stipendi
Che saranno anche pochi e maledetti, ma, come dice il distico, sono anche subito. Comunque il tutto si traduce, dicendolo terra terra, in un guadagno niente male. Perché, sebbene, riteniamo al lordo, con l'originaria retribuzione si mettevano in tasca ventimila euro al mese, con la nuova (se fatta al massimo del consentito) saranno quasi 26 mila.
Come avrebbe detto Immanuel Kant e avrebbe confermato Artur Schopenhauer, sempre meglio di un calcio nel didietro.
Che poi il ministro della Finanze, Giancarlo Giorgetti, e quello della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, l'abbiano presa a male, chiedendo lumi sulle modalità che hanno portato alla decisione di fare lievitare gli stipendi, è un fatto che potrebbe essere anche interpretato come la reazione politica a questo fatto, ma che avrebbe effetti pratici abbastanza limitati.
Mentre il Paese vive una condizione che, nella realtà, è meno bella di quanto il governo dice e ridice ad ogni occasione, sapere che il cosiddetto senso civico si applica solo agli altri è qualcosa che deve fare riflettere.
Anche se, da padri di famiglia, capiamo pure le difficoltà di chi guadagna appena ventimila euro (anche se al lordo, speriamo) ad arrivare fine mese e ad essere costretto a dire, con le lacrime agli occhi, ai figli, che chiedono i soldi per la pizza e la birra. che non ce ne sono, perché il portafoglio langue.
Poi ci sarebbe un'altra cosa da dire: la dizione INPS, per chi non lo ricordasse, sta per Istituto nazionale della Previdenza sociale, ed è l'ultima parolina, accostata a quella che la precede, che qualche perplessità la pone, considerato che la stragrande maggioranza di coloro che a fine mese si vedono arrivare l'accredito della pensione appunto dall'Istituto, per quanto essa è esigua o, dicendola in altro modo, non certo sufficiente a fare togliere qualche sfizio, ora potrebbero interrogarsi sul senso di giustizia, se cioè sia accettabile che chi distilla aumenti col contagocce sia invece prodigo a dismisura nei confronti di sé stesso.
Tutto questo accade mentre Giorgetti dice e ridice, ad ogni occasione, che i buoni risultati dei nostri conti pubblici, rispetto al passato, non possono giustificare lo sbracamento che qualcuno vorrebbe soltanto per prendere qui e là qualche voto.
Come pure si è sentito affermare in queste settimane di campagna elettorale, per alcune consultazioni regionali, dove un pur auspicabile aiuto economico alle categorie più fragili di fatto rimetterebbe in vita quei provvedimenti che di fatto si sono dimostrati una zavorra per il Paese, che, se ha portato ristoro a chi aveva veramente bisogno, lo ha portato, soprattutto, a chi non lo aveva e che lucrava approfittando delle maglie larghe dei controlli.
Certo, qualcuno, nella decisione della Corte Costituzionale, ha visto una rivincita nei confronti di un paio dei governi più odiati degli ultimi decenni (Monti e Renzi), che il tetto avevano fissato e condannato.
Ma da qui a pensare che tutti possano aprire i cordoni della borsa da subito è una cosa che non sta né in cielo, né in terra. E già, perché la decisione della Corte Costituzionale non vale solo per l'INPS, ma per tutti gli enti statali.
Quindi, anche se il governo fa fuoco e fiamme, nulla impedirà ad altri carrozzoni di alzare gli emolumenti dei propri vertici agendo nel rispetto del principio di uguaglianza davanti ad una norma generale.
Non potendo svilire la decisione della Corte Costituzionale, il governo, per frenare la potenziale valanga di aumenti decisi per via ''endogena'', non può che fare appello alla ragionevolezza.
Come ha fatto capire Giorgetti quando ha detto che ''se la notizia fosse confermata, non condividerebbe il metodo applicato''. Non quindi la sua correttezza, appellandosi alla collaborazione degli enti potenzialmente interessati, mentre all'orizzonte si avvicina l'aumento dell'età pensionabile, con le sue conseguenze pratiche sui conti.