Ambiente

Cop29: il mondo al bivio per un nuovo impegno climatico globale

Barbara Leone
 
La Cop29 si è aperta a Baku con un appello di Simon Stiell, Segretario Esecutivo di UN Climate Change, che invita le nazioni ad adottare misure decisive per affrontare la crisi climatica. In un contesto globale che vede le temperature aumentare e gli eventi meteorologici estremi diventare più frequenti, la conferenza è una chiamata urgente all’azione. “Se almeno due terzi delle nazioni del mondo non possono permettersi di tagliare le emissioni rapidamente, allora ogni nazione dovrà pagare un prezzo brutale. Se i paesi non riescono a rafforzare la resilienza delle loro catene di approvvigionamento, l’intera economia globale sarà messa in ginocchio. Nessun paese è immune”, ha dichiarato Stiell, enfatizzando la necessità di un nuovo obiettivo globale di finanza per il clima. Il messaggio di Stiell è chiaro: non si tratta più di semplici finanziamenti, ma di un impegno globale per costruire resilienza e sostenibilità economica.

Cop29: il mondo al bivio per un nuovo impegno climatico globale

“Dobbiamo quindi abbandonare l'idea che finanziare l'azione per il clima sia un'opera di beneficenza. Un nuovo ambizioso obiettivo di finanza climatica è nell'interesse di ogni nazione, comprese quelle più grandi e ricche. Ma non basta concordare un obiettivo. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per riformare il sistema finanziario globale, concedere ai paesi lo spazio fiscale di cui hanno disperatamente bisogno”, ha aggiunto sottolineando che  gli investimenti in energia pulita e infrastrutture per la resilienza climatica hanno raggiunto i 2.000 miliardi di dollari e sono ormai quasi il doppio di quelli per i combustibili fossili. Tuttavia, l’obiettivo comune di mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi Celsius è ancora lontano, e, senza un'azione concertata, potrebbe sfuggire di mano. La transizione verso l’energia pulita è in atto, ma va accelerata per garantire che i benefici vengano distribuiti equamente tra tutte le nazioni. Stiell ha poi ricordato l’importanza di indicatori per monitorare i progressi e migliorare i meccanismi di sostegno finanziario e tecnico per le perdite e i danni. A questo proposito, la relazione biennale sulla trasparenza, attesa entro la fine dell’anno, offrirà una visione chiara dei passi compiuti e di quelli necessari. “Non possiamo prendere decisioni al buio”, ha ribadito. “Trasformare gli impegni in azioni: ora è il momento di dimostrare che la cooperazione globale non è ferma”.

Questa pressione per un’azione immediata trova forte riscontro nell’opinione pubblica, come dimostra l’indagine annuale sul clima della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), che rivela una crescente consapevolezza tra i cittadini italiani. Otto italiani su dieci, infatti, riconoscono la necessità di adattare il proprio stile di vita agli effetti dei cambiamenti climatici, identificando questa sfida come la seconda più importante per il Paese, dopo l'aumento del costo della vita. “La devastazione causata dagli eventi meteorologici estremi è ormai una realtà concreta per l'Italia, e la maggioranza degli italiani riconosce l'urgenza di investire in misure di adattamento ai cambiamenti climatici”, ha affermato Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della BEI. La banca si impegna a sostenere l’Italia attraverso il finanziamento di progetti che non solo proteggono le comunità più esposte, ma creano anche posti di lavoro e favoriscono la crescita economica locale. “Investendo oggi in strategie di adattamento climatico e offrendo servizi di consulenza gratuita alle amministrazioni pubbliche, possiamo costruire un futuro più resiliente e prospero per il Paese”, ha aggiunto Vigliotti.

Secondo l'indagine, il 97% degli intervistati considera fondamentale che l’Italia si adatti ai cambiamenti climatici, e il 67% ritiene questa questione una priorità assoluta. La maggioranza è anche consapevole che intervenire subito potrà evitare costi maggiori in futuro, riflettendo una comprensione diffusa del rischio crescente che eventi estremi, come inondazioni e siccità, rappresentano per il Paese. Un esempio concreto di questi effetti è la grave siccità che ha colpito la Sicilia, lasciando milioni di persone in difficoltà per la scarsità di acqua.  Non solo: l'adattamento climatico è visto dagli italiani anche come un'opportunità' economica e un investimento a lungo termine per il paese: il 91% ritiene che investire a favore dell'adattamento climatico contribuisce a creare posti di lavoro e a rilanciare l'economia locale (rispetto all'86% nell'Ue). Sempre il 91% e' convinto che e' necessario investire subito a favore dell'adattamento climatico per evitare costi maggiori in futuro (rispetto all'85% nell'Ue).

Se da un lato gli intervistati italiani riconoscono che investire in misure a favore dell'adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici offra opportunità, dall'altro, la loro esperienza personale con eventi meteorologici estremi aumenta il senso di urgenza nell'implementare le misure: l'89% degli intervistati ha vissuto almeno un evento meteorologico estremo negli ultimi cinque anni (9 punti al di sopra della media Ue). In particolare, il 61% ha sperimentato ondate di calore e picchi estremi di temperatura (6 punti al di sopra della media dell'Ue), il 38% ha sofferto a causa della siccita' (3 punti al di sopra della media dell'Ue) e il 37% e' stato colpito da nubifragi o grandinate. Le conseguenze dell'estremizzazione del clima sono concrete e disparate. Il 75% degli intervistati italiani ha dichiarato di aver subito almeno una conseguenza diretta a causa di eventi meteorologici estremi (7 punti sopra la media europea del 68%). Il 23% ha avuto problemi di salute come colpi di calore o problemi respiratori, il 22% ha risentito di disagi nei trasporti pubblici (chiusure stradali, distruzione di ponti o ritardi) e il 20% ha avuto interruzioni di corrente o problemi di approvvigionamento energetico (stessa media dell'UE), mentre il 20% segnala danni alla proprietà, inondazioni, frane o erosione del suolo.
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