Giornata, per lo più, in negativo per i mercati, sia quelli della regione Asia-Pacifico, che quelli europei, con questi ultimi che stanno soffrendo per la situazione della Francia, con il governo Bayrou alle prese con un difficile passaggio parlamentare che avrà come tema le misure per fermare la voragine del debito pubblico.
Borse: nervosismo per i mercati asiatici, quelli europei condizionati dalle difficoltà di bilancio della Francia
I mercati dell'Asia-Pacifico sono stati condizionati dalle notizie che sono maturate nelle ultime ore negli Stati Uniti, con il presidente Trump che, proseguendo nella sua strategia di aggressione verbale e ora anche materiale contro la Fed (accusata di non tagliare i tassi di interesse), ha licenziato uno dei governatori della Federal Reserve, Lisa Cook, accusandola di una dichiarazione mendace nell'ambito di una richiesta di un prestito.
E intanto torna a crescere la tensione tra Pechino e Washington, con Trump che ha minacciato tariffe al 200% sui magneti. L'indice Hang Seng di Hong Kong ha guidato le perdite nella regione, scendendo dell'1,18% e chiudendo la giornata a 25.524,92. Da parte sua l'indice della Cina continentale è sceso dello 0,37% a 4.452,59, interrompendo la sua striscia vincente di quattro giorni.
L'indice Kospi ha chiuso in ribasso dello 0,95% a 3.179,36, mentre il Kosdaq è salito dello 0,46% a 801,66. In Giappone, il Nikkei 225 è sceso dello 0,97% a 42.394,40, mentre il più ampio indice Topix ha lasciato l'1,08% a 3.071,99. Il benchmark L'Australia è sceso dello 0,41% a 8.935,60.
In India, il benchmark Nifty 50 è sceso dello 0,66%, mentre l'indice BSE Sensex ha perso lo 0,65% alle 14:00 ora solare indiana. Male i mercati azionari europei, trascinati al ribasso dall'indice di Parigi, che ha perso circa il 2% negli scambi mattutini.
Gli investitori stanno valutando la possibilità che la Francia sprofondi in un altro periodo di instabilità politica per gli annunciati piani di tagli al bilancio, per i quali il governo chiederà la fiducia, con i principali partiti di opposizione che hanno già detto che voteranno contro le misure dell'esecutivo.