Economia

UniCredit contro il Golden Power. Il TAR deciderà il 9 luglio sul ricorso contro il blocco all’Ops su Banco BPM

di Luca Andrea
 
UniCredit contro il Golden Power. Il TAR deciderà il 9 luglio sul ricorso contro il blocco all’Ops su Banco BPM
Il caso giudiziario fra il colosso bancario UniCredit e il Governo italiano entra nel vivo. Il TAR del Lazio ha fissato per il 9 luglio l’udienza di merito sul ricorso dell’istituto guidato da Andrea Orcel (nella foto) contro le prescrizioni imposte dal decreto del governo nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (Ops) su Banco BPM. Una vicenda che intreccia finanza, diritto amministrativo e difesa dell’interesse nazionale.

Nel mirino di UniCredit c’è il Dpcm del 18 aprile scorso, con cui il Governo italiano ha esercitato i cosiddetti “poteri speciali” per apporre rigide condizioni all’operazione di acquisizione volontaria di Banco BPM. Tra le clausole più contestate figurano l’obbligo di mantenere inalterato per cinque anni il rapporto tra prestiti e depositi di BPM, il divieto di ridurre le esposizioni verso titoli italiani – in particolare quelli legati ad Anima Holding – e la richiesta di azzerare entro nove mesi i rapporti con clienti russi.

Secondo UniCredit, tali misure risultano sproporzionate e potenzialmente incompatibili con la buona riuscita dell’operazione, tanto da compromettere l’interesse economico sottostante. Per questo motivo l’istituto ha depositato ricorso al TAR del Lazio, chiedendo l’annullamento del decreto governativo.

Durante l’udienza in camera di consiglio, tenutasi mercoledì, UniCredit ha ritirato la richiesta di misure cautelari (che miravano a sospendere in via provvisoria l’efficacia del provvedimento governativo), preferendo puntare tutto su una rapida decisione nel merito. L’udienza pubblica è stata così anticipata al prossimo 9 luglio.

Una scelta che mira a evitare un braccio di ferro prolungato con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), che nel frattempo ha inviato a UniCredit una nota di chiarimento sui termini del monitoraggio previsto dal decreto Golden Power. “Abbiamo preso atto del contenuto della risposta del Mef e, in un’ottica di dialogo costruttivo, abbiamo rinunciato alle misure provvisorie”, si legge in una nota diffusa dalla banca.

Nel frattempo, l’istituto ha ottenuto una proroga di un mese per la scadenza dell’offerta su Banco BPM, che slitta dal 23 giugno al 23 luglio. Ma resta alta la tensione con il governo, che ha motivato le restrizioni con esigenze di sicurezza nazionale, legate alla tutela di asset strategici nel settore bancario e finanziario.

Una linea, quella dell’esecutivo, che potrebbe generare attriti con la Commissione europea, sempre più attenta alla compatibilità tra i poteri statali e la libertà di mercato. Bruxelles monitora infatti con attenzione l’uso del Golden Power da parte degli Stati membri, soprattutto quando riguarda aziende quotate e strategiche come Banco BPM.

L’esito del ricorso, atteso per luglio, avrà implicazioni significative non solo per l’Ops UniCredit-Banco BPM ma anche per l’intero sistema di applicazione del Golden Power in Italia. Se il TAR dovesse accogliere le tesi della banca, si aprirebbe un precedente potenzialmente rilevante per le future operazioni di M&A nel settore bancario, in particolare tra soggetti sistemici.

Viceversa, una conferma delle condizioni governative darebbe legittimazione piena all’approccio restrittivo adottato dall’esecutivo nel nome della sovranità economica e della stabilità finanziaria. Intanto, il mercato resta alla finestra: il countdown verso il 9 luglio è ufficialmente iniziato.
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