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Riunione della BCE - un taglio e rischi di ribasso per la crescita - ancora dipendenti dai dati economici

di Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS IM
 
Riunione della BCE - un taglio e rischi di ribasso per la crescita - ancora dipendenti dai dati economici
Nella riunione odierna la BCE ha tagliato i tassi di 25 pb, il quarto taglio che porta i tassi di interesse al 3,00%.

I fondamentali giustificano pienamente il taglio di dicembre e la decisione di rimuovere il messaggio che "la politica deve rimanere in territorio restrittivo per tutto il tempo necessario a portare l'inflazione al target" è una modesta virata verso una politica espansiva. Detto questo, le mosse future dipendono dai dati e si conferma che la BCE non si è impegnata a definire un approccio per il futuro. Il comunicato afferma che le condizioni finanziarie “continuano ad essere rigide perché la politica monetaria rimane restrittiva” e che “nel tempo, gli effetti gradualmente attenuati della politica monetaria restrittiva dovrebbero sostenere una ripresa della domanda interna”.

Le nuove previsioni mostrano chiaramente come l'inflazione dovrebbe raggiungere l'obiettivo del 2% all'inizio del prossimo anno e rimanere intorno a questo valore fino al 2027. Sebbene la Lagarde abbia detto che la lotta all'inflazione non è ancora finita, i numeri parlano chiaro e la necessità di bilanciare i rischi è ora su due fronti. Con una crescita che rimarrà al di sotto del potenziale per almeno un altro anno, sospettiamo che i rischi di un aumento dell'inflazione siano estremamente contenuti. È chiaro che la BCE deve rimanere cauta per il momento, poiché “l'inflazione interna è scesa [ma] rimane elevata, soprattutto perché i salari e i prezzi in alcuni settori si stanno ancora adeguando con notevole ritardo all'impennata dell'inflazione passata”. Sembra che sia solo una questione di tempo.

Per quanto riguarda i mercati, il modesto irripidimento iniziale delle curve degli EGB (European Global Bonds) si è invertito e ora assistiamo a un inasprimento delle curve ribassiste e a un modesto allargamento dello spread. A nostro avviso, si tratta più di una mossa di presa di profitto che dell'inizio di un movimento ribassista dei rendimenti. I mercati non stanno infatti valutando un eccessivo ciclo di allentamento delle politiche per i prossimi trimestri e ci aspettiamo che i dati delle prossime settimane confermino i rischi al ribasso per la crescita e le pressioni disinflazionistiche.

Il dibattito sul tasso neutrale si aprirà a metà del 2025, quando la BCE si avvicinerà ad esso. Al momento, vediamo un'ampia gamma di opinioni che dovranno convergere verso un intervallo più stretto per il “neutrale”. Attualmente, la BCE non solo giudica i tassi di riferimento ancora restrittivi, ma anche le condizioni di finanziamento sono restrittive e potenzialmente continuano a pesare sull'economia. L'attuale livello di incertezza è molto elevato, a causa della congiuntura politica (Francia e Germania) e le future decisioni politiche dell'amministrazione statunitense determineranno anche il tono dei provvedimenti futuri e dei tassi terminali.

Siamo pertanto convinti che la BCE sia saldamente orientata a tagliare e che si avvicinerà alla neutralità l'anno prossimo. Manteniamo quindi una sovraponderazione della duration dell'area euro rispetto ad altri mercati Developed Market core come per esempio i treasury USA (UST).
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