Ultime notizie

Payden & Rygel - Tra dazi e crescita debole: il reddito fisso resta un’ancora di salvezza

di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel
 
Payden & Rygel - Tra dazi e crescita debole: il reddito fisso resta un’ancora di salvezza
Nonostante il Pil americano del primo trimestre, pubblicato lo scorso mercoledì, sia risultato negativo, la domanda finale di beni e servizi del settore privato ha registrato comunque una crescita del 3%, in linea con quanto osservato nel corso degli ultimi nove o dieci trimestri. Una simile lettura di questo “Pil di base”, che si focalizza sul settore privato, tralasciando i flussi relativi al commercio, alle scorte e alla spesa pubblica, lascia intendere che l’economia degli Stati Uniti possa riprendersi nel corso dei prossimi dodici mesi. Da evidenziare anche il dato relativo alle buste paga che, per gli esperti del mercato obbligazionario come noi di Payden, rappresentano il più importante indicatore in tempo reale dello stato di salute dell’economia e che, per il mese di aprile, mostrano un aumento del reddito e dei posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione è ancora sotto controllo. La situazione potrebbe quindi non essere così drammatica come i più pessimisti ci avevano indotti a credere solo un paio di settimane fa.  Ovviamente, le tariffe restano una tassa pesante per le famiglie e le imprese americane, che spesso importano beni strumentali con cui produrre merci da esportare nel mondo, senza contare i dubbi sulle modalità di calcolo e di comunicazione, che rappresentano un’ulteriore “tassa sull’incertezza”. Se all’inizio dell’anno pensavamo che l’economia americana potesse crescere del +2% circa, oggi abbiamo dimezzato le nostre stime. Tuttavia, gli Stati Uniti non sono ancora sull’orlo della recessione e una crescita anemica sembra la naturale conseguenza di un’inversione di politica economica come non si vedeva da più di cinquant’anni, da quando cioè il presidente Nixon, nell’agosto del 1971, decretò la fine del Gold Standard, annunciando che il dollaro non sarebbe stato più convertibile e rimborsabile in oro, e introdusse una tassa del 10% su tutte le importazioni.

Di fronte a un clima di così grande incertezza, gli investitori sono anzitutto chiamati a mantenere la calma e a diffidare dalle view estremamente ribassiste o estremamente ottimiste: la verità sta sempre nel mezzo. Fondamentale è rimanere investiti, perchè tra vent’anni, guardando indietro all’aprile del 2025, i saliscendi del mercato azionario appariranno sicuramente meno significativi. Con gli ultimi dati in termini di Pil e di aumento dei posti di lavoro ancora piuttosto buoni, nel corso della riunione di mercoledì la Federal Reserve è attesa lasciare i tassi d’interesse invariati, ma il rallentamento della crescita causato dalle tariffe potrebbe indurre i policymaker ad effettuare nuovi tagli nel corso dei prossimi 6-9 mesi. Sul fronte dell’inflazione, crediamo che i prezzi siano destinati a raffreddarsi e che il pericolo di una stagflazione non sia al momento concreto. A livello di asset class, pensiamo che il reddito fisso continuerà a svolgere il suo ruolo di “ancora di salvezza” e, in particolare, se gli Usa dovessero entrare in recessione e la Banca Centrale dovesse effettivamente allentare la politica monetaria, i rendimenti dei Treasury dovrebbero favorire i portafogli. Anche quelli a breve termine, con titoli con scadenze tra i 3 e i 5 anni e titoli di credito o societari, ad esempio obbligazioni corporate ad alto rating, che possono comunque performare bene anche in un contesto di sviluppo economico più lento. Le premesse sono ottime, poiché si parte da buoni rendimenti correnti, con la prospettiva di ottenere realisticamente ritorni del 4%, 5% o 6%, se l’economia dovesse reggere. Ma il contesto resterebbe favorevole per il reddito fisso anche nel caso di un indebolimento della crescita, perché in questo caso la Fed procederebbe a tagliare i tassi, a vantaggio delle obbligazioni.  

In conclusione, il mercato potrebbe aver reagito in maniera eccessiva alla svolta del 2 aprile, soprattutto perché, più sono resi noti nuovi dettagli, più si osserva che l’aliquota tariffaria effettiva, pur in aumento, non dovrebbe essere così alta come molti temevano. In particolare, l’ampliamento degli sgravi fiscali dovrebbe impattare positivamente sulla crescita, mentre una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione Usa verso temi come la deregolamentazione dovrebbe agevolare il sistema finanziario.
  • villa mafalda 300x600
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
Terna: autorizzato il collegamento “Acquara - Porto Potenza Picena” in provincia di Macerata
06/05/2025
Terna: autorizzato il collegamento “Acquara - Porto Potenza Picena” in provincia di Macera...
La Fed resta cauta di fronte a un quadro fiscale e commerciale ancora incerto
06/05/2025
di Kevin Thozet, membro del Comitato investimenti di Carmignac
La Fed resta cauta di fronte a un quadro fiscale e commerciale ancora incerto
Italia-Arabia Saudita: al MIT Salvini, Al-Jasser e le aziende italiane
06/05/2025
Italia-Arabia Saudita: al MIT Salvini, Al-Jasser e le aziende italiane
Pictet WM - Preview Fed: In attesa di un peggioramento dei dati reali
06/05/2025
di Xiao Cui, Senior Economist di Pictet Wealth Management
Pictet WM - Preview Fed: In attesa di un peggioramento dei dati reali