Economia

Palermo: “L’acqua non può più essere la Cenerentola delle infrastrutture. Serve una strategia nazionale per il riuso e investimenti strutturali”

di Redazione
 
Palermo: “L’acqua non può più essere la Cenerentola delle infrastrutture. Serve una strategia nazionale per il riuso e investimenti strutturali”

Alla 42ª assemblea annuale dell’Anci, chiusa ieri a Bologna dopo tre giorni da record con oltre 20mila presenze, l’intervento dell’Amministratore Delegato di Acea, Fabrizio Palermo, ha riportato al centro del dibattito uno dei temi più urgenti per il futuro del Paese: la fragilità dell’infrastruttura idrica italiana. In un’edizione caratterizzata dal confronto tra istituzioni, amministratori e imprese, le sue parole hanno assunto il valore di un appello diretto alla politica e al sistema produttivo.

Palermo ha evidenziato come la rete idrica nazionale sia ancora trattata come la “Cenerentola delle infrastrutture, nonostante la crescente sensibilità internazionale sul tema. Ha spiegato che in diversi Paesi europei e non solo l’acqua ha acquisito una centralità strategica, mentre in Italia si continua a investire troppo poco in un settore essenziale per la vita dei cittadini e per la competitività del sistema economico. Il risultato, ha ricordato, è una perdita media del 46% dell’acqua immessa in rete, una percentuale definita inaccettabile perché incide non solo sulla disponibilità della risorsa, ma anche sui costi di gestione, sull’agricoltura e sull’industria.



Secondo Palermo, esistono già soluzioni immediate e tecnicamente attuabili per ridurre in tempi rapidi gli sprechi e migliorare l’efficienza delle infrastrutture, ma occorre un salto di qualità negli investimenti. Il PNRR, con i suoi 5 miliardi dedicati al settore idrico, è stato descritto come un inizio importante, ma l’Amministratore Delegato di Acea ha sottolineato che queste risorse non possono bastare a costruire un futuro solido. Occorre una visione di lungo periodo, una strategia strutturale che coinvolga Stato, territori e operatori industriali.

Palermo ha richiamato anche le richieste dell’Unione Europea
, ricordando che Bruxelles chiede all’Italia un cambio di passo sul riuso delle acque, definito un tema cruciale. Ha affermato che lo sviluppo di politiche di riutilizzo rappresenterebbe non solo una risposta a problemi ambientali e climatici, ma anche un potente volano economico, capace di generare nuova occupazione e modernizzare interi comparti produttivi.

Nel contesto di un’assemblea che ha affrontato le principali sfide dei Comuni, dalla sostenibilità urbana alla digitalizzazione, fino alla gestione delle risorse, il contributo di Palermo ha offerto una chiave di lettura più ampia, secondo la quale l’acqua non è solo un’infrastruttura da mantenere, ma un tema che chiama in causa salute, qualità della vita, sicurezza ambientale e crescita economica. Per questo, ha insistito sulla necessità di rimettere la rete idrica al centro dell’agenda nazionale.

La prossima edizione dell’assemblea Anci, in programma nel 2026 a Verona, sarà l’occasione per verificare quanto l’appello di Palermo, trasformare un’urgenza strutturale in una vera priorità politica, tecnica e culturale, avrà trovato riscontro.

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