Ultime notizie

Ortofrutta: persi quasi 300mila ettari in 15 anni

di Coldiretti
 
Ortofrutta: persi quasi 300mila ettari in 15 anni

Perdita di superfici coltivate

Negli ultimi quindici anni sono andati persi 200mila ettari di frutteti, con la superficie coltivata a frutta e agrumi che è scesa per la prima volta sotto la soglia dei 500mila ettari. Come conseguenza della riduzione della superficie, si stima si siano persi (sono stati tagliati per cessazione della coltivazione) oltre 200 milioni di piante da frutto. Non va meglio il settore di ortaggi, legumi e patate, con una perdita di superficie coltivata stimata nello stesso periodo in altri 100mila ettari. Sono gli spunti emersi nel corso dell’incontro organizzato da Coldiretti e Filiera Italia al salone Fruit Logistica di Berlino, il più importante appuntamento europeo per il settore. Presenti il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.

Cause della crisi produttiva

Un risultato che pesa sul primato produttivo nazionale in Europa, che si estende dai kiwi alle pere, dalle ciliegie alle uve da tavola, alle albicocche, agli agrumi, e che è stato causato da una molteplicità di fattori, a partire dai prezzi troppo bassi pagati agli agricoltori, che spesso non coprono neppure i costi di produzione.

Effetti del cambiamento climatico

Ma a pesare ci sono – rileva Coldiretti – anche gli effetti dei cambiamenti climatici che negli ultimi anni hanno devastato il Frutteto Italia, tra maltempo e siccità. Nel 2023 le alluvioni avevano causato un calo del 63% del raccolto di pere e del 30% di quello di pesche e nettarine. Nel 2024 la siccità ha tagliato di quasi il 20% la produzione di agrumi, mentre quella del kiwi è crollata del 50% a causa della moria, con danni anche a nocciole e ciliegie, secondo Coldiretti.

Invasione di insetti e malattie

Ai problemi causati dal clima si sommano quelli dell’invasione di insetti e malattie aliene, che si sono accaniti sulle produzioni nazionali, dalla cimice asiatica al cinipide galligeno che ha decimato le castagne, dalla Drosophila suzukii il moscerino killer che attacca ciliegie, mirtilli e uva alla Tristeza degli agrumi, al virus rugoso del pomodoro, etc. Per non parlare dei danni causati dagli animali selvatici (cinghiali in primis), sempre più numerosi e affamati di prodotti coltivati nelle nostre campagne, al punto che a far danni nei campi è arrivato anche il pappagallino o parrocchetto monaco, una specie originaria del Sudamerica che fa strage di frutta e mandorle nelle regioni del Centro Sud, dove sta diventando una presenza fissa anche a causa dei cambiamenti climatici.

Problemi fitosanitari e competitività

Spesso, peraltro, i frutticoltori nazionali si trovano nell’impossibilità di difendere i propri raccolti a causa della mancanza di sostanze fitosanitarie adeguate (in Italia l’utilizzo di fitofarmaci si è ridotto del 50% negli ultimi 30 anni e i prodotti utilizzati sono passati da oltre un migliaio a circa 300), mentre tardano ad essere rese disponibili le nuove tecnologie non Ogm per il miglioramento genetico (Tea).

Bilancia commerciale negativa

Con tutto ciò si riduce fortemente – prosegue Coldiretti – il potenziale produttivo e l’Italia è passata da essere un paese esportatore, ad avere un saldo in volumi negativo, importando più ortofrutta di quella esportata, anche per la mancanza di reciprocità delle regole con i paesi extra-Ue che esportano ortofrutta e che possono contare su costi di produzione più bassi ed utilizzano pesticidi da noi vietati.

Calano i consumi

Ma il problema riguarda anche i consumi. Negli ultimi cinque anni le famiglie italiane hanno tagliato gli acquisti di frutta di ben 21 chilogrammi, con un impatto pericoloso anche dal punto di vista della salute. Se si aggiungono anche gli ortaggi il “conto” sale a 40 kg in meno, secondo l’analisi Coldiretti su dati Cso Italy.

Soluzioni per il futuro

Serve incentivare il livello di aggregazione – conclude Coldiretti -, stimolando i processi di fusione ed aggregazione delle strutture, rendendo più attrattiva l’adesione alle OP, anche introducendo nuove misure finanziabili nei piani operativi, come interventi per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici (sistemi di risparmio idrico, invasi, etc.), imballaggi ecologici, compostabili, riutilizzabili, etc., assicurazione dei crediti commerciali, fondi di mutualizzazione.

  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • villa mafalda 300x600
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
Presentato il Quaderno “Cartolarizzazioni immobiliari. Proposte di riforma per il mercato dei capitali”
13/05/2025
Presentato il Quaderno “Cartolarizzazioni immobiliari. Proposte di riforma per il mercato ...
Eni annuncia l'avvio della produzione del campo di Merakes East, nell'offshore dell'Indonesia
13/05/2025
Eni annuncia l'avvio della produzione del campo di Merakes East, nell'offshore dell'Indone...
Cresce il contributo dello sport al turismo in Italia
13/05/2025
Cresce il contributo dello sport al turismo in Italia
Unioncamere: la domanda di lavoro delle filiere italiane più famose nel mondo
13/05/2025
Unioncamere: la domanda di lavoro delle filiere italiane più famose nel mondo