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Obbligazioni convertibili in una fase favorevole

di Francesco Lomartire, responsabile di SPDR ETFs per il Sud Europa
 
Obbligazioni e azioni si allineano

L’andamento negativo del mercato obbligazionario nel primo semestre ha pesato sulle obbligazioni convertibili, ma questa debolezza si è trasformata in un punto di forza nel terzo trimestre. Il taglio dei tassi della Fed ha sostenuto i Treasury e, unitamente a un contesto di rischio ancora favorevole, ha portato le obbligazioni convertibili a registrare nel trimestre ritorni superiori a quelli dell'indice S&P 500. Le obbligazioni convertibili dovrebbero rimanere in un contesto particolarmente favorevole se gli asset rischiosi continueranno a performare positivamente spinti dall'allentamento della politica della Fed. La conferma da parte della Fed sui prossimi tagli, in linea con le attese del mercato, dovrebbe fornire una solida base a favore delle azioni small e mid-cap, positivamente correlate alle obbligazioni convertibili. I rischi derivano dai crescenti timori di un hard landing, che impatterebbe la propensione al rischio. Anche se non prevediamo un hard landing, un'ulteriore decelerazione dell'economia statunitense sembra ancora probabile. Per questo motivo gli investitori potrebbero essere cauti nell'assumere un rischio di credito eccessivo. Tuttavia, le obbligazioni convertibili si posizionano su un livello di rating crossover, con il 57,5% sul livello investment grade, che quindi dovrebbero essere meno esposte rispetto ai titoli high yield ad un rallentamento significativo della crescita.

Un mix di asset differenti favorisce la diversificazione

Oltre ad offrire un’esposizione al credito diversa rispetto alle obbligazioni high yield, le obbligazioni convertibili offrono anche una certa diversificazione settoriale, con un'allocazione molto più bassa ai titoli finanziari rispetto all'indice Bloomberg Global High Yield, composto da circa il 35% di titoli finanziari. L'indice Refinitiv Qualified Global Convertible è più concentrato nel settore tecnologico, che rappresenta quasi il 27% dell'indice. Tuttavia, questi titoli sono prevalentemente di società small e mid-cap che non hanno registrato il forte aumento che hanno invece avuto i titoli Big Tech e i Magnifici 7. Il mese di agosto è stato un tipico esempio di come le obbligazioni convertibili possano favorire la stabilità del portafoglio in mercati colpiti da un’improvvisa volatilità. Agosto infatti stato un mese di elevate oscillazioni dei mercati, in particolare delle small cap, in reazione ai dati economici rilasciati e ai commenti delle banche centrali, per cui le obbligazioni convertibili hanno beneficiato meno del calo dei rendimenti rispetto gli indici obbligazionari con elevata duration. Tuttavia, hanno ampiamente sovraperformato i titoli azionari sottostanti grazie alla convessità che le rende uno strumento interessante in portafoglio.

Se lo scenario di un soft landing si rivela corretto e l'inflazione continua a diminuire, la performance delle obbligazioni convertibili nei prossimi trimestri sarà determinata dalla performance del mercato azionario. I timori di una recessione potrebbero compromettere l’ottimismo, ma le valutazioni continuano ad essere interessanti. Il delta dell'indice Refinitiv Qualified Global Convertible Bond si attesta a fine settembre a circa 44, un valore inferiore alla media di lungo periodo, storicamente associato a guadagni compresi tra l'8 e il 9% nei 12 mesi successivi.
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