Economia

Npl Meeting 2025, l’Italia conferma la sua solidità mentre l’Europa affronta nuove criticità

di Redazione
 
Npl Meeting 2025, l’Italia conferma la sua solidità mentre l’Europa affronta nuove criticità
Mestre ha ospitato la quattordicesima edizione del Npl Meeting, l’appuntamento annuale che richiama operatori, analisti e istituzioni attorno al tema del credito deteriorato. L’edizione 2025, organizzata da Banca Ifis a Villa Fürstenberg, ha offerto un quadro aggiornato dello stato di salute del sistema europeo e italiano, con la presentazione del “Market Watch Npl 2025. I numeri e le analisi evidenziano una situazione a doppia velocità: da un lato, la tenuta del mercato italiano; dall’altro, l’aumento degli stock in Francia e Germania, dove il deterioramento del credito si concentra soprattutto nel segmento corporate e immobiliare.

Il rapporto certifica che in Italia lo stock totale di crediti deteriorati, considerando banche e investitori, si è ridotto di 86 miliardi di euro rispetto al picco del 2015. A fine 2025 si stima un ammontare complessivo pari a 275 miliardi di euro, con un Npe ratio lordo che dovrebbe scendere dal 2,8% attuale al 2,3% entro il 2027. Si tratta di livelli ben al di sotto della soglia del 5% fissata come obiettivo dalla BCE, un risultato che testimonia l’efficacia del processo di derisking portato avanti negli ultimi anni. A incidere sul peggioramento del credito restano tuttavia le imprese, in particolare nei settori edilizia, commercio e hospitality, mentre le famiglie continuano a registrare tassi di deterioramento ai minimi storici, fermi allo 0,6%.

Sul fronte europeo, lo scenario appare più complesso. Lo stock lordo di Npe delle banche significative dell’UE si attesta a 373 miliardi di euro nel secondo trimestre 2025, in leggero calo rispetto al trimestre precedente ma in aumento se confrontato con i minimi del 2023. A trainare questa crescita sono soprattutto Germania, che ha visto un incremento di 14 miliardi, e Francia, con +12 miliardi, mentre Italia e Spagna continuano a ridurre le esposizioni. La polarizzazione dei dati evidenzia la fragilità di un’Europa in cui le dinamiche macroeconomiche pesano in maniera differente da Paese a Paese.

Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis, ha sottolineato come l’Italia rappresenti un modello di resilienza grazie alla collaborazione tra banche e operatori specializzati: “L’industria italiana degli Npl ha raggiunto una maturità tale da essere un alleato strategico del sistema bancario. Il futuro dipenderà dalla capacità di consolidare ulteriormente il settore e di adottare nuove tecnologie digitali, rendendo i processi più efficienti e sostenibili”. Geertman ha richiamato l’attenzione anche sul progetto di Social Banking avviato da Banca Ifis, che mira a integrare la dimensione sociale nei processi di recupero, favorendo la reinclusione finanziaria dei clienti-debitori.

Il Market Watch Npl 2025 mette in luce anche alcune sfide che l’industria italiana dovrà affrontare. Da un lato, il consolidamento del settore, già testimoniato dalle 59 operazioni straordinarie registrate dal 2018 ad oggi; dall’altro, l’adozione dell’intelligenza artificiale come leva strategica per migliorare i modelli operativi. A livello europeo, sono già una cinquantina i progetti di implementazione annunciati, soprattutto nell’analisi predittiva, nella rilevazione precoce dei rischi e nell’automazione della gestione documentale. Questi strumenti, se ben integrati, potranno contribuire a rendere più sostenibile e rapida la gestione dei portafogli deteriorati.

Un punto critico resta invece la lentezza dei procedimenti giudiziari. Lo studio di Banca Ifis ha analizzato 44 portafogli con rating Scope, per un totale di 95 miliardi di euro, riscontrando un rallentamento del tasso di recupero legato all’aumento dell’incidenza del recupero giudiziale. Il 60% dei fascicoli ha più di cinque anni, con tempi allungati da ritardi strutturali dei tribunali e progetti di digitalizzazione non ancora pienamente operativi. Un miglioramento di questo aspetto appare decisivo per l’efficienza complessiva del sistema.

Nel triennio 2025-2027, in Italia sono previsti volumi di Npe transati pari a circa 22 miliardi di euro annui, con un crescente ruolo del mercato secondario che assorbirà circa metà delle operazioni. Si tratta di un elemento che conferma la vitalità e la dinamicità di un settore ormai consolidato, ma che deve continuare a innovarsi per rispondere alle sfide globali. Al Meeting, la presenza di voci autorevoli come l’economista Jeffrey Sachs e rappresentanti di grandi operatori - da DoValue a Prelios, da BNP Paribas a McKinsey - ha ulteriormente arricchito il dibattito, delineando le prospettive future del comparto.
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