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Nomisma fotografa il lavoro agricolo in Italia

 
Nomisma è intervenuta oggi al Forum Nazionale ForAgri, presentando i dati dell’Osservatorio del Ente Bilaterale Agricolo Nazionale – EBAN sul lavoro agricolo. In Italia sono circa 689.000 le imprese agricole attive, ma solo una su 4 risulta avere dipendenti nel 2022. Nel complesso il settore agricolo impiega oltre 1,05 milioni di dipendenti, con una prevalenza di operai (96%), che infatti incidono per ben l’11% sul totale degli operai di tutti i settori economici in Italia. L’agricoltura si caratterizza per una netta prevalenza di lavoratori a tempo determinato (89%), sebbene negli ultimi anni si registri un leggero incremento del tempo indeterminato e delle giornate lavorate, che comunque lascia ancora molto aperto il gap delle giornate lavorate: 116 di media per gli operai agricoli, contro le 230 del totale economia.

L’identikit del lavoratore agricolo in Italia

Complessivamente tuttavia gli operai diminuiscono (-5% nel periodo 2017-2022) e tale decremento sta interessando soprattutto quelli stranieri, con un crollo significativo dei lavoratori comunitari e, negli ultimi anni, una flessione anche di quelli non comunitari.

A questo riguardo, il team di ricerca di Nomisma – coordinato da Ersilia Di Tullio e composto da Enrico Marinucci, Matteo Govoni e Laura Gozzi – ha rilevato come in Italia siano 285.0000 i lavoratori dipendenti provenienti da altri Paesi. 2 su 3 provengono dall’extra-UE (India, Albania e Marocco ai primi posti), mentre i comunitari sono prevalentemente di origine rumena, che con 72.000 occupati rappresenta il principale Paese estero di provenienza.

Nel complesso gli operai agricoli impiegati in Italia per il 68% sono uomini, prevalentemente di età avanzata, con un basso grado di istruzione e specializzazione. Per tale motivo l’implementazione del sistema di individuazione, valutazione e certificazione delle competenze (IVC) potrebbe rappresentare uno strumento in grado di mettere in trasparenze le competenze dei lavoratori e offrire alle imprese agricole diversi vantaggi, quali una migliore selezione del personale, una minor difficoltà nel trovare profili specializzi e una maggiore consapevolezza delle abilità da parte dei lavoratori. Per altro, i lavoratori agricoli sembra disponibili a cogliere le opportunità offerte dalla certificazione delle competenze, che porterebbe chiarezza sulle relative qualifiche e potrebbe anche contribuire ad ottenere più facilmente un aumento salariale.
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