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Lavoro in stallo: la Fed verso l’allentamento

di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel
 
Lavoro in stallo: la Fed verso l’allentamento
Nel 2025 la crescita occupazionale del settore non agricolo negli Stati Uniti ha subito una forte battuta di arresto. Storicamente, un rallentamento simile si è registrato soltanto durante periodi di recessione: la crescita media trimestrale delle buste paga non agricole è infatti passata dalle 116.000 unità del settembre 2024 alle 29.000 di oggi. Anche le revisioni preliminari dei benchmark pubblicate martedì scorso dipingono un quadro simile, con -911.000 posti di impiego totali nel 2025 contro i -818.000 del 2024. Parallelamente, il tasso di disoccupazione negli Usa è salito al 4,3%, un dato sovrapponibile a quello registrato lo scorso settembre, quando la Federal Reserve optò per un taglio dei tassi d’interesse da 50 punti base.

Altri indicatori del mercato del lavoro, come le richieste di sussidi di disoccupazione e le offerte di impiego delineano un contesto sensibilmente più debole. In particolare, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione hanno toccato i valori più elevati dal 2021, mentre quelle continuative sono vicine ai massimi del ciclo. Inoltre, per la prima volta in questa fase congiunturale, il numero lavoratori in cerca di occupazione ha superato quello dei posti vacanti.

I dati sull’inflazione di agosto pubblicati la scorsa settimana – con la media mobile a tre mesi dell’indice CPI core allo 0,3%, rispetto allo 0,2% del settembre 2024 – sembrano suggerire un impatto limitato delle tariffe sui prezzi dei beni e, viceversa, un contributo significativo del settore immobiliare, una tendenza a nostro avviso destinata ad esaurirsi, dal momento che gli indicatori degli affitti lasciano presagire un’ulteriore moderazione dei prezzi degli alloggi. Inoltre, la debolezza del mercato del lavoro dovrebbe portare ad un raffreddamento della componente principale dell’IPC, ovvero i servizi non immobiliari, nel corso del prossimo anno. 

Ad oggi i mercati obbligazionari scontano una probabilità del 107% di un taglio da 25 punti base nel corso dell’ormai prossima riunione della Fed, ma l’entità della riduzione è una questione di poco conto. Decisivo sembra, invece, il fragile equilibrio in cui si trova oggi il mercato del lavoro, perché, storicamente, un forte rallentamento della crescita occupazionale ha portato o ad una rapida ripresa, oppure ad una recessione. Per evitare un crollo, la Fed dovrebbe, come suggerito dal governatore Waller, procedere con l’allentamento monetario: in base alle nostre previsioni, nei prossimi 12-15 mesi il tasso sui Fed Funds dovrebbe avvicinarsi al 3% (dall’attuale 4,50%).
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