Economia

Gruppo San Donato presenta la nuova corporate governance, il bilancio consolidato 2024 e i progetti futuri

di Redazione
 
Gruppo San Donato presenta la nuova corporate governance, il bilancio consolidato 2024 e i progetti futuri
Sono stati presentati oggi la nuova corporate governance, i dati del bilancio consolidato 2024 e i progetti futuri del Gruppo San Donato (GSD) in Italia e all’estero. La conferenza stampa si è svolta alla presenza del presidente Angelino Alfano, dei vice presidenti Kamel Ghribi, Paolo Rotelli e Marco Rotelli e del nuovo amministratore delegato della Gruppo San Donato S.p.A., Marco Centenari. Con 5.8 milioni di pazienti trattati nell’ultimo anno, in 161 strutture sanitarie di cui 58 in Italia, con oltre 8.000 posti letto, 11.000 medici che gestiscono tra l’altro 250.000 accessi in Pronto Soccorso, Gruppo San Donato si conferma leader della sanità italiana e tra i maggior gruppi ospedalieri europei, grazie anche alle recenti acquisizioni dei due gruppi polacchi, American Heart of Poland e Scanmed.

La leadership si consolida anche grazie all’eccellenza clinica e all’innovazione, guidate da solide attività di ricerca di base, traslazionale e clinica. Il GSD rappresenta un modello integrato difficilmente replicabile, con una leadership senza pari, nell’ambito dell’assistenza clinica, della ricerca e della didattica. In particolare l’IRCCS Ospedale San Raffaele, con 1771 ricercatori, 3414 pubblicazioni scientifiche, 762 brevetti, 100 laboratori high-tech e 1.364 esperimenti clinici è al primo posto in Italia per Impact factor medio, numero di brevetti e ammontare di finanziamenti UE. Anche l’Università Vita–Salute San Raffaele svetta nelle classifiche internazionali: 26a al mondo per The Young University Ranking 2022, con la facoltà di Medicina e chirurgia, considerata dal Censis, nella classifica 2022, la prima in Italia tra le università non statali. Il focus continuo sulla ricerca e l’esplorazione della scienza più avanzata hanno permesso al GSD di concentrarsi sullo sviluppo di alcune aree particolarmente all’avanguardia, quali l’intelligenza artificiale, le neurotecnologie, le terapie cellulari innovative e l’aging.

Nuovo assetto societario e nuova corporate governance

Si conclude il percorso intrapreso per snellire e riorganizzare l’assetto societario e la governance del GSD. Negli ultimi anni è avvenuta una trasformazione radicale: il Gruppo ha raddoppiato la propria dimensione, crescendo all’estero e divenendo una vera e propria “multinazionale della salute”. La semplificazione organizzativa ha cambiato del tutto l’assetto delle società del Gruppo: oggi la Papiniano S.p.A. custodisce la totalità della Gruppo San Donato S.p.A., che a sua volta detiene la totalità delle società operative italiane e controlla con il 51%, le società operative polacche. Anche la governance aziendale è stata snellita e semplificata al fine di ottimizzare l’efficienza decisionale e rafforzare la coerenza strategica, in linea con le nuove esigenze su scala globale. Tutti i consigli di amministrazione delle società operative sono stati sostituiti da amministratori unici. Questa nuova organizzazione evidenzia la natura e gli obiettivi del cambiamento, sottolineando i benefici attesi, in termini di efficienza e agilità gestionale. Il Consiglio di amministrazione della Gruppo San Donato S.pA. è invece così composto: presidente, Angelino Alfano, vice presidenti, Paolo Rotelli, Marco Rotelli e Kamel Ghribi. La funzione strategica di Amministratore delegato viene affidata a Marco Centenari, manager cresciuto all’interno del Gruppo, che ha maturato un’esperienza ventennale di gestione ospedaliera e già amministratore delegato dell’Ospedale San Raffaele. I consiglieri di amministrazione sono Augusta Iannini e Nicola Grigoletto.

Bilancio consolidato 2024: anno record per fatturato ed Ebitda

I ricavi nel 2024 hanno raggiunto quota 2 miliardi e 570 milioni di euro, erano 1 miliardo e 724 milioni di euro nel 2019, una crescita complessiva nel periodo del 49%, nonostante il calo di fatturato del 2020 dovuto alla pandemia Covid. L’Ebitda nel 2024 raggiunge quota 323 milioni di euro, erano 207 milioni di euro nel 2019, ottenendo così una crescita complessiva nel periodo del 56%. La crescita dei ricavi e della marginalità è stata guidata principalmente da: l’incremento della quota di fatturato relativa ai pazienti solventi, le acquisizioni in Polonia, la piena operatività dei due nuovi poli ospedalieri, l’Iceberg del San Raffaele e il nuovo Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, la gestione degli ospedali in Iraq e le attività di efficientamento operativo e organizzativo, tramite la centralizzazione di attività trasversali e lo snellimento della governance.

Attività internazionale: i progetti in corso

Nell’ultimo anno sono cresciuti anche gli impegni del GSD/GKSD all’estero. Il piano strategico del GSD prevede l’espansione e la diversificazione delle proprie attività in mercati selezionati. Nel 2024, il Gruppo San Donato ha finalizzato l’acquisizione del 100% del Gruppo polacco Scanmed, attraverso la controllata American Heart of Poland, e ha chiuso nuovi accordi per la gestione di strutture sanitarie in diversi Paesi dell’area MENA. Ad oggi, i Paesi nei quali è presente il GSD sono: Albania, Iraq, Egitto, Arabia Saudita, Libia e Siria. Particolarmente rilevante è la presenza in Iraq, con due ospedali già in gestione: il Al Najaf Al Ashraf teaching hospital a Najaf e il Sayyab teaching hospital a Bassora e sono in corso accordi per la gestione di ulteriori strutture sanitarie.  È in corso anche la finalizzazione di un accordo di gestione di una importante struttura ospedaliera a Il Cairo ed è appena stato siglato un Memorandum of understanding con l’Albania, che darà vita a una nuova stagione di collaborazioni in ambito sanitario, scientifico e accademico. Il recente viaggio in Siria del presidente di GKSD, Kamel Ghribi, rappresenta, inoltre, un passo strategico fondamentale per rafforzare il dialogo tra i due Paesi e proporre l’Italia come partner privilegiato in settori chiave come la sanità, favorendo nuove opportunità di cooperazione e sviluppo. La presenza internazionale del Gruppo San Donato riflette l’attrattività delle sue competenze cliniche, scientifiche e gestionali: la strategia per il medio Oriente e l’Africa è selettiva e si basa su un approccio asset light/capital light, privilegiando l’apporto di competenze rispetto a investimenti in conto capitale. Il Gruppo San Donato è diventato a tutti gli effetti un player di sistema, contribuendo a rafforzare il soft power italiano e a consolidare relazioni diplomatiche strategiche, attraverso la cooperazione sanitaria.

Angelino Alfano, presidente del Gruppo San Donato, ha così commentato: «Oggi Gruppo San Donato mira alla riduzione significativa dell’incidenza delle malattie e a democratizzare l’accesso alla salute e al benessere, rendendoli più facilmente accessibili a tutti, attraverso soluzioni innovative e sostenibili nel settore sanitario. Questo è il nostro purpose, grazie al quale creiamo valore per il Paese, con le nostre risorse e il nostro know-how, guidando il cambiamento e investendo nel futuro».

Paolo Rotelli, vice presidente del Gruppo San Donato, ha così commentato: «In sintesi, dopo undici anni di lavoro, che ci ha permesso di raddoppiare le dimensioni del Gruppo e diventare una vera e propria multinazionale della salute, completiamo il percorso di razionalizzazione della governance, semplificando maggiormente e rendendo più trasparenti i processi interni, per essere ancora più concentrati sui nostri obiettivi di efficienza e progressione della medicina moderna. Il tutto valorizzando la fedeltà e la crescita dei nostri collaboratori».

Kamel Ghribi, vice presidente del Gruppo San Donato, ha così commentato: «Esportare il know-how sanitario italiano è una missione in cui credo profondamente. Parliamo di un sistema fondato su competenze mediche d’eccellenza, capacità gestionale e valori umani. Condividerlo con altri Paesi, soprattutto in aree come il Medio Oriente, significa promuovere non solo benessere, ma anche stabilità, cooperazione e diplomazia. La sanità può essere uno strumento di soft power e l’Italia ha un ruolo chiave da giocare su questo fronte».
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