Se non fossimo nel pieno di una fase politica internazionale delicatissima come non se ne vedeva da tempo, con guerre sanguinose, alle quali si cerca di dare una fine, dovremmo ringraziare il Padreterno e il parterre dei Santi per averci regalato Matteo Salvini, che ci dà la possibilità di passare qualche minuto in un clima di buonumore.
No, nessuna barzelletta, no nessuna imitazione.
Salvini ha reso noto, con un post che, con l'autorità che si è attribuita da solo, ha avuto un colloquio con il vice presidente americano JD Vance, di cui è necessaria la trascrizione letterale perché è giusto che nessuno ne possa perdere l'essenza. Allora, ecco cosa scrive Salvini che, lo ricordiamo agli sbadati che sono ancora in giro a quest'ora, è vicepremier, ma con la delega alle Infrastrutture e Trasporti (il perché di questa precisazione lo spieghiamo tra un po', cercando di non abusare della pazienza dei lettori):
''Ho avuto oggi l'onore e il piacere di parlare al telefono con il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance. E' stata l'occasione per ribadire la solida amicizia e cooperazione tra i nostri due Paesi. E' mia intenzione organizzare una missione negli Usa con imprese e investitori italiani, perché abbiamo eccellenze (anche nel campo delle infrastrutture) che il mondo ci invidia. Allo stesso tempo, ho elogiato le grandi capacità americane in campi decisivi come quello della comunicazione satellitare. Con Vance totale condivisione di obiettivi cruciali come pace in Ucraina, controlli dei confini, difesa dei nostri valori. Aspetto il vicepresidente alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, che sono certo saranno una straordinaria occasione di promozione internazionale''.
Un attimo, perché non sappiamo da dove cominciare. Dall'inizio, avrebbe detto il nostro professore di filosofia. Anche se, in premessa, una cosa la dobbiamo dire. Il tono del post è, a dire poco, di lode sperticata, una cosa da MinCulPop, senza nemmeno un accenno ad altre faccende che non sono di politica internazionale e che invece rischiano di interessarci pesantemente. Tra una carezza e l'altra, Salvini non ha ritenuto di infilare un riferimento, anche marginale, anche periferico, alla guerra commerciale scatenata da Trump, che di Vance è il capo. Furbizia avrebbe consigliato di dire magari che se ne è parlato, senza poi scendere in particolari, lasciando intendere che se ne sarebbe discusso. E invece niente, come se i problema non esistesse. Ora Salvini lo vada a dire alle imprese lombarde o ai produttori di vino del Veneto che, avendo la possibilità di dire a Vance che siamo preoccupati, si è invece occupato di trovare le parole giuste per una cosa che, in altri ambienti, avrebbe solo un nome.
Comunque la prima cosa da dire è che Salvini, con questo post, ha spaziato tra competenze e prerogative che sono di altri componenti il governo, che non lui, scavalcando anche Giorgia Meloni in dossier che, prima di essere approvati, devono avere almeno la parvenza d'essere discussi visto anche il clamore che hanno causato, provocando una mezza rivolta delle opposizioni. Ma procediamo con ordine, rilevando, subito, ma questo è marginale, che il vicepresidente americano da tutti (a cominciare dai media degli Stati Uniti, che sono fonte privilegiata in questo campo) è indicato, secondo l'uso di quelle latitudini le sole iniziali del nome JD, e non J - punto - D - punto.
Ora, messa da parte la sezione ''fare le pulci al testo'', andiamo ai contenuti, che è cosa molto più seria.
E cominciamo con una domanda, banale: a che titolo Salvini ha telefonata al vicepresidente degli Stati Uniti che, qualcuno dovrebbe pure ricordarlo, non ha alcuna competenza sui singoli Dipartimenti, quindi, men che meno, si occupa di infrastrutture, come parrebbe di capire, visto che il vicepremier lo ha eletto a suo interlocutore?
Poi, i rapporti tra due Paesi sono, traducendoli in una parola, diplomazia. Che è competenza del Ministero degli Affari Esteri e, quindi, per quanto riguarda l'Italia, Antonio Tajani, che rischia di diventare il cavaliere nero della barzelletta cara a Gigi Proietti davanti ad invasioni di campo che si ripetono, nonostante i suoi mugugni.
Andiamo avanti: chi, nel governo, ha competenza sui rapporti commerciali con gli altri Paesi, se non Adolfo Urso, che è il solo deputato ad organizzare missioni all'estero con imprese e investitori italiani in rappresentanza delle nostre eccellenze (e anche qui è Urso il ministro che se ne deve occupare)?
Che poi, nel post, venga messo tra parentesi che tra le eccellenze italiane ce ne sono legate alle infrastrutture, di cui guarda caso è ministro Salvini, è un escamotage da beghe tra fidanzatini gelosi, tipo ''lei è bellissima, ma anche tu....". Poi, come in tutte le commedie che si rispettano, ecco che l'imponderabile è in agguato.
Può essere una parola, un verbo, un concetto, persino una virgola.
E qui, a Salvini, è scappato il piede sull'acceleratore quando ha tessuto le lodi degli Stati Uniti nel campo della comunicazione satellitare. Avendo rispetto per i nostri lettori, dobbiamo dire che a noi - che siamo sospettosi per natura, quasi occhieggiando ai cattivi pensieri - questo riferimento alla ''comunicazione satellitare'' sa tanto di piaggeria, nella forma più manifesta, nei confronti di Starlink, che significa Elon Musk, i cui proconsoli in Italia nelle ultime settimane hanno moltiplicato le attestazioni nei confronti della Lega.
Ma, ripetiamo, probabilmente esageriamo, ma ogni tanto a pensare male....
E poi, alla fine, il colpo di cesello, quello che fa diventare un grezzo manufatto in un capolavoro. Il Cellini in felpa verde chiude invitando Vance alle Olimpiadi di Milano-Cortina. A che titolo, non si sa, ma l'impressione è che Salvini consideri i Giochi come una faccenda leghista, forse per il fatto che le Regioni che le ospiteranno sono guidate da suoi compagni di Partito, Fontana e Zaia. Ma un invito del genere, dal punto di vista del galateo istituzionale, non dovrebbe partire dal presidente del Consiglio e, in ogni caso, sempre per il galateo di cui sopra, essere indirizzato ad capo di Stato e non al suo vice?
Ok, esageriamo, ma è più forte di noi. Perché se la forma è sostanza, forse qualcuno dovrebbe spiegarlo a chi siede su una poltrona, ne guarda un'altra e, nel frattempo, sega le gambe di una terza.