Un’Italia che spende senza riuscire a comprare davvero. È questa la fotografia scattata dall’Istat sul mese di luglio: il commercio al dettaglio resta inchiodato, con valori stabili rispetto a giugno, ma i volumi di acquisto scivolano ancora, segnando un -0,2%. A trascinare in basso il bilancio sono soprattutto i beni alimentari, che registrano un calo evidente. Un paradosso che pesa come un macigno sui bilanci familiari: il costo della spesa cresce, mentre i sacchetti che si riportano a casa sono sempre più leggeri. Secondo l’Istat, a luglio le vendite di prodotti alimentari sono scese dello 0,4% in valore e dello 0,9% in volume rispetto al mese precedente. Ancora più netto il confronto su base annua: la spesa cresce del 2,9%, ma le quantità effettivamente acquistate diminuiscono dello 0,8%.
Un’inversione che, tradotta in euro, significa meno cibo in tavola.“Il Paese è fermo!”, ha denunciato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Gli italiani continuano a pagare di più per mangiare di meno. In media, una famiglia ha ridotto di 51 euro l’acquisto di alimenti in un anno, mentre una coppia con due figli ha visto scendere la spesa alimentare di 73 euro”. La situazione non riguarda solo luglio, ma fotografa un trend ormai consolidato. Assoutenti stima che nei primi sette mesi del 2025 la riduzione dei volumi di spesa alimentare abbia già bruciato 1,3 miliardi di euro. “È l’effetto combinato dell’aumento delle materie prime e di un’inflazione a due cifre che sta erodendo il potere d’acquisto delle famiglie”, ha spiegato Gabriele Melluso, presidente dell’associazione Sulla stessa linea il Codacons, che sottolinea come nel periodo gennaio-luglio, pur a fronte di un lieve incremento in valore dello 0,8%, le quantità acquistate siano calate della stessa percentuale (-0,8%). Se il presente non lascia respirare, l’autunno rischia di diventare una stagione da incubo. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (O.N.F.) ha calcolato che, tra settembre e novembre, ogni nucleo familiare dovrà affrontare una spesa media di 2.981,10 euro per bollette, riscaldamento, TARI, scuola e spese sanitarie. A questo si sommano i rincari alimentari, che faranno lievitare il conto di altri 1.697,50 euro. Nemmeno la gestione della casa sfugge ai rialzi: i costi condominiali cresceranno del 3,3%. L’unico spiraglio arriva dai carburanti, al momento più bassi rispetto ai picchi degli ultimi anni. “Il vero allarme è alle porte”, mette in guardia il Codacons. “Con l’arrivo dell’autunno, i rincari dei prezzi e le spese obbligate rischiano di costringere le famiglie a tagliare ulteriormente i consumi, con conseguenze pesantissime sull’intera economia del Paese”.