Economia
Caltagirone sfida Mediobanca, chiesto il rinvio dell’assemblea del 16 giugno sull’Ops Banca Generali
di Luca Andrea

Nuovo affondo di Francesco Gaetano Caltagirone contro Mediobanca. Attraverso la controllata VM 2006, il gruppo dell’imprenditore romano ha ufficialmente richiesto il rinvio dell’assemblea degli azionisti di Mediobanca, prevista per il prossimo 16 giugno e chiamata a deliberare sull’offerta pubblica di scambio (Ops) su Banca Generali. Motivo: carenze informative rilevanti e un assetto ancora incompleto dell’operazione, in particolare sugli accordi di partnership con Assicurazioni Generali e con la stessa Banca Generali.
Secondo quanto riportato nella nota di VM 2006, la proposta messa al voto dall’assemblea si fonderebbe su presupposti incompleti e carenti di trasparenza. In particolare, non sono ancora stati formalizzati gli accordi di cooperazione tra Mediobanca, Generali e Banca Generali nei settori chiave della bancassicurazione, dell’asset management e dell’insure-banking. Accordi che, secondo Caltagirone, sono “irrinunciabili” per il successo e la sostenibilità dell’operazione.
La preoccupazione riguarda non solo il contenuto economico e strategico di tali intese – che dovrebbero regolare obblighi, garanzie e diritti tra le parti – ma anche l’impatto sulla stabilità dell’assetto proprietario e la continuità dei rapporti commerciali tra Generali e Banca Generali. Il rischio, per Caltagirone, è che i promotori della rete, oggi legati al marchio Generali, si trovino senza riferimenti chiari, con l’incognita su chi controllerà la banca tra Mediobanca, Generali e – ipotesi evocata – MPS, ciascuna con una propria visione strategica.
VM 2006 contesta poi la natura della deliberazione sottoposta all’assemblea, giudicandola una vera e propria “delega in bianco” al Consiglio di Amministrazione di Mediobanca, in contrasto – secondo la nota – con l’art. 104 del TUF e priva di specifico fondamento statutario. Per questo, Caltagirone ha annunciato anche un esposto alla Consob, invocando l’intervento dell’autorità per garantire una corretta informazione agli azionisti e la piena trasparenza del mercato.
Mediobanca, da parte sua, ha difeso la decisione di convocare l’assemblea in questa fase, rivendicando la necessità di acquisire un chiaro mandato da parte degli azionisti prima di finalizzare intese vincolanti. La banca sottolinea come la procedura adottata sia in linea con i criteri di trasparenza verso il mercato e le autorità di vigilanza, e ribadisce che le decisioni operative e negoziali spettano al Consiglio di Amministrazione, e non all’assemblea.
Inoltre, Mediobanca ha ricordato l’esistenza di potenziali conflitti d’interesse che coinvolgerebbero proprio il gruppo Caltagirone, già oggetto di osservazione da parte della società in passato.
Secondo quanto riportato da Milano Finanza, anche Delfin, la holding lussemburghese della famiglia Del Vecchio, azionista di peso sia in Mediobanca (19,8%) che in Generali (10%), guarderebbe con cautela all’operazione e condividerebbe almeno in parte le perplessità sollevate da Caltagirone, alimentando i dubbi sulla tenuta del fronte favorevole all’Ops.