Economia
21Shares: Cosa comporta il taglio dei tassi per le criptovalute?
Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares
Gli ultimi dati sull’inflazione statunitense hanno rispecchiato l’andamento atteso, con quest’ultima che è passata dal 2,9% al 2,5% annuo. La componente core (ovvero l’inflazione senza considerare le componenti più volatili come cibo ed energia), invece, è cresciuta più delle attese (+0,3%). Inoltre, anche il mercato del lavoro non ha dato segnali incoraggianti, visto che è considerevolmente cresciuto il numero di persone registrate come disoccupate. Alla luce di questi fatti, nella giornata di ieri, 18 settembre, la Federal Reserve ha deciso di tagliare i tassi d’interesse, un evento che era stato ampiamente anticipato e che non ha sorpreso praticamente nessuno. Ad aver sorpreso, è stata piuttosto l’entità del taglio (50 punti base e non 25 come molti pensavano), anche se, nelle ore precedenti al FOMC, si era iniziato a vedere questa evenienza come molto probabile. Il CME FedWatch, per esempio, stimava una probabilità del 63%.
Ma cosa significa questo per il Bitcoin e per il mondo cripto? In generale, tassi d’interesse alti tendono a rendere gli asset più rischiosi come il Bitcoin molto meno attrattivi per gli investitori e dal 2022 a oggi abbiamo vissuto un contesto economico in cui i tassi d’interesse sono sui livelli più alti dagli ultimi 20 anni, il che ha portato il Bitcoin a subire delle pressioni al ribasso.
Con la decisione di oggi, tutto questo dovrebbe alleggerirsi, anche se una riduzione di 50 punti base nel breve periodo potrebbe segnalare un rallentamento dell’economia americana più consistente del previsto, allarmando i mercati e creando un aumento della volatilità, soprattutto per gli asset risk-on come le cripto. Tuttavia, in un arco temporale più lungo, queste hanno sempre performato bene in questo genere di scenari, come si può osservare dal grafico sottostante.
Infatti, oltre a quanto detto sopra, un taglio di 50 bps comunica ai mercati che la liquidità sta crescendo e questo può accendere la propensione al rischio degli investitori, innescando un rialzo del prezzo del Bitcoin legato alle maggiori opportunità di rendimento.
Va però detto che, nonostante sembri essere solo il primo di una serie di tagli, l’attuale livello dei tassi è ancora molto alto e le asset class meno rischiose continueranno comunque ad attrarre gli investitori meno propensi al rischio. Tuttavia, il Bitcoin può ancora contare su fondamentali solidi e su sviluppi endogeni al sistema, che contribuiranno comunque alla sua crescita nel lungo periodo, soprattutto grazie alla sempre maggiore adozione da parte di investitori istituzionali. Tra questi vanno citati sicuramente Nakamoto, ovvero l’upgrade a cui si sta sottoponendo Stacks per rendere Bitcoin ancora più scalabile, e Babylon Chain, che permette a chi detiene risorse inattive su Bitcoin di poterle sfruttare su sistemi Proof-of-Stake come Ethereum, generando una maggiore domanda di BTC e aumentandone di conseguenza la redditività. Ciò significa che BTC è comunque in un’ottima posizione per continuare a crescere in futuro, anche se i tassi dovessero mantenersi sui livelli attuali.