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21Shares: La guerra in Ucraina e la riserva strategica influenzeranno il Bitcoin più della Fed
di Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares

Il meeting del FOMC di marzo, a seguito del quale è molto probabile che la Federal Reserve lascerà invariati i tassi d’interesse, arriva in un momento cruciale per il Bitcoin, vista la correzione di mercato della settimana scorsa che ha portato la criptovaluta a scendere al di sotto dei 76.500 dollari e l’S&P 500 al di sotto dei 5.500, riflettendo le crescenti preoccupazioni su una possibile recessione e un rallentamento della crescita del Pil negli Stati Uniti. Tutto ciò porta gli investitori a essere costantemente sulle spine, con le aspettative che hanno subito una revisione repentina, considerando che solo sette giorni fa un taglio dei tassi nel mese di maggio era scontato con una probabilità del 50% e oggi appena del 20%, a seguito delle ultime dichiarazioni della Fed e del segretario del Tesoro, Scott Bessent.
Alla luce di ciò, l’outlook di breve termine per il Bitcoin rimane neutrale. Infatti, se la banca centrale americana decide di assumere un atteggiamento attendista, allora le condizioni di liquidità rimarranno stringenti e il prezzo della criptovaluta troverà il suo equilibrio tra gli 85mila e i 90-95mila dollari, con i player di mercato che dovranno riassorbire i recenti cali e valutare attentamente gli indicatori macroeconomici. Al contrario, se la Fed assumesse una posizione più “dovish”, allora potremmo assistere a un rally di breve periodo, ma è un’ipotesi piuttosto remota.
Ma se si sposta lo sguardo su un orizzonte temporale più lungo, lo scenario rimane favorevole a un rimbalzo di BTC, soprattutto se dovessero cessare le ostilità tra Russia e Ucraina; uno scenario che i mercati non giudicano affatto improbabile. Ciò è dimostrato dal prezzo del petrolio, che storicamente cresce in periodi di incertezza e di sconvolgimenti sul lato dell’offerta, mentre decresce in fasi di distensione. Ultimamente, il petrolio è in caduta libera.
Inoltre, il calo del greggio ha anche altre e più ampie implicazioni economiche. Con il costo dell’energia che si riduce, anche la pressione inflazionistica dovrebbe diminuire, spingendo la Fed a proseguire finalmente con il taglio dei tassi d’interesse e, soprattutto, a cessare il quantitative tightening. In uno scenario del genere, la liquidità tornerebbe sul mercato, rendendo gli investitori più propensi a rischiare e quindi più favorevoli ad asset come il Bitcoin e le criptovalute. Assieme alle aspettative di tassi d’interesse più bassi, questa serie di fattori potrebbe spingere la valuta digitale oltre il suo precedente record storico di 108,5mila dollari e arrivare anche a 150mila.
Un altro punto da osservare attentamente è la riserva strategica creata dal governo statunitense (la SBR) e come si intende alimentarla. Il fatto che inizialmente sarà costituita solamente da asset sequestrati ha deluso molti player che si aspettavano che l’amministrazione americana assumesse un ruolo di acquirente attivo sul mercato. Tuttavia, dato che questa riserva dovrà anche essere mantenuta, non è detto che non possa assumere questo ruolo in futuro, considerando anche che l’ordine esecutivo che l’ha istituita impone anche un piano di acquisto. Ciò andrebbe a generare una significativa pressione al rialzo sul prezzo del BTC, incentivando una maggiore adozione globale.
Inoltre, se il governo degli Stati Uniti scegliesse di minare Bitcoin anziché acquistarlo direttamente, e di non venderlo se non dopo lunghi archi temporali, potrebbe cambiare drasticamente le dinamiche dell'offerta. Ciò eliminerebbe una parte significativa della potenziale pressione di vendita creata dai miner stessi, restringendo ulteriormente l’ammontare disponibile. Una potenziale partnership con grandi società di mining di Bitcoin degli Stati Uniti, non solo rafforzerebbe la legittimità di Bitcoin, ma potrebbe anche rimodellarne la percezione globale come asset strategico. Indipendentemente dalla posizione a breve termine della Fed, queste sono le decisioni chiave che determineranno la traiettoria dell’asset.