Esteri

Usa: dai verbali della Fed la conferma dei timori su mercato del lavoro e inflazione

Redazione
 
Usa: dai verbali della Fed la conferma dei timori su mercato del lavoro e inflazione

I componenti del board della Federale Reserve, nel corso della riunione di fine luglio e della quale sono stati resi noti ora i verbali, hanno confermato le loro preoccupazioni per lo stato del mercato del lavoro e dell'inflazione, trovandosi in maggioranza d'accordo nel non abbassare i tassi di interesse, come invece reclama Trump.

Usa: dai verbali della Fed la conferma dei timori su mercato del lavoro e inflazione

Il riassunto della riunione ha descritto una divergenza di opinioni tra i banchieri centrali, il cui voto per mantenere stabile il tasso di riferimento è arrivato nonostante le obiezioni di due governatori della Fed che si sono espressi a favore del taglio.

I responsabili politici hanno notato crescenti minacce all'economia che giustificherebbero un monitoraggio, anche se in gran parte concordano sul fatto che la loro posizione attuale sia la strada appropriata da percorrere.
"I partecipanti hanno generalmente sottolineato i rischi per entrambe le parti del doppio mandato del Comitato, sottolineando il rischio al rialzo per l'inflazione e il rischio al ribasso per l'occupazione", si legge nei verbali. Mentre "la maggioranza dei partecipanti ha giudicato il rischio al rialzo per l'inflazione come il maggiore di questi due rischi", una coppia ha visto "il rischio al ribasso per l'occupazione il rischio più saliente".

I governatori Christopher Waller e Michelle Bowman hanno votato contro la decisione di mantenere i tassi stabili, preferendo invece che il Federal Open Market Committee inizi ad abbassare il suo tasso di riferimento. Il tasso sui fed funds, che stabilisce ciò che le banche si addebitano a vicenda per i prestiti overnight ma viene utilizzato come punto di riferimento per altri tassi al consumo, è stato puntato tra il 4,25% e il 4,5% da dicembre.

Questa è stata la prima volta che più governatori hanno votato contro una decisione sui tassi in più di 30 anni.
"Per quanto riguarda i rischi al rialzo per l'inflazione, i partecipanti hanno sottolineato gli effetti incerti dei dazi e la possibilità che le aspettative di inflazione si disancorano", si legge nei verbali. Il documento ha anche rilevato che "permane una notevole incertezza sulla tempistica, l'entità e la persistenza degli effetti dell'aumento delle tariffe di quest'anno".

Vari partecipanti alla riunione hanno espresso incertezza sull'impatto che i dazi avrebbero avuto sull'inflazione, mentre altri hanno detto di tenere che il quadro dell'occupazione stesse iniziando a mostrare crepe e avrebbe bisogno di un rilancio politico per prevenire ulteriori danni.

"I partecipanti hanno notato che il Comitato potrebbe trovarsi di fronte a compromessi difficili se l'inflazione elevata si rivelasse più persistente mentre le prospettive per il mercato del lavoro si indebolissero", si legge nel riassunto. Le decisioni sui tassi dipenderebbero dalla "distanza di ciascuna variabile dall'obiettivo del Comitato e dagli orizzonti temporali potenzialmente diversi nei quali si prevede che tali rispettivi divari si colmino".

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