La cosa su cui interrogarsi, davanti allo spregevole uso delle parole cui Donald Trump ha fatto ricorso per commentare la morte del regista Rob Reiner e della moglie Michele (per il duplice omicidio è stato arrestato uno dei figli della coppia), dicendo che essa è conseguenza delle critiche che la vittima gli muoveva da anni, non è sino a che punto il presidente americano abbia perso il contatto con il buonsenso, quanto se, per come confermano le prime rilevazioni sui social, l'universo Maga gli stia dando ragione.
Trump fuori controllo: "Il regista Reiner ucciso per avermi criticato"
Che da sempre Trump faccia ricorso agli insulti e ad affermazioni che non sono confermate dall'evidenza è cosa risaputa. Ma forse questa volte ha superato ogni limite, creando sconcerto anche tra le file degli stessi repubblicani, da sempre pronti a perdonargli tutto.
Quindi, la sua compulsione a trasformare la tragedia in una tragedia che riguarda solo se stesso , dichiarando che Reiner è morto a causa della rabbia suscitata dalla "Sindrome da Disturbo di Trump" (il presidente si è anche voluto regalare una sindrome tutta sua....) , non sorprenderà nessuno.
Ma, se si inserisce la sua ultima sortita in un momento in cui sul suo cammino si frappongono degli ostacoli, non è difficile pensare che il nervosismo che lo assale sia arrivato ad un punto critico, pressato com'è dei dossier Epstein (con lo stillicidio di foto e documenti che confermano l'amicizia che aveva con il finanziere pedofilo, suicida in carcere nel 2019), dalle critiche della gente per l'aumento dei prezzi dei generi alimentari e dei farmaci, per non parlare degli alloggi, dalle tensioni legate alla ridefinizione dei collegi elettorali, che potrebbe fargli perdere più d'un seggio al Congresso, mettendo in pericolo la maggioranza repubblicana.
Che abbia quasi brindato alla morte di Reiner non è che sia un fatto inatteso, considerato che la sua avversione verso il regista - di consolidata fede democratica - risale al primo mandato, ma sono i toni durissimi, offensivi e che non si sono fermati nemmeno davanti alla tragedia hanno colto di sorpresa molti.
Tanto che il suo primo commento alla morte dei Reiner è stato così violento e offensivo da fare dubitare che lo abbia scritto lui o magari sia stato frutto di una manipolazione.
Il clamore scatenato dai suoi commenti sta inducendo oggi alcuni analisti statunitensi a pensare che Trump sia ossessionato dalle sue lamentele e dai suoi piccoli odi personali, anziché concentrarsi sulla soluzione dei problemi della sua gente.
''Chiunque occupasse una posizione di autorità nel mondo degli affari o dei media e avesse pubblicamente criticato Reiner poche ore dopo la sua morte sarebbe stato probabilmente licenziato. Trump non ha queste preoccupazioni'', ha commentato Stephen Collinson, della CNN.
E a fare pensare che qualcosa scricchioli nel rapporto tra Trump e i repubblicani lo si capisce dai primi commenti al post al vetriolo del presidente.
"Indipendentemente da cosa pensiate di Rob Reiner, questo è un discorso inappropriato e irrispettoso nei confronti di un uomo che è stato appena brutalmente assassinato - ha scritto su X il repubblicano conservatore del Kentucky Thomas Massie, che da tempo critica Trump -. Immagino che i miei colleghi repubblicani eletti, il vicepresidente e lo staff della Casa Bianca lo ignoreranno semplicemente perché hanno paura. Sfido chiunque a difenderlo".
Il senatore del Texas Ted Cruz, anch'egli repubblicano, ha pubblicato un generoso omaggio a Reiner su X. In seguito ha dichiarato ai giornalisti di essere "addolorato" per la famiglia del regista di Hollywood, ma che il presidente poteva "parlare per sé".
Il senatore della Louisiana John Kennedy è noto per i suoi modi di dire. Ma consigliò al presidente di parlare meno. "Un uomo saggio una volta non disse nulla. Perché? Perché è un uomo saggio. Il presidente Trump avrebbe dovuto non dire nulla".